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La vita è un percorso meraviglioso che attraversiamo lentamente dall’alba al tramonto. Una passeggiata che a volte diventa una corsa, talvolta ci si ferma e talvolta si cerca di andare indietro, ma ciò non è possibile. Una barriera nasconde il nostro passato e lo rende inaccessibile se non per via dei ricordi, una seconda strada temporanea che usiamo talvolta fin troppo spesso. Ognuno di noi si trova su questa lunga strada e ognuna di queste è totalmente diversa da quella di qualcun altro.
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Ho detto questo subito dall’inizio perché in fondo Dolor y Gloria di Pedro Almodovar mi ha rammentato questi pensieri riguardo la vita e al percorso che faccia e che alla fine viene modellato in base a molteplici decisioni, scelte, aiuti e dispetti ovviamente. Una visione che mi ha portato a pensare al mio di passato, al cosa mi ha condotto fino a questo momento e a chi mi ha accompagnato, chi abbandonato e chi aiutato. Grazie a Warner Bros. ho potuto visionare la versione Home Video e un po’ sognare, un po’ cadere in quella malinconia che talvolta mi agguanta.
Salvador Mallo è un uomo composto dai ricordi di quello che era un tempo, quando le sue forze erano tante e il brio creativo gli permetteva di lavorare. Dopo una vita passata da regista, dopo aver raggiunto la fama mondiale e dopo aver passato una vita emozionante, la vita è arrivata a un vicolo in cui Salvador si ritrova prigioniero delle malattie e problemi fisici che gli impediscono il normale vivere. Arriva però un giorno in cui il regista viene contattato da un cineforum per presentare Sabor, il suo primo film ed è anche un ottimo motivo per contattare nuovamente Alberto, attore principale del film. I due non si parlavano da anni per via dei dissapori, ma c’è sempre un modo per fare pace. Purtroppo, il vizio della cocaina di Alberto passa anche a Salvador, che ritrova nella droga una liberazione dal male e dal dolore, mentre il suo ex amico cerca di ottenere una sua opera teatrale scritta da Salvador sulla sua vita.
Inutile dire altro sul film in quanto si tratta di un viaggio da fare da soli, senza troppe parole o spiegazioni. Pedro Almodòvar crea un racconto in cui ci si immerge totalmente, senza lasciare traccia. La delicatezza con la quale vengono narrate le vicende ricorda quella di una piuma che si posa nel campo di grano. L’attenzione posta alla regia, alla sceneggiatura e a tutti quei minimi e impercettibili dettagli è maniacale ed è un vero piacere poter vedere un lavoro cosi complesso sul grande e piccolo schermo. Antonio Banderas nei panni del protagonista Salvador non è solo perfetto, ma questo rappresenta forse il punto più alto della sua carriera. In alcuni momenti era cosi convincente come tossico e persona problematica da far molta pena. Anche gli altri attori brillano sullo schermo, ma sempre dietro la luce di Banderas.
Per quanto riguarda la versione home video, il DVD in lingua italiana ha i suoi classici 5.1 per quanto concerne l’audio. Le lingue disponibili sono l’italiano e lo spagnolo, ma la grande delusione arriva con i contenuti speciali. Questi sono rappresentati unicamente dai making of e alcuni trailer. Sarebbe interessante vedere invece qualcosa sulla droga, la sessualità e cosi via.