Enemigo di Jiro Taniguchi – Recensione

Enemigo
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Ricordo che leggendo la prima volta un graphic novel di Jiro Taniguchi rimasi sconvolto dalla storia, dalla narrazione, dai disegni e da tutto l’intreccio. Ricordo benissimo che piansi alla fine della lettura e quel Cielo Radioso me lo porto sempre nel cuore. Siamo tutti abituati a leggere quei racconti dettati dalla maturità di un autore ormai adulto e vissuto, ma in pochi hanno a che fare con le sue opere di quel periodo in cui iniziava a uscire la sua “occidentalizzazione”. Quella caratteristica intrinseca che non è andata molto a genio a tutto il popolo nipponico, ma che è stata di gran lunga apprezzata qui in occidente.

Grazie a Rizzoli Lizard ad esempio possiamo mettere finalmente le mani su Enemigo. Si tratta di un graphic novel di notevole spessore realizzato in collaborazione con un gruppo di sceneggiatori con l’acronimo M.A.T. nel 1985. Una storia un po’ datata quindi, ma si sente tutta la potenza narrativa votata all’azione, alla politica e alla maturità.

Jack Ryan o Rambo?

La storia in questione è un action fantapolitico parecchio interessante e sopratutto ben elaborato. In primis bisogna parlare del paese coinvolto nella storia, Nasencio. Si tratta di un paese fittizio del Centro America che dopo un periodo di dittatura è pronto a riscattarsi. Dopo il governo democratico il desiderio primario è quello di riscattarsi sul fronte economico cercando di costruire una serie di piantagioni del grano da esportare all’estero. Con i campi in progettazione il paese potrebbe diventare uno spietato concorrente del Nord America e ovviamente non si tratta di qualcosa di tollerabile. A capo del progetto troviamo una ditta giapponese guidata dal giovane imprenditore Yuji. Questi però viene rapito non appena arriva nel paese con un riscatto che nessuno vuole pagare per non dover perdere una futura fortuna economica.

Sarà la segretaria di Yuji, Gloria Robero, a chiamare in aiuto il fratello Kenichi. Questi è distante dal proprio fratello e svolge l’attività del detective privato dopo una carriera da militare. Inizialmente riluttante, Ken decide di partire per il Nasencio senza curarsi della propria vita, ma cercando piuttosto di aiutare Yuji a tutti i costi. Sarà proprio qui che scoprirà delle verità poco chiare e troverà degli alleati inaspettati.

Un action noir

Gli sceneggiatori del circolo M.A.T. hanno costruito una storia che certamente sente il peso degli anni, ma vi assicuro che una sua trasposizione cinematografica sarebbe appassionante. L’intreccio narrativo che si viene a creare colpisce non solo i personaggi principali, ma anche quelli secondari finendo per congiungere sullo stesso binario. Come metodo narrativo sicuramente questo si discosta leggermente dalle produzioni nipponiche del 1985 e che quindi funge quasi da avanguardista nel confronto del genere a cui appartiene. Personalmente ho apprezzato molto alcuni dettagli militaristici che a me piacciono sempre.

I personaggi vengono descritti attraverso dei dialoghi semplici, ma avvincenti e dei flashback e finiscono per creare una sorta di legame con il lettore. Kenichi è il classico tipo tosto dalle poche parole e dal passato turbolento nonostante i genitori amorevoli. Un uomo che indaga come un militare e sa come usare una qualsiasi arma e finisce per agire come quei personaggi del film noir con la loro femme fatale.

Jiro Taniguchi invece agisce in modo un po’ primordiale probabilmente, ma riesce benissimo nella delineazione della storia. I personaggi sono caratterizzati a dovere e i loro occhi parlano in modo chiaro e conciso. Proprio la loro parte gioca un ruolo fondamentale e ci fa capire parecchie cose sui personaggi presenti sulla carta. La struttura delle tavole e delle vignette è un po’ grezza, ma è storia pura.

Come afferma lo stesso autore in un interessante intervista posta alla fine del volume, la sua influenza è quella occidentale e ciò si nota in un maniera eclatante. Il bianco ed il nero dominano la scena, ma una grande attenzione viene posta ai dislivelli delle due tonalità. Queste creano i mille contrasti che poi contraddistinguono anche i dettagli ambientali e sopratutto in notturna si sente molto la deriva europea. Altri articoli posti alla fine del volume impreziosiscono questo volume con dei dettagli parecchio interessanti e alcuni aneddoti che magari non conoscete ancora.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".