Evoland – Recensione

Il progresso videoludico ha subito davvero tantissime evoluzioni nel corso degli anni e i videogiocatori più anziani, quelli che hanno vissuto abbastanza inverni, ricordano con nostalgia i vecchi tempi passati davanti alla console. Quando i problemi erano pochi, il tempo era davvero tanto e le terre digitali da esplorare erano immense e piene di pericoli, personaggi misteriosi e tanta grafica cubettosa ci sentivamo davvero al settimo cielo. Oggi molti giocatori cercano di rivivere quelle emozioni grazie al retrogaming, mentre alcune software house cercano di ricreare i giochi retrò per questa generazione. Altri come Shiro Games cercano di creare qualcosa di particolare e quel qualcosa è Evoland, nato dal concorso Ludum Dare e dopo averlo vinto lo resero pubblico su Steam, Gog e ora su IOS e Android. Vediamo più a fondo questo titolo e scopriamo cosa ha da offrirci.

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RPG? Hack n’ slash? Un po’ di tutto!

Potremmo chiamare Evoland un semplice RPG o un Hack n” Slash, ma tutto ciò sarebbe piuttosto riduttivo perché il titolo offre ben altro rispetto a qualche unione di generi. Evoland è per l’appunto un evoluzione, la terra dell’evoluzione. Si tratta di un gioco in cui noi durante la breve campagna visioneremo tutto ciò che è stata la storia del videogioco. Con questo termine intendiamo l’insieme dei rami che comprende il comparto grafico, quello sonoro e di gameplay. Fin dai primi frangenti del gioco si respira un’aria di nostalgia, dei bei tempi passati con il NES e con quel piccolo gran gioco qual è The Legend of Zelda. In bianco e nero, a 8 bit, muoveremo i nostri primissimi passi attraverso le pianure e le boscaglie di un mondo virtuale del tutto nuovo. Nonostante questo, però, tutto sarà un continuò Deja Vù. Ci ritroveremo a combattere nel classico stile a turni presente nei vecchi Final Fantasy o Dragon Quest. Tutto infatti ricorda The Legend of Zelda, Final Fantasy, Dragon Quest, Diablo. Perfino i nomi che i nostri eroi possiedono e le città sono un chiarissimo riferimento alle saghe videoludiche elencate poco fa. Il nostro impavido protagonista, Clink deve salvare il mondo dal potente nemico Zephiroth e ad accompagnarlo ci sarà la maga Kaeris. I giocatori più giovani forse non riconosceranno questi nomi, ma per quelli della vecchia guardia tutto ciò sarà come un ritorno a casa.

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La storia del gioco è cosi breve e spicciola che probabilmente non serve nemmeno parlarne, soprattutto perché è stata relativamente trattata nel paragrafo precedente. Ciò che però rovina in parte quest’avventura tra il vecchio e il nuovo è il gameplay. Si sa che il touch ha un grosso difetto, quello dell’assenza di tasti fisici che ci permettono di controllare il personaggio. Difatti i due stick (uno per muoversi e l’altro per colpire il nemico oppure per parlare con i personaggi presenti nella città.) sono davvero piccoli e talvolta si muore non per la difficoltà, che è quasi assente, ma perché è davvero facile far slittare il dito nella direzione sbagliata. Tuttavia dobbiamo dire che il gameplay è diviso in molte sezioni e se in certi frangenti dovremo attraversare dei dungeon alla The Legend of Zelda e morire per un nonnulla pervia dei comandi, altri dungeon li affronteremo con uno stile più semplice e immediato, quello di hack n’ slash. Durante le fasi alla Diablo ci troveremo a dover annientare orde di nemici come se non ci fosse un domani. La continua evoluzione ci fa provare molti gameplay in una sola volta, senza catturarci del tutto, causa la breve durata di questi.

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Da cubi a deformed.

Come accade per il gameplay, anche il comparto grafico e sonoro saranno vittime del continuo mutamento. Iniziare con la grafica a 8 bit, senza niuno accompagnamento musicale sarà un qualcosa di particolare, ma man mano che andremo avanti troveremo delle modifiche grafiche sempre maggiori. Da un mondo bidimensionale si passerà a quello tridimensionale, anche se il dettaglio sarà davvero basso. Poi il dettaglio aumenterà e avremo le texture in alta definizione che daranno un’aria particolarmente fiabesca a tutto il gioco e lo stesso vale per la città che visiteremo. Lo sfondo pre renderizzato passerà dalla bassa all’alta qualità in breve tempo e ci catapulterà direttamente nel mondo di Final Fantasy VII. Le luci ambientali saranno un ulteriore passo in avanti che darà tante soddisfazioni ai giocatori. Le stesse musiche evolvendosi diventano sempre più elaborate e curate fino a diventare come la musica

Purtroppo per quanto sia bello, l’esperienza offerta dal titolo è davvero breve e sfuma in una manciata d’ore. Si assaggiano tantissimi stili videoludici, si vedono tantissimi stili grafici, ma tutto ciò passa cosi velocemente da lasciarci quasi a bocca asciutta, nonostante la grandissima qualità. Causa di tutto è il budget limitato che il team usò per creare il gioco.

Evoland è un titolo indie comparso dapprima su Steam e GOG e poi su IOS e Android. Breve, ma intenso, il gioco ci mostra l’evoluzione videoludica in tutti i suoi colori e sapori. Giocare a questo gioco è come fare un tuffo nel passato, fatto di pixel e di deformed characters. Il gameplay purtroppo è rovinato in parte dai controlli touch, che anche in questo caso si rivelano piuttosto scomodi.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.