FIFA 16 – Recensione

Con l’arrivo dell’autunno le temperature si abbassano. La natura si prepara al gelido inverno, determinando un periodo di transizione. Le giornate cominciano a provocare un senso di refrigerio, al mattino sale la nebbia, mentre al pomeriggio si celano plumbee nuvole temporalesche che non lasciano nessuno crogiolare al tepore del sole, ormai sul punto di riposarsi; la notte si allunga ed il dì si accorcia. E’ una stagione considerata triste e malinconica: giunge baldanzoso il momento di riprendere la vita quotidiana. Ma, è anche una stagione esaltante per quanto riguarda la sfera videogiochi che, proseguendo nella sua marcia verso Natale, sarà ricchissima di titoli per ogni palato. E quale modo migliore e giovevole per calare il sipario su quest’autunno se non dedicandosi, felicemente da casa, al calcio virtuale? Beh, si sa, questo sport è un’arma di distrazione di massa.
Pronti per il fischio d’inizio? Il nuovo episodio della serie pallonara targata EA, FIFA 16, è lieta ancora una volta di catapultarvi in un’esperienza ancora più trascinante che non si esaurirà al 90esimo minuto.

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Non è nostra consuetudine decretare la simulazione calcistica per eccellenza. Sono due serie ben lungi dall’essere simili, due filosofie dicotomiche molto differenti tra loro, due principali colossi del mercato videoludico attuale. E’ chiaro che sia Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) che FIFA 16, oggetto di questa recensione, godono di una consolidata fetta d’utenza da un potenziale assiduo per ambe le software house. In tali casi, urge gridare al mondo: de gustibus!
Archiviata questa digressione, sperando che qualcuno non si lambicchi il cervello nella disperata ricerca del simulatore calcistico migliore, torniamo ordinariamente a noi.
Negli ultimi anni, EA ha piantato radici sempre più solide nel gioco per assottigliare sempre di più al fruitore il confine tra universo reale e quello virtuale. Dopo un precedente capitolo passato sotto ai raggi x della critica, frutto di alcune imperfezioni di troppo all’interno di esso, lo scopo è quello di far leva sugli errori commessi, smussarli, in modo da permettere una giocabilità degna del franchise. Anzitutto, FIFA 16 vanta di una caterva di modifiche che vanno ad incidere non solo i menù e le modalità disponibili, bensì quello che avviene anche sul rettangolo di gioco. Vediamo nel dettaglio come si è comportato il team di Vancouver con l’ultima iterazione.

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“Non va!”

Togliamoci subito un peso di dosso, ed esaminiamo in primis le lacune e le incertezze che attanagliano a colpo d’occhio il titolo. I momentum, ovverosia gli script, che agiscono in determinati momenti topici del gioco, appaiono meno invasivi rispetto ai precedenti capitoli della serie. Gli schemi, le tattiche e le abilità dei giocatori vengono inghiottiti in un attimo da una demenza senile, abile nel stravolgere i parametri tecnici in singole occasioni. Una litania ormai conosciuta nel corso degli anni, ma le gioie e i dolori rimangono vividi ai giocatori: segnare all’ultimo minuto implica ad un’esultanza incontenibile, invece subire comporta ad una reazione con foga davanti al monolite. Gli arbitri, invece, risultano essere altalenanti. L’introduzione della bomboletta spray non basta per discolpare quest’assenteismo nella soluzione del problema che avvinghia il giudice di gara: in certe circostanze fischia falli inesistenti, specie se in area di rigore avversaria, o lascia proseguire l’azione di gioco in seguito a scivolate dure. I tiri appaiono più molli e deboli. L’intelligenza artificiale è affinata, non al massimo, tuttavia i giocatori si propongono spesso bene per i passaggi o per chiudere gli spazi. Può incuterci un po’ di paura la risposta degli estremi difensori: in certi frangenti sono impenetrabili, in altri eseguono papere inscusabili. Insomma, capita spesso anche di colpire pali e traverse durante una partita. Non sono di certo queste critiche che potrebbero bocciare il giudizio finale di questa nuova edizione, al contrario viene promosso da presagi novità ed innovazioni apportate nel gioco.

