Tiny Tina’s Wonderlands – Recensione

Tiny Tina's Wonderlands
Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.

Qualche anno fa ho terminato un’avventura che attendevo da tanto, ma che non mi lasciò quelle genuine sensazioni che provai con Jack il Bello. Borderlands 3 è stato difatti un capitolo bello, divertente e variegatissimo, ma allo stesso tempo, gli mancava quella scintilla, che spero di ritrovare nel quarto capitolo. Tornando però al secondo capitolo. Qualcuno si ricorderà del DLC del lontanissimo 2013, Tiny Tina’s Assault on Dragon Keep.

[amazon box=”B09G6W24RN” /]

Quel piccolo contenuto aggiuntivo divenne il migliore della saga, conquistando i fan. Immaginate per un attimo di abbandonare i deserti, per gettare le basi su di un mondo fantasy che trae la sua ispirazione dalle saghe di maggior successo al livello mondiale. Il tutto narrato da quella pazza di Tiny Tina. Ebbene, l’annuncio di Tiny Tina’s Wonderlands è stata una bella boccata d’aria fresca in un mondo che attendeva qualche novità della serie in questione.

Tiny Tina's Wonderlands

In questo spin off ci ritroveremo nuovamente guidati dalla piccola ragazza che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni. Lei infatti sarà il nostro dungeon master e ci guiderà attraverso il mondo di gioco, che in verità è tutt’altro che noioso. Come da tradizione ruolistica, si partirà con la creazione del proprio personaggio, la scelta del sesso, della razza, con la possibilità di modificare il volto come meglio si crede. L’editor è difatti completo e parecchio esaustivo. Le sei classi presenti invece sono un po’ le classiche viste negli altri giochi tipo Baldur’s Gate, Neverwinter, Pillars of Eternity e simili.

Personalmente ho scelto la classe che preferisco di più in questo tipo di giochi, il Brandimorte. Essere un negromante ha i suoi aspetti negativi, ma le potenzialità aprono un mondo. Ad accompagnarci ci sarà un mignon. A questo potremo aggiungere una seconda classe raggiungendo il livello 12.

Proprio la gestione della parte ruolistica merita un piccolo applauso per la sua completezza. Questo perché nonstante il suo essere un looter shooter, questo gioco dimostra di avere le carte in regola per essere più ruolistico di alcuni titoli che puntano su quest’ultima caratteristica. Preparatevi quindi a sbloccare in modo saggio le abilità e le caratteristiche del personaggio.

Il gameplay ovviamente metterà il focus sulla caratteristica da sparatutto del titolo. Gearbox in questo ci sa fare bene e il suo lavoro lo svolge nel migliore dei modi. Questo è poco, ma sicuro. Difficilmente troverete un vero e proprio difetto nel gameplay rodato e nel gunplay preciso e divertente come sempre. A questo si aggiungono gli incantesimi, che stavolta diventano una vera e propria novità. Grazie alla nostra classe, avremo a disposizione alcuni incantesimi, che non sempre daranno dei vantaggi immediati. Nel mio caso ad esempio, ogni utilizzo mi leva dell’energia e  all’inizio il gioco risulta essere un po’ spento. Poi si apre con un’immensa carneficina in cui un Brandimorte prende sempre il massimo. Dalla morte dei nemici egli ricava la propria energia.

Tiny Tina's Wonderlands

Le magie e le abilità uniche del nostro personaggio sono ovviamente perfette per quando si gioca insieme agli amici e quando il gioco prende la sua vera forma. Perché come successe per Borderlands, anche Tiny Tina’s Wonderlands offre il massimo con altri tre amici, che ci accompagneranno durante la nostra scampagnata.

Bisogna dire subito che il difetto di tutto ciò sono i nemici. Non mancano di varietà ovviamente e possiamo dimenticarci di tutti quei quadrupedi della serie made. No, il problema è la loro intelligenza, che non è limitata. Potrei dire che è solo limitata, ma non è così. L’intelligenza nemica è pari a quella di un giocattolo con la carica a molla. Nulla.

Grazie alla narrazione di Tiny Tina, andremo a scoprire il vastissimo universo creato dalla ragazza. Overworld è difatti una grossa mappa in cui potremo viaggiare con la visuale isometrica. In questo modo i vari spostamenti sono meno noiosi e daranno un po’ di parvenza di open world. Perché questo non è un open world, in nessun punto. Viaggiando attraverso la mappa ci capiteranno gli incontri casuali nell’erba alta, missioni veloci, combattimenti contro gli avamposti e ovviamente le missioni secondarie.

La storia contiene come da tradizione tantissimi riferimenti alla serie principale, ma non solo. Il fantasy di ogni genere ha una sua parte in questo gioco. L’ironia è altissima, mentre i filmati strappano più di un semplice sorriso.

Ogni combattimento ci trasporterà poi nel luogo preciso dello scontro. Le danze si apriranno con la classica prima persona, che non stanca mai, quando è fatta bene come in questo caso. Ovviamente, gli ambienti saranno spesso ripetitivi nel caso degli scontri randomici, ma poco importa alla fine dei conti. Saremo chiamati a prendere la vita dei nostri nemici e tanto basta per un divertimento veloce ed immediato.

Per il resto, ogni mappa è abbastanza vasta, ma non tanto da perdervi al suo interno. Purtroppo, nonostante l’ottimo level design, gli ambienti hanno qualcosa che non va. Si sente che in verità è tutto poco ispirato, assomigliando a tratti a un semplice compitino.

Tiny Tina's Wonderlands

Al livello grafico non siamo molto distanti da Borderlands 3. A cambiare è soprattutto il dettaglio, che stavolta è molto più definito. Anche sulla vecchia generazione, il gioco brilla piuttosto bene grazie ai colori sgargianti e quei dettagli. In definitiva posso assicurare che questo stile potrebbe andare avanti per molti anni, senza alcun crollo qualitativo. Purtroppo la mia versione non aveva i sottotitoli e non ho saputo come attivarli.

L’audio è esclusivamente in lingua inglese, ma questo alla fine dei conti è un pregio, piuttosto che difetto. Le voci metteranno in risalto ogni personaggio e ogni doppiatore con la loro provenienza. Delle volte, sono proprio le voci a essere la miglior parte della storia. Sono queste a rendere tutta l’esperienza così profonda e immersiva.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".