Era il nostro patto di Ryan Andrews – Recensione

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Le avventure da giovanissimi sono delle esperienze magiche, capaci di unire le persone e di creare legami indissolubili. Avventure che mi hanno legato a coloro che continuano a essere degli amici sinceri nonostante l’età e nonostante tutto. Quindi per me leggere il graphic novel Era il Nostro Patto di Ryan Andrews è stato un viaggio catartico attraverso la mia vita e questa mia immaginazione, che continua a non avere un fondo. Il volume è edito dalla casa editrice Il Castoro, che bisogna dirlo, tratta con riguardo le proprie opere e ha l’abilità (e un pizzico di fortuna) di acchiappare quelle che parlano a tutti, senza distinzione.

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La storia è ambientata in una notte magica, quella dell’Equinozio d’Autunno, quando in città le persone preparano delle lanterne da lasciare in dono al fiume. Un momento che Ben e i suoi amici adorano e non si perdono per nulla al mondo. Quell’anno il loro piano era tanto semplice quanto coraggioso, non voltarsi indietro, non tornare a casa e andare a rincorrere le lanterne lungo il fiume, per vedere la loro destinazione. A seguirli a debita distanza c’è Nathaniel, un ragazzo allegro e spensierato, amante dello spazio e delle materie scientifiche e ovviamente odiato da tutta la compagnia di Ben.

L’avventura dei due ragazzi inizierà quando tutti gli altri decideranno di voltare il proprio sguardo verso la città e di tornare a casa. Ben e Nathaniel invece continueranno a seguire una via tortuosa che li porterà ad affrontare sé stessi le proprie emozioni e a diventare più maturi e uniti.

Questa storia è un viaggio in tutti i sensi. L’avventura dei due ragazzi porta dei punti importanti da conoscere anche per un adulto. Piccoli insegnamenti riguardo le persone, il loro carattere e la vita stessa. Cose di tutti i giorni che spesso non prendiamo in considerazione, ma che inesorabilmente finiscono per ferirci e darci delle lezioni. Nathaniel è un ragazzo particolarmente sincero e allegro che non si vergogna di mostrare le proprie passioni e non teme la derisione. Ben d’altro canto ha un carattere più chiuso e pauroso, ma solo perché teme il giudizio degli altri. Quante volte abbiamo fatto qualcosa solo per non passare per scemi davanti agli altri?

Era il nostro patto

La storia scritta da Andrew Ryans è emozionante e coinvolgente, ma soprattutto piena di magia. I personaggi conquistano dalla prima all’ultima pagina e tutto acquista un’aria onirica e autunnale. Il racconto è perfetto in questo freddo periodo, quando il giorno diventa sempre più corto, mentre la notte sempre più lunga. I personaggi parlano tanto, si spiegano e ogni tanto bisticciano. Eppure, nessun dialogo è superfluo, nessuna battuta risulta essere fuori luogo. Ogni cosa ha un suo perché, anche l’orso parlante. Ovviamente non voglio fare spoiler sui contenuti più reconditi, ma credetemi, l’atmosfera che andrete a respirare andrà a posizionarsi tra le opere di Studio Ghibli alle fiabe occidentali.

Il disegno che ritroviamo in Era il Nostro Patto è pulito, minimalista e delicato. Il tratto di Andrew regala alcuni piani lunghissimi veramente incredibili vista la quantità di dettagli presenti. Paesaggi che accendono la fantasia senza troppa difficoltà. Quando parliamo invece dei personaggi, in quel frangente tutto acquista un’aria molto più minimalistica, dove la precisione diventa quasi superflua. Quella stessa assenza di dettagli gioca però un ruolo fondamentale all’interno della narrazione, prendendo spunto da tantissime opere orientali e occidentali, ma fondendo tutto in un proprio caleidoscopio di meraviglia.

Era il nostro patto cover

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".