Conan il cimmero #9: Gli accoliti del cerchio nero – Recensione

Continua il nostro viaggio attraverso l’oscuro mondo di Conan il Cimmero grazie all’ottima trasposizione delle sue storie sotto forma di fumetto. Vi ho già parlato di alcuni capitoli usciti nei mesi scorsi sotto il marchio Star Comics e stavolta mi trovo a parlarvi di un altro racconto particolarmente succulento per una serie di motivi. Gli Accoliti del Cerchio Nero è infatti una storia che ha avuto un grandissimo potenziale fin dalla sua prima comparsa nel 1934 e che oggi continua a splendere in questo cartonato grazie alla sceneggiatura di Sylvain Runberg e alle matite di Park Jae Kwang.

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La storia ha come argomento centrale l’esoterismo e la necromanzia. Il regno di Vendhya ha un sovrano che sul letto di morte soffre e con lui anche tutta la città. Il dolore incontrollabile non lo lascia andare e prima di morire chiede a sua sorella Yasmina di ucciderlo per liberarlo definitivamente. Un ordine eseguito ovviamente, ma che in realtà scatena una serie di reazioni a catena incontrollabili.

Dall’altra parte abbiamo Conan, che si ritrova più arrabbiato che mano per la perdita di alcuni uomini e il rapimento di altri da parte dei soldati di Vendhya. Yasmina vorrebbe assoldarlo per una questione un po’ spinosa, ma è il Cimmero a fare la prima mossa, rapendo la giovane donna dal suo castello.

Questa scelta si rivelerà veramente poco fortunata per molte persone che i due incontreranno in quanto inseguiti non solo dai soldati, ma anche dallo stesso necromante che ha ucciso il vecchio re.

Inutile dire che la storia funziona oggi come funzionava anche nel 1934. Sylvian prende le parti essenziali del racconto e le traspone con grande cura all’interno dell0 60 pagine (più o meno) dell’albo. Abbiamo un Conan possente, vigoroso e soprattutto desideroso di vendetta e anche del riscatto. Dall’altra parte abbiamo due figure femminili diametralmente opposte. Yasmina è risoluta e forte, mentre l’altra figura femminile (di cui non vi svelo il nome o il ruolo) è una manipolatrice che porterà le carte in tavola in direzione diversa (ancora una volta).

La storia si gioca tutta su alcuni concetti chiave dell’esoterismo, ma è presente qui anche l’avventura, che si sviluppa nell’arco di un tempo molto limitato, ma ben strutturato. Interessanti anche i dialoghi e le descrizioni, che non annoiano mai il lettore, creando al contrario un’ottima sensazione di pace.

A dare subito nell’occhio però sono i disegni di Park Jae Kwang in questo Gli accoliti del cerchio nero. Lo stile asiatico risulta essere fin dalle prime battute non solo azzeccato, ma anche ben riuscito da ogni punto di vista. Conan risulta essere diverso da quel barbaro che abbiamo imparato a vedere nei volumi precedenti, ma ha qualcosa di più umano dal suo lato. Il tratto di Park vanta di una grande precisione con cui dipinge il mondo oscuro e deserto di questa storia. Ogni vignetta è pregna di dettagli piccoli e grandi, di quelli che rapiscono l’occhio per un bel po’ di tempo.

La sensualità dei corpi femminili viene poi evidenziata come se fosse un fumetto orientale, ma senza dimenticarne la provenienza. Infine bisogna dire che questo stile, inserito nel contesto del fumetto francese è veramente una scelta vincente.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.