Dopo attese e con l’hype salito a mille Destiny fa la sua comparsa sulla nuova generazione, con dei dati di vendita incredibili, ma la qualità? L’attesa è stata ripagata?
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L’attesa, farcita con tanto marketing fatto come si deve e riempito di molte squisite immagini, video, e trailer crea hype a dismisura. Purtroppo le grandissime aspettative non sempre riescono nel loro intento, ossia, di colpire il bersaglio e di conquistarlo. Spesso parliamo di titoli che dopo la grandissima attesa escono e passano subito in secondo piano, devastati dalla critica e dagli utenti. Cosi accade con ogni forma d’arte contemporanea e cosi probabilmente accadrà sempre. Forse non dipende nemmeno dal titolo in sé, ma piuttosto dalle nostre aspettative, che dopo aver scalato l’Everest precipitano vorticosamente verso il suolo.
Ciò che Bungie ha portato in spalle è sicuramente un titolo che ha per l’appunto saputo conquistare praticamente tutti e che dopo poco è diventato il punto focale, il cardine, dell’intera next gen appena nata. I videogameplay e i vari trailer ci mostravano un gioco capace di scardinare non solo il genere shooter, ma anche quello MMO. Guardare Bungie nella sua impresa è stato come osservare Frodo Baggins mentre si dirigeva verso il monte Fato per compiere il suo destino e salvare il mondo. Un ruolo troppo grande e pesante per qualcuno e che ha dato dei frutti buoni, ma anche moltissimi ancora immaturi e insipidi.
Ormai il gioco è sul mercato da qualche settimana e dopo notti insonni, giorni insonni e uscite inesistenti possiamo dirvi la nostra su questo nuovo titolo uscito su Playstation 3, Playstation 4, Xbox 360 e Xbox One. Siamo consci che si tratta di un’opera davvero imponente e che bisognerebbe parlarne cautamente, ma noi, carichi di coraggio siamo pronti per correre questo rischio.
Un Déjà vu?
Prima di parlare del gameplay dobbiamo necessariamente fare una premessa banale e dire che il gioco è stato sviluppato dai creatori di quella saga che è riuscita a entrare nell’immaginario di molti come un vero e proprio pilastro da considerare a tutti gli effetti pietra miliare. Halo è riuscito a modellare totalmente il concetto degli fps e renderli giocabilissimi anche su console, creando nel contempo anche un universo funzionale che continua a sfornare storie mozzafiato. Quindi possiamo dire Bungie sapeva cosa faceva durante lo sviluppo di Destiny, che proprio dal punto di vista shooteristico non delude in nessun modo e anzi, a tratti sembra di giocare proprio a un capitolo di Halo. Per rigenerare la vita bisogna attendere il caricamento dello scudo, mentre un attacco corpo a corpo sarà capace di mandare in frantumi la testa di un nemico e ciò ci riporta ovviamente alla vecchia saga. Del resto è difficile abbandonare completamente una feature che non solo funzionava, ma funzionava ( e funziona ) davvero bene.
I combattimenti come avrete capito sono il perno sul quale poggia tutta la gracile struttura del gioco. Durante uno scontro dovrete cercare non solo di uccidere i nemici che vi arriveranno, ma anche di non farvi buttare fuori dal riparo da qualche buon samaritano (parliamo sempre di nemici) che ha voluto accerchiarci. Sparare qui diventa vitale e la precisione ci salverà parecchie volte, ma questa in parte non dipende da noi perché essa è strutturata in modo tale da aiutarci ad agganciare un nemico e quindi risulta molto più semplice l’arte do uccidere qualcuno. Ovviamente gran parte del gameplay è stata comunque cambiata per rendere il titolo giocabile con diverse classi. Difatti la nostra decisione iniziale ci segnerà anche nel combattimento e negli spostamenti, rendendo questa scelta cruciale anche da questo punto di vista. Le armi come abbiamo detto sono vitali e trovare quella che fa a caso nostro sarà come trovare una parte giusta del nostro corpo meccanico. L’interazione con il proprio fucile non è solo una feature immaginaria, ma è qualcosa di quasi organico. L’arma giusta appare come un estensione del corpo e come tale spesso diventa comoda o al contrario, scomodissima. Dopo i combattimenti in PVE o PVP e dopo lo svolgimento delle missioni avremo dei punti di esperienza, che accumulati ci faranno crescere di livello. Per il resto ci sono delle cose che accomunano Destiny a tanti altri MMO, troveremo ad esempio gli eventi a cui partecipare.
