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Nel mondo dei fumetti, e di conseguenza dei cartoni animati, poche opere hanno catturato tanto l’attenzione dei ragazzi come Captain Tsubasa, convertito in italiano in ‘Holly e Benji’, una delle serie animate più famose degli anni ’90. Parliamo, infatti, della rappresentazione in disegni del calcio più celebre di sempre, nata in Giappone negli anni ’80 dalla splendida mente di Yōichi Takahashi, un fumettista nipponico. Quel che non tutti sanno, tuttavia, è che questa grande opera è stata ispirata dal più grande calciatore di sempre, ossia Diego Armando Maradona. L’argentino, che nell’estate del 1979 vinse il trofeo mondiale under 20 proprio nel paese del Sol Levante, aveva fatto allibire tutto il mondo per le sue abilità calcistiche. Mancino e dotato di una tecnica sopraffina, il ragazzo cresciuto nelle giovanili dell’Argentinos Juniors avrebbe fatto passi da gigante fin da subito, diventando per molti un’icona del calcio libero di quel periodo.
Ancora oggi che a livello virtuali i giochi da casinò e le rappresentazioni del calcio virtuale come Live Football Roulette la fanno da padrone, lo spirito di un genio ribelle e libero come Maradona continua a far breccia negli appassionati di calcio di ogni latitudine. Non sorprende, dunque, che lo stesso autore di Captain Tsubasa, in Italia diventato famoso come Holly e Benji, si sia ispirato proprio all’argentino per ideare il personaggio principale della sua serie a fumetti, una serie che avrebbe fatto la storia e lo avrebbe reso famosissimo. Takahashi, intervistato dalla rivista spagnola Libero, ha infatti dichiarato candidamente di aver pensato a Maradona nell’ideare Tsubasa, per gli italiani diventato poi Holly. Numero 10 e incontenibile nel dribbling, il piccolo e minuto argentino era proprio la base sulla quale il fumettista nipponico avrebbe poi disegnato Tsubasa, un genio del calcio che sorprendeva tutti per la sua classe e le sue giocate fuori dal comune. Sebbene abbia altresì affermato che “Tsubasa non avrebbe mai fatto un goal con la mano”, riferendosi ovviamente al gol di Maradona agli inglesi nel 1986, Takahashi ha comunque confessato il suo spassionato amore verso il calciatore argentino, il quale, secondo lui, “poteva tutto”. L’irruzione di Diego ai mondiali juniores del 1979 disputati in Giappone fu la scintilla che permise all’allora apprendista fumettista di ideare un personaggio basato proprio sull’argentino, sebbene le differenze tra Diego e Tsubasa, almeno a livello sociale, siano chiare fin dall’inizio. L’argentino, infatti, veniva da una famiglia molto umile e da una situazione sociale molto povera, mentre nel caso del giapponese parliamo di un personaggio che partiva da una solida base di una famiglia di classe media che non gli faceva mancare nulla.
Ciò nonostante, l’importanza di Maradona nella creazione di questo storico fumetto, poi diventato anche un cartone cult in Italia e in Europa, è assoluta. Va ricordata anche la figura di Juan Diaz, calciatore argentino che Tsubasa sfida ai primi mondiali giovanili in Francia, il quale presenta una chioma riccia come quella di Maradona e oltre ad essere un trequartista mancino dal dribbling fulminante veste la famosa maglia numero 10 della nazionale sudamericana.