Dead Island 2 – Recensione

dead island 2
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Quando uscì nel settembre del 2011 il primo capitolo di Dead Island nessuno si aspettava un titolo del genere, con un trailer che ha appassionato pressoché ogni amante del genere Zombi con protagonista quella famiglia che tentava di sopravvivere ad una epidemia, in quel caso il team di sviluppo confermò un seguito poco tempo dopo il lancio del gioco. Ma purtroppo, come sapranno i più informati, ci vollero diversi anni per vedere un seguito però diluito nel corso di quasi 12 anni.

Dal lancio di quell’iconico trailer avvenuta durante la Gamescom del 2014, dove si vedeva una Los Angeles ormai pressoché mutata dal morbo delle creature rivoluzionate dal regista Romero, si diede al via un susseguirsi di idee e pensieri che ben pochi potevano immaginarsi il lavoro svolto. Qui negli ultimi giorni mi sono dilettato a frantumare crani, creare quante più armi di fortuna e sfuggire da un punto all’altro della città, nel tentativo di salvarmi davanti a questo divertente titolo chiamato Dead Island 2.

Ma quelli li conosco

Narrativamente parlando la trama è ambientata subito dopo gli avvenimenti del primo episodio, con alcuni personaggi come Ryan e Logan che sono già stati presentati durante i vari trailer o erano presenti nel capitolo precedenti, mentre altri come Demi ed Amy sono totalmente nuovi. Infatti i nuovi sopravvissuti riescono a fuggire dall’isola stanziata in Papua Nuova Guinea, per raggiungere Los Angeles come area di ritrovo per queste persone.

Però qualcosa andrà storto e l’orda di zombi arriverà anche negli Stati Uniti, obbligando il governo Americano a mettere lo stato di quarantena la California. Infatti nei 10 anni che seguiranno, non li avvertiremmo anno per anno state tranquilli, ogni personaggio dovrà trovare un modo per fuggire da questa nuova realtà, e sopravvivere in questo scenario a dir poco apocalittico.

Per affrontare la storia, o per meglio dire le storie perché ce ne sono più di una, potremmo scegliere uno dei sei personaggi presenti nel titolo un po’ com’è successo nel primo episodio, e togliendo gli avvenimenti principi della trama le vicende personali di ogni alter ego sarà diverso. Per tanto la possibilità di rigiocare sarà molto alta in quanto, ci sono potenzialmente 6 strade alternative che per chi è uno smanettone, com’è per il sottoscritto – ho giocato per 5 volte a Persona 5, oltre a una ventina di volte alla serie di Mass Effect, ma potete dire e pensare quello che volete ma non intaccherà mai l’amore che ho per questi giochi -, e divertirsi attraverso un titolo che lo possa appassionare come pochi altri.

Abbattiamoli tutti a suon di botte

Un aspetto che adoro nei giochi di zombi veramente esagerati, un po’ come in Left 4 Dead e in Dead Rising, è il fatto che possiamo uccidere una miriade di nemici nel modo più disparato. Il tutto condito con uno stile in prima persona il che permette di immedesimarsi sullo stesso piano dei sopravvissuti, oltre che ai non morti, il che in certi contesti non mi ha fatto impazzire come cosa.

Però ce da segnalare che la telecamera si muove molto bene, ho giocato su PS4 e non ho avuto cali di frame rate in nessun momento o problematiche legate a qualche motivo, insomma tutto in regola però asseconda del personaggio scelto si avrà più o meno agilità. Per quale motivo? Ogni alter ego ha la caratteristica di avere più abilità, basate su diversi fattori come forza e ingegno ad esempio e questo andrà ad influire anche sui movimenti, per esempio Amy che è stata la mia prima scelta è un personaggio molto veloce e per tanto, ci si muove molto bene senza nessun scatto o altro.

Ma effettivamente come combattiamo? Nulla di paragonabile a Left 4 Dead, o al suo seguito spirituale a Back 4 Blood per capirci. Ma basilarmente saremmo più vicini, per quanto ci si possa avvicinare, alla realtà piuttosto che ad un mondo di fantasia. Il settaggio del controller è semplice con un grilletto del pad servirà per attaccare gli avversari i quali, avranno una barra dell’energia che dovremmo ridurla al minimo, un altro servirà per aprire la ruota delle armi – poi se volessimo fare un cambio veloce basterà pigiare per un secondo – e un altro ancora per dagli un calcio per allontanarli, oppure per eseguire una esecuzione.

Insomma nulla di complicato e abbastanza semplice, in linea con quanto visto nel primo capitolo se non con qualche aggiunta in più ma in maniera più adrenalinica.

