Infliction Extended Cut – Recensione

Alcune opere all’interno del mercato videoludico sono destinate a lasciare il segno nell’immaginario collettivo degli appassionati del settore e specialmente quelle incompiute, abbandonate e quasi maledette suscitano un incredibile fascinazione nelle menti di tanti creator…caso emblematico è lo sfortunato Playble teaser (P.T) dedicato a Silent Hills targato da nientemeno che Hideo Kojima. Quel breve assaggio concepito della rinomata software house che ha recentemente dato alla luce Death Stranding è stato un punto di riferimento in questi ultimi anni per tanti sviluppatori che si sono approcciati al genere horror, ed a testimonianza di ciò non possiamo di certo soprassedere la sua preponderante rimodulazione anche nella recente opera di Media Molecule (Dreams) che ci ha permesso di veder in tutte le salse quel claustrofobico corridoio.
In questa istanza è quindi d’uopo sottolineare che il metro di paragone con l’operato di Kojima risulta esser quasi obbligatorio se si vuol parlare di Infliction, un prodotto indie che chiaramente si ispira sia per alcune sue meccaniche che per un’atmosfera terrorifica proprio a P.T, tuttavia non stiamo di certo parlando di un’opera che ha lasciato il segno nell’animo dei videogiocatori viste le sue lampanti criticità che meritano in sede di recensione di esser sviscerate.

Una casa infestata:

Infliction segue un continuum narrativo lineare poichè rispecchia tutti i classici clichè del genere, la storia ha inizio quando il protagonista ritornando verso casa per recuperare dei biglietti aerei da consegnare alla propria moglie si imbatte in uno spirito vendicativo che si aggira per i corridoi della sua stessa dimora.
Senza svelare troppo possiamo con sicumera sentenziare che la storia si rivela interessante al punto da coinvolgere il giocatore creando uno status ansiolitico perenne con un’evoluzione degli eventi che subiranno una repentina precipitazione.
Data la sua idole fortemente stereotipizzata alcuni escamotage narrativi non faranno di certo gridare al capolavoro e di tanto in tanto qualcosa ci farà anche storcere il naso, ma la maggior parte degli elementi rispecchia in toto lo stile delle produzioni horror ed ergo non eccellendo per le tematiche trattate a schermo…insomma non sempre le cose funzionano ma nonostante tutto viene a delinearsi una storia decisamente contorta ed affascinante. Alcuni dettagli importanti della storia, ricalcando un altro classico espediente narrativo, ci viene propinata mediante svariati comunicati e registrazioni attraverso la radio, articoli di giornale, diari oppure tramite ricordi legati agli oggetti. Una miriade di tanti piccoli ogetti sono sparsi negli anfratti più reconditi di un’ambientazione che seppur a prima vista accogliente e quasi rilassante si rivelerà ben presto un luogo inospitale grazie ad un restyling piuttosto marcato al punto tale da trasformarlo improvvisamente in un luogo sporco ed ormai abbandonato così da trasmettere una sensazione di inquietudine e creare un ansia sempre crescente nel videogiocatore.

Movenze legnose ed ambienti distorti:

Il punto critico di questo Infliction lo ritroviamo ovviamente nel gameplay a seguito di un sistema di movimento decisamente legnoso e davvero poco reattivo che frequentemente porta il nosro malcapitato protaginista ad incastrarsi in alcuni punti fondamentali dell’ambientazione, specialmente nei fatidici momenti in cui si viene inseguiti dalla presenza che possiamo facilmente neutralizzare attraverso il flash della fidata polaroid.
Con una chiara ispirazione Project Zero anche qui la fotocamera è un item fondamentale nell’economia di gioco visto che serve per inquadrare presenze altrimenti invisibili ed il suo costante utilizzo aggiunge ovviamente tensione alla natura già poco rilassante del gioco ma in alternativa possiamo usare come giusto che sia il classico interruttore per accendere la luce, a meno che il fantasma non abbia rimosso precedentemente la lampadina.
Ci inoltreremo in ambienti talvota angusti, disorientanti ed assai claustrofobi che vengono riprodotti con una resa grafica di certo gradevole ma che lascia poi ampiamente a desiderare nelle ambientazioni all’esterno, tuttavia l’aspetto che in alcuni punti degli avvenimenti di certo può stuccare risulta esser la continua ricerca da parte del gioco di creare “jump scare” immotivati andando quasi paradossalmente a spezzare l’armonia ansiolitica creatasi ed anzi infondendo solo un’immotivata paura che conduce solo a disattenzione e disincantamento dagli avvenimenti trattati. Di pregevole fattura ritroviamo il comparto sonoro che riesce a far valere i suoi punti di forza specialmente con il classico scricchiolio delle assi del pavimento, le urla, i lamenti, il rumore bianco di radio e tv e il respiro affannato del protagonista nelle situaizoni più concitate che inevitabilmente innalza il tasso di immedesimazione in maniera esponenziale.

Infliction: Extended Cut
  • 7.3/10
    - 7.3/10
7.3/10

Commento Finale

Infliction: Extended Cut arriva nella sua versione definitiva anche su PS4 con un operazione di smussamento relative alle criticità che avevano colpito il titolo al lancio su Steam, in linea generale si tratta di un titolo che ricalca le gesta dei classici horror del panorama indie ed ergo non eccellendo di certo per originalità tuttavia se volete trascorre un’esperienza ansiogena per un paio di ore senza troppe pretese è il titolo che stavate cercando.

Sull'autore

Francesco Palmiero

Enciclopedizzare, narrare, contemplare e condividere insieme l'arte videoludica.