Dragon Quest Builders 2 – Recensione

Dragon Quest Builders 2

Dragon Quest Builders 2 è finalmente arrivato. Gli appassionati di RPG di stampo giapponese non possono non conoscere la serie di Dragon Quest, nata nel 1986 su NES e arricchitasi nel corso di più di trent’anni di vari spin-off. Fra questi, il più recente è stato l’apprezzatissimo Dragon Quest Builders, uscito nel 2016, che ha tentato in maniera piuttosto convincente di mescolare l’identità della serie a elementi sandbox di “minecraftiana” memoria.

Inizia una nuova avventura.

In ritardo rispetto all’uscita orientale, è arrivato da poco in Europa il sequel Dragon Quest Builders 2, che riprende la trama del primo capitolo e si pone esattamente dopo la fine di Dragon Quest II: Pantheon di Spiriti Maligni, riprendendo le meccaniche del prequel e arricchendole in ogni aspetto. Il risultato finale qual è?

Per fare il legno ci vuole l’albero

Dopo la sconfitta di Marloth e Hargon, le forze del male non si sono comunque arrese e i cosidetti Figli di Hargon continuano a spadroneggiare in tutto il mondo conosciuto. Troviamo il nostro eroe, di cui potrete personalizzare sesso, colore degli occhi e dei capelli, imprigionato su una nave dei già citati cattivoni. Dopo la prima parte del tutorial, la nave naufragherà su un’isola deserta, che conosceremo d’ora in poi come Isola del Risveglio, sulla quale troveremo un Malroth che ha perso la memoria e altri amici che ci accompagneranno nel corso dell’avventura.

Martello alla mano, è tempo di darsi da fare.

Il nostro obiettivo sarà mettere in pratica le nostre innate doti di costruttori e ridare vita alle isole piagate dalla presenza dei figli di Hargon per poter ottenere nuove conoscenze e ridare vita alla nostra isola principale, ormai abbandonata da tempo dal costruttore originale. Come? Semplice. Ogni blocco (o quasi) di cui è composto il mondo di gioco è distruttubile dal martello del nostro anonimo protagonista, esattamente come in Minecraft, e potrà essere raccolto per essere posto in un luogo diverso o, in modo molto più lungimirante, combinato con qualcos’altro attraverso le Ricette.

Sarà così che unendo più materiali nel nostro banco da lavoro, o un’incudine per le armi, otterremo oggetti sempre diversi con (proseguendo nel gioco) materiali diversi e di colori diversi. I materiali base li potremo ottenere, come già detto, distruggendo il mondo di gioco, ma anche combattendo i nemici.

Distruggi che ti passa

Una delle meccaniche introdotte in Dragon Quest Builders 2 è infatti il combattimento action in terza persona che vedrà protagonista il nostro party, generalmente composto dall’Eroe e da Malroth, ma che potrà arricchirsi di personaggi secondari man mano che proseguiamo con l’avventura principale.

Purtroppo però, questo lato della produzione risulta piuttosto carente e, specialmente a causa del fatto che manca un tasto per schivare o parare, ogni combattimento si risolverà attaccando con armi sempre più forti e scappando per recuperare un po’ di vita tramite cibo o erbe medicinali. Il tutto ci consentirà di ottenere punti esperienza e salire di livello, permettendo al nostro eroe di scoprire ulteriori ricette e nuove armi. Non avremo scontri particolarmente difficili, tutt’altro, ma questo è sicuramente un aspetto che vorremmo vedere migliorato in un eventuale seguito.

L’avventura di Dragon Quest Builders 2 è costellata di novità al gameplay introdotte in maniera graduale e ben bilanciata, in modo da rendere ogni sezione unica e appagante. Se nella prima isola, infatti, conosceremo i segreti dell’agricoltura e come ottenere cibo e risorse sfruttando i campi, successivamente saranno i metalli a farla da padrona e così via. Il nostro obiettivo sarà, ogni volta, riportare in auge la civiltà che ci ospita sulla sua isola, per poi poter portare con noi alcuni dei suoi abitanti e sfruttare le conoscenze ottenute per accrescere la nostra, di casa.

Tanti saranno gli oggetti chiave che sbloccheremo oltre al nostro famigerato martello e altrettante sono le meccaniche che stiamo tralasciando, perché per descriverle tutte servirebbe un articolo a parte. L’ossatura ve l’abbiamo comunque presentata, e potete ben capire quanto vaste siano le possibilità di personalizzazione del titolo.

Per fare un albero ci vuole un seme

Le novità introdotte da Dragon Quest Builders 2 rispetto al suo predecessore non si fermano certo al combattimento, ma vanno ad espandere l’esplorazione e la costruzione in tante piccole cose. È ad esempio disponibile la modalità in prima persona, che se è sicuramente meno precisa per la costruzione e il modellamento dei nostri edifici, dona però una sensazione incredibile di immersività e fusione col mondo di gioco.

Troppo immersivo, mi sta venendo anche a me il mal di mare!

È stata introdotta la corsa, che consuma una barra aumentabile con l’avanzare dei livelli dell’Eroe, e il viaggio rapido, entrambe caratteristiche che facilitano l’esplorazione del coloratissimo mondo di gioco, visitabile anche con gli amici. Ricche anche le funzionalità online, sia su PlayStation 4 sia su Nintendo Switch.

Tecnicamente parlando, Dragon Quest Builders 2 è una piccola gioia per gli occhi: coloratissimo e molto dettagliato, con biomi sempre diversi e particolareggiati in ogni loro singolo elemento. Abbiamo solo notato qualche lievissimo rallentamento durante le situazioni più concitate, soprattutto negli scontri, ma niente che una patch futura non possa sistemare agilmente.

Banale e ripetitiva la colonna sonora, invece, che seppur sia composta da tracce veramente ispirate e orecchiabili, le ripete all’infinito donando quella sensazione da “stacco le cuffie e metto un po’ di musica”.

Dragon Quest Builders 2
  • 8.5/10
    - 8.5/10
8.5/10

Commento Finale

ragon Quest Builders 2 è il degno successore di un primo capitolo sicuramente ispirato, che aveva già dato grandi soddisfazioni agli appassionati nel 2016. Il connubio del vari generi, unito agli elementi sandbox, dona una varietà e un generale senso di appagamento che vi terranno incollati allo schermo ben oltre la durata della campagna principale. Consigliatissimo.

Sull'autore

Gabriele Gemignani

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