Il banco vince sempre

Una caratteristica che gli sviluppatori hanno voluto migliorare è il banco per i potenziamenti, dove potremmo metterci mano per riparare e potenziare il nostro arsenale. Infatti durante le nostre sessioni di gioco, da soli oppure in compagnia di qualcuno dalla nostra lista amici o qualcun altro in cerca di una mano, potremmo alterare le nostre armi in modi impensabili.

Infatti tramite l’aiuto iniziale di Jacob, però nel corso delle vicende incontreremo altre persone e miglioreremo le nostre abilità, impareremo come elettrificare determinate armi, altre renderle ancora più taglienti mentre altre ancora riusciranno ad avere doti diverse. Questo ci permette di confrontarci con creature ben strutturate, come i camminatori che sono la maggior parte degli zombi, che risultano robusti ma lenti, altri ci saranno altre varianti di creature come i velocisti che risulteranno, come dice dal nome, rapido ma non così abile nel combattimento.

Questo ragionamento si applica su ogni tipologia di avversario, in modo tale da rendere l’esperienza maggiormente immersiva all’interno del titolo. Un aspetto che a me è piaciuto, che è stato modificato e mutato dall’episodio precedente invece, è la possibilità di avere delle armi di diversa rarità da un tubo comune che si rompe facilmente, fino a coltelli serramanico in titanio che saranno più robusti ma potranno essere modificati, mentre i primi saranno limitati esclusivamente alla riparazione. Ma state tranquilli perché nel caso in cui trovassimo degli oggetti migliori, allora potremmo liberarci dell’equipaggiamento meno efficace per quello nuovo.

Scambiamoci le carte da gioco

Nel corso delle ore di gioco verremmo a conoscenza di queste carte, collezionabili e scambiabili con altri NPC o giocatori, che potenzieranno o aggiungeranno le qualità del nostro alter ego ( non do nomi perché poi ognuno di noi avrà preferenze diverse). In questo caso miglioreremmo diversi aspetti all’interno del titolo dalla salute, alla forza fino a miglioramento delle riparazioni/modifiche al banco di lavoro citato precedentemente.

Come le verremmo ad ottenere? Semplicemente sparsi in giro delle mappe di gioco come all’interno delle auto, sulle scrivanie delle varie case – non sarà possibile visitarle tutte ma una buona parte – e in molti altri luoghi. Infatti accedendo dal menu potremmo modificare ogni sorta di carta nell’apposita sezione, ma non finisce qui il bello perché nel menu sono presenti le abilità del personaggio scelto.

Infatti nel menu sono presenti le abilità del giocatore, acquistabili grazie solamente all’avanzamento del livello tramite l’esperienza, in pratica più cose facciamo e maggiore sarà l’esperienza otterremo i punti da spendere nell’apposita sezione. Infatti in quest’ultimo caso potremmo avere diversi punti da acquistare per avere differenti abilità come un doppio salto, maggiori quantità di medikit che potremmo portaci nelle varie sezioni di gioco, oltre ad eseguire scivolare e molto altro.

Non ci dimentichiamo niente

Un aspetto che adoro in questo gioco è che potremmo scegliere letteralmente qualsiasi cosa, infatti rileggendo l’articolo mi sono dimenticato di riferire alcune caratteristiche interessanti. Prima fra tutte i medikit, infatti non potremo rigenerare l’energia del personaggio di turno ma potremmo curarci in appositi pronti soccorsi, la cosa bella è che all’inizio del gioco dovremmo cercarli in giro poi, avanzando con la trama, potremmo crearceli da soli con gli appositi oggetti recuperati.

Un aspetto che mi è piaciuto è il fatto che non è obbligatorio giocare online, infatti ad ogni inizio partita – da continuare o nuova – potremmo scegliere se giocare da soli oppure in compagnia. Il titolo ci viene incontro e per tanto non sarà obbligatorio scegliere un gruppo di giocatori, amici oppure giocatori trovati per caso online nel gioco, oppure giocare sulla stessa piattaforma perché ce il cross-save simile a quanto visto con Destiny 2.

Il comparto tecnico è davvero interessante e non ho nulla da segnalare, PS4 si fa rispettare e le musiche le ho trovate adatte per il contesto caciarone del titolo, perché infatti qua ci si diverte e non ci dice quanto siamo bravi. Però manca il doppiaggio in italiano, limitato alla sola lingua inglese, però il gioco è stato tradotto completamente nei sottotitoli che nell’interfaccia del menu.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.