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Qualche anno fa ero a Roma Termini e attendevo il mio treno. Nel frattempo scrivevo delle domande a una mia primissima intervista a Capitan Artiglio e il suo primo fumetto. Non c’era niente di preciso che poteva raccontare, ma si sapeva che l’editore era BAO Publishing e quello bastava per avere tutta la fiducia possibile. Ovviamente a dare fiducia c’era anche il meraviglioso stile dell’autore e con i primi due numeri della sua creatura, Kids With Guns, questa era stata ripagata in pieno. Ogni storia deve terminare, però e con un po’ di dispiacere ho portato a termine la lettura del terzo e ultimo numero di una storia tanto divertente quanto folle.
Il terzo numero di Kids With Guns ha colpito come un pugno di Goku nel pieno della crisi Saiyan e ha terminato un racconto che per me, potrebbe continuare a lungo. Magari in futuro vedremo altre storie dei tre fratelli e magari potremo addirittura conoscere meglio il mondo in cui tutto è ambientato, ma non è questo il giorno.
In Kids With Guns 3 la storia riprende esattamente dove è terminato il secondo volume. La guerra tra i fratelli Doolin sembra essere imminente e nulla potrà mai cambiare farla cessare. Le strategie sono però state messe sul tavolo per contrastare il fratello più determinato dei tre, che guarda caso è anche quello che possiede dei tirapiedi e rappresenta il pericolo per tutta la vallata.
Qui i destini s’incrociano in un danzare di proiettili e pugni dati in faccia, finendo per andare oltre il semplice concetto di famiglia. In fondo, in ogni famiglia si litiga e qualcuno la pensa diversamente da tutti, ma alla fine è importante capire il proprio errore, prendersi le proprie responsabilità è facile qualcosa. Ovviamente questo potrebbe valere anche per i Doolin, se solo non fossero delle teste calde in possesso dei teschi di moloch. Gli artefatti rendono i tre pericolosi e con dei poteri che vanno oltre il limite inimmaginabile.
Scopriamo finalmente qualcosa sull’antichità del pianeta e sulla sua linfa, ma anche sulle creature che continuano a vivere nel nostro mondo. Si tratta comunque di una narrazione veloce e frizzante, come quella dei precedenti due volumi. Capitan Artiglio cerca di andare subito al sodo, spingendo ogni tanto sull’acceleratore con troppa foga. Il risultato è che alcuni pezzo avrebbero meritato un approfondimento maggiore, ma alla fine dei conti anche cosi va bene. I dialoghi tra i personaggi raccontano in maniera veloce i sentimenti, le preoccupazioni e quel mare di paure riguardanti la morte, l’amore e la famiglia. Julian ha dimostrato ancora una volta di essere un buon narratore di storie e inventore di monti magici.
Il tratto con cui disegna è quello solito, che abbiamo imparato ad apprezzare in ogni sua sfumatura. I personaggi recitano in un grande palcoscenico e il grande irrealismo delle figure ha il grande pregio di poter dare ai volti espressioni di ogni tipo. Questo rende i personaggi simile ai grandi attori, che calcano le scene televisive. In questo terzo numero le scene d’azione sono presenti in grande quantità, con una forte ispirazione orientale. A tratti, sembra infatti un manga shonen e sembra che da un momento o un altro qualcuno debba diventare un super Saiyan. In queste scene, però, si nota un piccolo difetto costruttivo delle scene, che talvolta devono essere rilette per essere comprese appieno. Sembra infatti che manchino delle scene d’intermezzo necessarie per comprendere tutto al meglio.
In definitiva si tratta di un terzo numero conclusivo di una storia particolare, emozionante e con un forte impronta citazionista. Le citazioni infatti sono ovunque in ogni numero di Kids With Guns e trovarle tutte rappresenta parte del divertimento. Questa serie merita di essere letta per tantissimi motivi e nelle tre recensioni ne potete trovare parecchi, quindi non vi resta che fiondarvi a leggere.