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Play beautiful

Diciamocelo e ripetiamocelo: EA ha deciso di non scombussolare il prodotto quanto fatto dai suoi predecessori. L’obiettivo è ovviamente quello di consacrare i suoi pregi, colmare i difetti (come dicevo poc’anzi, ne hanno limate ben poco) e migliorare l’esperienza di gioco, apportando piccole modifiche in termini di giocabilità e grandi novità in termini di modalità.
Il ritmo di gioco di FIFA 16 è finalmente più ragionato. La difesa è più equilibrata, in quanto è possibile controllare l’avversario o intervenire nel raddoppio di marcatura con più tempismo e padronanza. Il desiderio di impedire di bucare le difese con le solite accellerazioni, abilità e destrezza permettendo, è finalmente avverabile. Per quanto ne concernono i passaggi, è possibile contemplare il cosiddetto passaggio con scopo, applicabile sia ai tocchi rasoterra che ai cross, il quale vi conferisce maggior libertà nell’impostazione dell’azione. Sebbene alla prova dei fatti non sia per nulla agevole utilizzare questa funzione, è lecito ammettere che occorre depauperare il livello di “assistito” per mettere esiguamente in opera quello della manualità. Così, in buona parte, la precisione diventa proporzionale alla vostra bravura. Lo stesso discorso vale per i dribbling: con il nuovo sistema No Touch Dribbling sarà possibile adempiere a mosse abilità ed a finte senza sfiorare minimamente la palla, e tutti i giocatori presenti possono usufruire di questo nuovo sistema di controllo; la sua efficacia è pertanto dipesa dalle stelle skill, ma pur sempre si tratta di un gesto rischioso, ovviamente se espletata male. Fortunatamente, dribblare i giocatori è diventato più complicato anche per i veterani. Quanto alla fisica della palla si segnala un netto miglioramento.
Se dovessimo completare il quadro sul discorso gameplay sin qui dipinto, potremmo dire che riesce a regalare innumerevoli ore di gioco.

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Le donne scendono in campo

Per la prima volta nella serie, FIFA si tinge di rosa: il calcio femminile fa il suo dirompente esordio in questa nuova edizione. Potrete prendere accesso a dodici nazionali – Australia, Brasile, Canada, Cina, Inghilterra, Francia, Germania, Italia, Messico, Spagna, Svezia e Stati Uniti – come calcio d’inizio, amichevoli online e tornei offline. Esatto, non esiste alcun modalità fuorché queste tre sopracitate. A livello di gameplay, si notifica un approccio ancora più lento e misurato rispetto alle squadre maschili, poiché ne risentono le diverse doti fisiche delle atlete. In fin dei conti, EA ha svolto un lavoro molto sotisficato nel riprodurre attraverso la sessione motion capture le movenze delle giocatrici; i lineamenti del volto e gli ornamenti, invece, sono stati scansionati e ricreati digitalmente ai minimi dettagli per regalare gli aspetti ragguardevoli delle loro controparti reali. Tutto in una parola: eccellente.

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FUT (Draft)

La modalità Ultimate Team ha acquisito sempre più calibro con il passare del tempo. L’amalgama di squadra è fondamentale, non importa solo la qualità del singolo. Riteniamo inessenziale spendere due parole su cosa consiste la modalità in sé. La nuova idea del Draft non è riprovevole, tutt’altro. Essa ci consente di scegliere un determinato modulo nel quale bisogna selezionare ogni singolo giocatore per ruolo tra i cinque proposti in modo da creare un team, tenendo a bada l’intesa. Per vincere la suddetta modalità, non serve altro che disputare una serie partite. Maggiori sono il numero di vittorie (max 4) e maggiori sono le ricompense. Necessita, d’altronde, dei requisiti per la partecipazione: bisogna snocciolare 15.000 gettoni, 300 gettoni o 1 gettone.

Il divertimento conta

Lo anticipiamo subito: non è oro tutto quello che luccica. Ciò nonostante dobbiamo apprezzare gli sforzi del team, per aver conferito ancora più carattere alla produzione. C’è abbastanza occorrente per mantenervi incollati dinanzi al televisore. A trarre beneficio dall’engine di gioco sono le animazioni, adesso ancora più fluide e nitide. Grafica a parte, le altre modalità rimangono invariate, il Pro Club, le Stagioni Online, le Amichevoli Online e la Carriera (salvo i nuovi tornei pre-stagionali, trasferimenti più logici e meno “interruzioni” per tenervi impegnati tra una partita e l’altra). Buona la telecronaca che vede protagonisti per la seconda volta consecutiva Pierluigi Pardo e Stefano Nava. E per finire, il comparto acustico vi terrà compagnia: oltre 40 brani nuovi di zecca sono stati inseriti con molta attenzione.

 

EA ha speso energie per conservare un’edizione che promette davvero bene. FIFA 16 è un ottimo gioco di calcio e tutti i miglioramenti proseguono nella stessa direzione: offre un ritmo di gioco più ponderato. Senza dimenticare che i difetti sono stati accarezzati e poco levigati. Ma è il solito simulatore calcistico, divertente e straripante.

Sull'autore

Luigi Fulchini

Studente e uno dei fondatori di HavocPoint.it. Scrive di videogiochi.