Devilman Grimoire #1-3: Recensione

Sono poche quelle serie che continuano a suscitare l’interesse di un vasto pubblico dopo decenni dalla loro nascita e Devilman è sicuramente una di queste. A quasi mezzo secolo dalla prima pubblicazione della serie originale, ad opera del padre dei più famosi mecha al mondo Go Nagai, il demone Amon (colui che uccide per diletto) ed il suo fragile ospite Akira Fudo tornano nel reboot Devilman Grimoire (o Devilman G) disegnato da Rui Takato che mantiene tutti i canoni della vecchia edizione ma, attenzione, non si tratta di una semplice ristampa, non è un copia-incolla con una nuovissima copertina colorata, piuttosto uno spin-off che conserva alcuni personaggi indispensabili ed alcune vicende rivisitate tenendo fede a ciò che caratterizza lo stile inconfondibile del suo celeberrimo creatore.

Un tuffo nel passato

Tutto ciò che possiamo trovare in Devilman Grimoire non fa altro che riportarci a quel decennio d’oro dei manga giapponesi con tutto ciò che in quegli anni era un “must” e che a giorni nostri è stato accantonato o limitato dall’evolvere della società giapponese e dalla possibilità di apprendere qualsiasi tipo di informazione a prescindere dal luogo nel quale ci troviamo. I personaggi urlavano in faccia agli avversari i nomi dei loro attacchi (spesso in lingua inglese) mentre li eseguivano, i lunghi monologhi mentali che riempivano le pagine dilatando inevitabilmente oltre misura il tempo del dialogo e della narrazione nonostante fossero impegnati in uno scontro di pochi secondi e i vari stereotipi con tutti i cliché che hanno caratterizzato il Giappone dagli anni ’70 agli anni ’90 inerenti a scuola, teppisti, folklore e acconciature pacchiane.

Spin-off

Questo “nuovo” Devilman procede con una trama semplice e lineare durante il rodaggio del potentissimo demone Amon impossessatosi del giovane e debole Fudo che, col suo animo puro, tiene relativamente a bada la sete di sangue del demone. La differenza lampante di Devilman G, per la quale solo i fedeli della serie potrebbero storcere il naso, è il rito con il quale Amon entra nel corpo di Akira e per la mancanza di un personaggio a dir poco principale nella prima serie ma, come potrete notare su queste pagine dai disegni e dallo stile inconfondibile, adesso la sua presenza sembra quasi inaspettatamente superflua.

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Redazione