L’Isola Dei Bambini Dimenticati di Kei Sanbe #1 – Recensione

Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.

Kei Sanbe, l’autore di quel piccolo capolavoro di Erased, ci porta con la sua nuova opera a fare un giro su un’isola alquanto particolare, ovvero L’Isola Dei Bambini Dimenticati, un manga di 4 volumi tutt’ora in uscita sotto Star Comics, in cui un gruppo di bambini dal tormentato passato e i loro insegnanti mossi da un doppio fine tutt’altro che rassicurante, faranno da protagonisti ad una storia mistery a tinte survival horror.

L’isola che nessuno mai scoprirà

Kokoro Suzuhara è un bambino di quarta elementare che, insieme alla sua sorellina cieca Yume di cinque anni, vengono presi in custodia in seguito all’abbandono da parte dei propri genitori, e quindi mandati in quella che sarà per il tempo a venire la loro prossima casa e scuola, l’Isola Hoozuki. In questa isola sperduta nel Mar del Giappone vivono già altri 4 studenti delle elementari, insieme ai loro maestri e dirigenti del campus, incaricati di sorvegliare il piccolo gruppo di ragazzi abbandonati anch’essi dai loro genitori. L’idea di Kokoro che faceva sembrare il campus un luogo pacifico dove studenti e insegnanti potessero vivere serenamente, verrà smontata poco dopo che un ragazzo avvicina il nostro protagonista per rivelargli un segreto che solo i bambini sanno: gli adulti mentono e stanno nascondendo qualcosa. Un ex studente scomparso, un fantasma di una bambina con un abito bianco, scale che non devono essere salite, misteriose figure assassine rintanate nell’ombra e nessuno a cui poter credere davvero: benvenuti nell’Isola Dei Bambini Dimenticati.

Neanche il tempo di sfogliare le prime pagine che si viene subito travolti da una cupa atmosfera di terrore, e dopo appena un paio di tavole si comincerà a respirare un’aria pesante che rimarrà tale per tutta la durata del volume. Il passato traumatico di ogni bambino, vittima d’abuso da parte dei propri genitori, saprà come rifilarci bei cazzotti nello stomaco grazie a piccole scene disturbanti e d’impatto. Pian piano cominceremo inoltre a capire come funzionano le dinamiche a cui andremo incontro nei prossimi capitoli, scopriremo inquietanti luoghi nascosti, ma ci ritroveremo più disorientati di prima, senza alcuna certezza su quanto possano essere veritieri i personaggi dell’opera, se non per il protagonista, il giovane e innocente Kokoro, che farà di tutto pur di proteggere la propria sorella dalle incombenti minacce che potrebbero arrivare da un momento all’altro.

Quando la storia prevale

Un ritmo della narrazione piuttosto frenetico senza tempi morti, ma che non si prende abbastanza spazio per caratterizzare meglio i nostri personaggi, due balloon con un paio di battute e si ritorna ad andare avanti con la storia, carica sì di misteri e momenti da fiato sospeso, ma anche dove l’autore fallisce nel cercare di sdrammatizzare un po’ l’umore generale del manga inserendo inutili scene di fanservice e forzate gag “comiche”. Tenendo conto del tratto semplice e abbozzato che Kei Sanbe utilizza per il disegno, senza tener conto di particolari dettagli ambientali, sembra come se l’intento sia quello di far tenere strettamente interessato il lettore maggiormente sugli eventi narrati nell’opera. Che l’autore avesse inizialmente aspirato ad una carriera esclusivamente basata sulla sceneggiatura?

Il primo volume de “L’Isola Dei Bambini Dimenticati” si è dimostrata una lettura da leggere tutta d’un fiato. Con un disegno senza troppe pretese, e con dei personaggi facilmente raffigurabili a delle pedine di una scacchiera, L’Isola Dei Bambini Dimenticati saprà come tenervi alto l’interesse tanto da mandarvi dritti in fumetteria a comprare il prossimo volume (in fondo mancano ancora tre uscite), volumi curati dalla Star Comics, con una copertina carina da scoprire sotto la sovraccoperta, anche se stampata con il solito inchiostro delle pagine che vi rimarrà un po’ appiccicato sulle dita.

Sull'autore

Redazione