Prima avevamo parlato di classi, cosa fondamentale in un mmo – rpg e anche in Destiny ce ne sono tre. Eh sì, le classi sono davvero poche, ma ciò non toglie che la ramificazione delle skill le rende davvero interessanti da esplorare. Le classi si dividono in: Titano – umani dotati di un’armatura possente e che prediligono il combattimento corpo a corpo; Cacciatore – si tratta di una classe molto equilibrata e possiamo associarla al ladro dei giochi di ruolo classici; Stregone – capace di usare le energie arcane per i propri fini questa classe sembra un vero mago del futuro. Ogni classe ha poi delle abilità dettate per l’appunto dalla loro ramificazione. Queste poi si doppieranno e diventeranno ulteriormente importanti ai fini del teamwork a partire dal livello 15. Peccato però che il level cap è segnato al livello 20 e che dopo questo livello l’unica cosa che potremo fare è quella di migliorare le nostre statistiche grazie al potere della luce. Queste caratteristiche rendono il gioco abbastanza interessante da giocare insieme agli amici e permette di sviluppare diverse tattiche contro i nemici. Ogni razza dei nemici e ogni sua tipologia ha infatti dei punti forti e quelli deboli e starà a noi scoprirlo.
Purtroppo dopo queste parole positive dobbiamo dire anche qualcosa di negativo riguardo al gioco. Da un team fenomenale come Bungie ci sia aspettava un gioco non per forza innovativo, ma quantomeno divertente sul lungo periodo e invece cosi non è stato. Si tratta di uno shooter con i controbatterie, ma la noia arriva dopo poco. I soldati nemici, per quanto intelligenti sono sempre uguali e noi faremo sempre la stessa identica cosa: andare verso il punto prestabilito – uccidere i nemici – uccidere il boss. Questa cantilena prosegue in continuazione e purtroppo non funziona molto bene. Perfino la diversificazione dei pianeti (Venere, Marte, Terra e il suo satellite, Luna) con i loro ambienti e i nemici non ci daranno molta soddisfazione in quanto alla lunga sarà uno sparatutto in cui perfino la collaborazione potrà essere messa in secondo piano. I boss appaiono come dei grossi bestioni nati per farsi bucherellare dai nostri fucili, mentre i nemici che ci si pareranno nel mentre saranno come il pane per i nostri denti.
Come ogni MMO che si rispetti anche Destiny ha delle mappe davvero enormi esplorabili in lungo e in largo. Queste si suddividono in alcune aree dei tre pianeti (e il satellite) poco prima nominati. Potremo scorrazzare a destra e a manca in cerca dei vari particolari e dei vari dungeon. Anche in questo caso il tutto diventa piuttosto noioso dopo poco, ma se si gioca in compagnia degli amici allora ogni minimo particolare assume un fattore di divertimento molto più ampio.
Ma la storia?
Prima parlavamo del hype che si genera durante l’attesa di un determinato titolo e di come questo spesso rovina tutto l’entusiasmo dopo l’assaggio del prodotto finale. La storia di Destiny veniva dipinta come il futuro della fantascienza, capace di generare racconti in un universo immenso. A rendere tutta questa illusione ci ha pensato il nome dello scrittore che sta dietro alla sceneggiatura del gioco, Joseph Staten, già creatore di diversi romanzi dell’universo HALO. Come nel caso di Crysis 2, anche qui le aspettative sono state deluse da una trama davvero poco sviluppata. Nel gioco impersoneremo il ruolo di un Guardiano. Un umano dotato di poteri paranormali chiamato per difendere il suo genere da una forza del male chiamata “L’oscurità”. Ciò che sembrava una storia capace di intrattenere i fan del mondo fantascientifico in realtà si è rivelato un classico racconto all’americana con i cattivoni di turno e i buoni che devono distruggerli. Anche se potrebbe sembrare che la trama si risollevi nel corso del gioco, in realtà pare solo un escamotage per farci continuare a giocare senza arrivare a nessuna conclusione vera.
E dopo il livello 20?
