Black Hammer/Justice League – Recensione

Black Hammer/Justice League

Le avventure che uniscono il mondo della Justice League con quello di Black Hammer sono finalmente giunte al termine, dimostrando di avere un grande potenziale che potrebbe unire i due mondi in altre avventure. Ho atteso a lungo la serie e il finale per diversi motivi, ma al primo posto c’è la presenza di Jeff Lemire nei panni dello sceneggiatore. L’autore canadese è tra i più grandi disponibili attualmente nel panorama videoludico, ma ovviamente il suo genere e la sua tipologia di narrazione. Questo crossover ha avuto delle parti interessanti e delle idee chiare e precise dei due mondi narrativi e dei suoi personaggi.

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Con questo quinto e ultimo numero vanno a risolversi quasi tutti i problemi creati all’inizio, ma non del tutto. Il Colonnello Weird e la Lanterna Verde sono arrivati nel bel mezzo del combattimento tra i membri di Black Hammer e i restanti della Justice League, la cui battaglia sembra non avere una fine. Il vero responsabile di tutto è stato svelato ed è Mister Mxyzptlk, che come tutti sappiamo, ha dei poteri pressoché illimitati. Ogni forma di lotta con lui è inutile e bisogna solo arrendersi e giocare alle sue condizioni. Questo crea proprio la necessità di collaborare tra i membri restanti e di raggiungere quelli bloccati nella fattoria. Il finale è però quello definitivo?

Siamo giunti al termine di questo viaggio e posso dire che è stato molto piacevole, con alcuni interessanti picchi narrativi dettati dal buon Lemire. Il canadese scrive in modo chiaro e preciso, non lascia al caso niente e guida i personaggi in modo deciso. La narrazione vacilla leggermente però verso la metà del volume e personalmente mi aspettavo un po’ più di lotte dopo quattro numeri di misteri e di domande. Il finale d’altro canto ha dalla sua la possibilità di aprirsi alle nuove storie e nuovi mondi che potrebbero unire in modo ancora più coinvolgente DC e Dark Horse. Vedremo forse il destino di Batman e le Tartarughe Ninja in nuova chiave? Chi lo sa.

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Per tutta la durata della miniserie ho adorato le matite di Michael Walsh, che danno idea di essere qualcosa di particolarmente artigianale ed elaborato. I colori pastellati riempiono le tavole in modo uniforme, creando un effetto un po’ dark, che non guasta mai ovviamente. Lo stile di Walsh vanta di una grande precisione e con quella anche di ottime espressioni facciali dei personaggi. Si tratta di una cosa piuttosto importante, ma la pecca è probabilmente il livello di dettaglio presente in alcune vignette più piccole contenenti più e più personaggi.

Black Hammer/Justice League

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.