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Negli USA è da poco finita tutta la serie horror di Gideon Falls, creata dal canadese Jeff Lemire e disegnata dall’italianissimo Andrea Sorrentino. Una storia su una città, dei personaggi divisi e diversi e un granaio con una strana creatura al suo interno. Ammetto che durante la lettura del primo numero ebbi un po’ di brividi nel vedere quell’essere sorridente e ammetto che il suo magnetismo mi conquistò. Era un pomeriggio ed ero in viaggio per una proiezione di un film d’animazione in anteprima. La storia di Gideon Falls era impregnata di un magico magnetismo che mi conquistò e dimostrava ancora una volta l’incredibile capacità di Lemire nell’imbastire delle storie potenti. Con il terzo numero, edito come sempre da BAO Publishing, ho inoltre visto degli omaggi che mi lasciarono piacevolmente sorpreso.
La storia riprende dove era terminata la precedente. I personaggi sono tutti dispersi e il nostro prete è impegnato nell’inseguire colui che si cela nel granaio. Un viaggio che lo porterà attraverso le varie epoche e lo sconvolgerà per ciò che troverà al loro interno. Oltre alle epoche, si tratta di veri e propri mondi, che vivono in modo diverso e tutti si ricorderanno dello strano uomo sorridente che seminerà il panico e distruzione. Ricorda qualcosa? Anche Norton intanto non se la passa un gran bene e si finisce per ritrovarsi in Gideon Falls, con quella che sembra essere sua sorella.
I tasselli che Lemire getta in questa storia sono tanti e non è qui che vengono raccolti per formare il mosaico. Si tratta infatti di un volume ancora lontano dal finale, ma qualcosa diventa chiaro. Giden Falls è una città impregnata di mistero, religione e morte e tutto riconduce sempre al vecchio fienile nero. In questo terzo numero era inoltra chiara l’ispirazione di Lemire, che ha omaggiato insieme a Sorrentino La Torre Nera del buon Stephen King. Quell’inseguimento attraverso la città nel pieno Far West, la figura che fugge ed è difficile da seguire. Tutto riconduce al capolavoro di King, tranne il protagonista. Il prete è un uomo di chiesa e di pace e non pronto a lottare contro una bestia simile, ma non è nemmeno il momento per farlo. Con questo numero conosciamo un po’ di dettagli riguardanti i personaggi e i loro legami, ma è chiaro che è un volumone di transizione.
Andrea Sorrentino ha il suo stile cosi particolare e funzionale da far paura. In questo volume particolare, i dettagli giocano un ruolo fondamentale in ogni istante. A colpire me personalmente è come sempre l’uomo del granaio e il suo sorriso, che non vorrei mai vedere dal vivo. Sorrentino e la sua precisione regala inoltre ottime inquadrature che fanno ricordare La Torre Nera proprio come l’avevo immaginata io. Altra importanza viene data ai volti delle persone, che appaiono come delle persone vere e proprie, quasi delle fotografie stilizzate.