Molti hanno tentato di abbattere quel grande colosso quale è World of Warcraft e molti hanno fallito miseramente senza riuscire nemmeno a scalfirlo. Badate bene però, Destiny non è un gioco capace di annientare il colosso e una cosa in particolare rende questo impossibile. In WOW dopo aver raggiunto il livello finale si apre un vero mondo nel quale viaggiare e combattere con i propri amici. Il livello finale diventa il vero inizio del divertimento e del gioco stesso. Il problema di Destiny invece è che l’arrivo al livello 20 corrisponde effettivamente alla quasi totale morte dello spasso. A risollevare il tutto c’è il crogiolo, che funge da nucleo dopo il fatidico livello 20.
Bungie ha un’abilità enorme nel creare i titoli multigiocatore PVP e il crogiolo è proprio questo: il combattimento giocatore contro giocatore in un’arena. Questa modalità ci metterà contro altri giocatori in diverse modalità, tra cui troviamo il classico Team Deathmatch, Deatchmatch, Controllo e Recupero. Queste modalità potranno tenere occupati molti giocatori in attesa dell’uscita dei prossimi contenuti espansivi, ma anche qui il problema risulta palese dopo pochi istanti di gioco. Per bilanciare la differenza dei livelli dei personaggi nel gioco tutte le armi saranno private dei loro upgrade e quindi toglieranno il danno originale. Cosa ben gradita sì, peccato però che le armi degli ultimi livelli sono ugualmente potenti e capaci di spazzare il nemico con un unico colpo e non parliamo nemmeno delle abilità. Il giocatore infatti potrà usare l’abilità del personaggio che utilizza e spazzare via più nemici insieme senza batter ciglio. Tutto ciò non fa altro che rendere il gioco frustrante per alcuni e noioso per altri. Sicuramente un team come Bungie poteva gestire al meglio la componentistica primaria che l’ha reso celebre e tutti noi ci aspettavamo molto di più.
Ti vedo in ACCADDI!!!!
Molti vedevano in Destiny il vero precursore della next gen, il titolo capace di farci strabuzzare gli occhi dinanzi alla maestosa potenza provocata dalla visione dei pianeti. In parte è stato cosi, ma solo in parte. Eh sì, perché il titolo pur avendo un comparto grafico di tutto il rispetto non offre per davvero dei momenti stratosferici che fanno urlare al miracolo grafico. Non è un difetto, ma sicuramente ci si aspettava quel qualcosa in più che non c’è. A sua difesa, però, il gioco gira a 1080p con uno stabilissimo frame bloccato a 30. Quindi non ci saranno rallentamenti nemmeno durante le scene più movimentate e dobbiamo complimentarci con Bungie per ciò.
Durante le varie scampagnate però ci ritroveremo dinanzi a degli scenari che tolgono il fiato per un istante per la loro magnificenza. Viaggiare nel buio con dei cristalli illuminati da una flebile luce risulterà essere un’esperienza onirica e davvero incredibile e anche vedere i soli panorami sarà una gioia per gli occhi, il palato e le orecchie.
Parlando del comparto sonoro invece non si può dire niente se non che si tratta di una colonna sonora magistrale gestita egregiamente e con maestria. Ogni suono pare essere stato creato appositamente per il mondo in cui ci troviamo e per l’azione nella quale siamo invischiati.
Si è detto di tutto di questo gioco, Destiny, ma resta il fatto che si tratta di un prodotto sperimentale che ha le carte in regola per riuscire a sfondare, ma per ora non le mostra e ci fa del fumo come antipasto. Molte delle meccaniche sono ormai viste, anche se sicuramente non è questo il vero problema del gioco quanto l’abnorme ripetitività e ne consegue che lo si abbandona. Anche il crogiolo, che dovrebbe risollevare le sorti della partita dopo il level cap non riesce nel suo intento diventando solo un guazzabuglio di persone che si sparano e si uccidono in modo irrazionale e caotico.
Il vero fulcro del gioco diventa il gameplay, che grazie alla maestria di Bungie è fluido e incredibilmente vario. Trovare un’arma che fa per noi diventa non solo una cosa possibile, ma doverosa in quanto si crea la sincronia tra il giocatore e l’arma. Cosi ogni movimento e ogni azione diventa divertente da fare, ma ciò dura per poco per colpa del motivo sopracitato.
Lo stile grafico nonostante non sia uno dei meglio riusciti regge comunque le sorti della partita e i panorami fanno innamorare chiunque e se uniamo questo alla colonna sonora incredibile otteniamo un connubio perfetto.