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Molto tempo fa ebbi la fortuna di recensire gioco che mi è rimasto nel cuore, Little Briar Rose. Oggi mi tocca tornare a parlare di un titolo targato Elf Games e anche questa volta i ragazzi hanno fatto centro con il loro Children of Silentown. Appena uscito su console e su PC questo punta e clicca cerca di catturare l’amante del punta e clicca, ma anche i giocatori meno preparati al genere, ma comunque desiderosi di vivere una storia dai toni tenebrosi e parecchio interessanti.
Lucy è una bambina con tantissime altre, con degli amici simili a tanti altri. C’è però una differenza sostanziale tra lei e tutti gli altri. Lei vive in un villaggio isolato, situato in una foresta che sembra essere impenetrabile per colpa di un mostro. Una creatura di cui nessuno conosce l’aspetto fisico, ma che di notte rapisce gli abitanti del villaggio che incautamente si aggirano tra i suoi vicoli. Questo crea un clima di malcontento, in cui le superstizioni prendono forma e diventano reali. I divieti sono tanti e per i bambini vivere in una città così non è facile.
Lucy vive la sua vita tranquilla e normale con la mamma e con il papa. Non si preoccupa molto di questa grossa entità che aleggia sul villaggio. Non si molte domande. Questo fino alla sparizione di sua mamma. Questo tragico avvenimento cambia la ragazza e la obbliga a iniziare la sua ricerca. Una vera e propria investigazione per capire il segreto della foresta e ritrovare la propria mamma.
La storia è semplice, questo bisogna dirlo. Eppure funziona in ogni suo punto. Si sente l’ispirazione proveniente dai racconti dark e su tutte troneggia quella di Neil Gaiman. È facile vedere nello stile un po’ di Coraline, ma personalmente lo stile narrativo mi è sembrato ispirati anche a Il Figlio del Cimitero.
I dialoghi risultano essere spesso la parte più debole in quanto non rendono tutta la giustizia alla storia. Bisogna però dire che l’abilità di rendere sintetiche le frasi è elevata e dei discorsi che personalmente fare in tantissime righe, gli sceneggiatori riescono a dirli in massimo due.
Il gameplay del gioco è quello tipico dei punta e clicca. Su PC funziona come un qualsiasi altro esponente del genere, ma la versione da me provata è quella console e quindi vi parlerò di quest’ultima. Per spostarci useremo una delle due levette analogiche, non importa quale. Lucy potrà interagire con i personaggi presenti sullo schermo e con alcuni oggetti. Un po’ come accade in ogni altro gioco. Ovviamente potremo prendere gli oggetti necessari per completare gli enigmi. Premendo L2 andremo a scegliere gli oggetti dal nostro inventario e successivamente potremo combinarli oppure utilizzarli con i personaggi o con l’ambiente circostante. Premendo triangolo andremo in una sorta di diario, mentre con R2 si andrà nel reparto dei canti. A questa parte bisogna dedicare un po’ di tempo.
I vari canti che Lucy imparerà nel corso della sua avventura/disavventura serviranno per poter sbloccare dei punti deboli dei vari personaggi e soprattutto per farci risolvere dei veri e propri puzzle. Ad esempio dovremo arrivare al quadro della memoria attraverso la cucitura dei bottoni, oppure la giusta disposizione di una strada attraverso degli ingranaggi. Ogni enigma ci darà modo per scoprire qualcosa della vita nel villaggio.
Al livello grafico ci troviamo davanti a un gioco pulito e semplice. I toni cupi sono sempre percettibili, ma in ogni caso non dominanti. Non tanto da angosciare il giocatore almeno. Proprio in questa parte però si sente benissimo l’ispirazione Neimaniana e il suo capolavoro Coraline. I personaggi comunque sono ben stilizzati e tutti riconoscibili. Alla fine dell’avventura sarà facile affezionarsi agli amici di Lucy e agli strambi abitanti del villaggio.
Un problema però riguarda la posizione degli oggetti sullo schermo. Un oggetto presente in una piazza ad esempio non sarà visibile in un’altra sequenza, un cartello potrebbe scomparire e così via. Questo ovviamente è un difetto non troppo grande, ma infastidisce il giocatore più attento.