Nidhogg 2 – Recensione

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Se nel 2014, con il primo Nidhogg, siamo stati colpiti dalla solidità di un gameplay bilanciato, estremamente competitivo e veloce, nonostante la grafica da retrogame anni ’80; un minimalismo che lasciava un sacco di posto alla semplice meccanica dei tre attacchi, delle tre parate, dei lanci e dei disarmi; devo dire che l’annuncio di un secondo episodio mi ha molto colpito. E mi sono chiesto: di quali aggiornamenti gli sviluppatori hanno pensato di aver bisogno, per sfornare un secondo gioco in grado di sostituire il primo? Ho esaminato quindi Nidhogg 2 con estrema curiosità, visto anche il mezzo Gigabyte di spazio richiesto, chiedendomi cosa giustificasse tale mole di dati per un gioco in origine così minimale.

Il grande onore di essere divorati

La base del gioco è semplice. Due omini armati si fronteggiano in un ambiente bidimensionale, cercando di uccidersi a vicenda in duelli all’arma bianca. Al vincitore sarà concesso di correre per qualche decina di metri, finché un nuovo avversario, identico a quello appena battuto, non comparirà a sbarrargli nuovamente la strada, cercando di ucciderlo e correre avanti a sua volta. Una volta arrivati alla fine del livello, ci spetterà il grande onore di essere divorati dal Nidhogg, il serpente che secondo la mitologia norrena si annida tra le radici dell’albero del mondo, e che passa il tempo a scambiarsi insulti con l’aquila che vive tra le sue fronde.

L’impatto iniziale con Nidhogg 2 è strano. Dopo aver selezionato la modalità di gioco (singolo, locale ed online, ne parleremo tra poco) dovremo comporre il nostro avatar, un mostruoso ominide ermafrodito, che potremo vestire in maniera lunga e meticolosa, facendoci odiare dagli avversari umani per il tempo perso, oppure scegliendo casualmente i suoi abiti, dando vita a combinazioni terrificanti (ma va bene così, è lo spirito del gioco). La grafica è semplice ma coloratissima, sembra un cartone animato, ed inizialmente si potrebbe pensare che Nidhogg 2 sia un mero aggiornamento grafico del primo. Ma non è così.

Non solo scherma

La vera grande novità rispetto al suo predecessore è il gameplay. Nidhogg 2 si arricchisce grazie alle nuove armi; oltre al classico stocco, identico a quello del primo episodio, con tre guardie, tre attacchi e la possibilità di disarmare cambiando altezza della guardia, avremo a disposizione un pugnale, uno spadone ed un arco. Gli attacchi corpo a corpo, anch’essi presenti nell’originale, ura sono anche in grado di far volare via l’arma da mano al nemico, guadagnando valore rispetto al primo Nidhogg. Il pugnale è molto simile alla spada; anch’esso ha tre altezze diverse per la parata, ma risulta svantaggiato nel medio raggio a causa della portata ridotta, compensando questo handicap con una maggiore velocità dell’arma dopo il lancio, molto vantaggioso a lunga distanza. Lo spadone è tutta un’altra storia: questa potente arma ha solo due guardie, alta e bassa, ed è la più lenta da brandire fra le armi disponibili. Questi due svantaggi sono bilanciati dall’enorme potenza, che rende questo strumento di morte vantaggioso anche quando si tenta un disarmo, visto sarà lo stesso attacco, e non un tecnico cambio di guardia, a far volare via l’arma dell’avversario.

In ultimo, non certo per importanza, abbiamo l’arco, un’arma il cui bilanciamento si discute molto nei topic dedicati a Nidhogg 2. L’arco ha frecce infinite, un breve ma significativo tempo di ricarica per scoccare il dardo; e tre possibili traiettorie: alta, bassa e in salto. Le frecce non sono veloci quanto un’arma lanciata, e con una parata possono essere rispedite al mittente, rendendo uno scontro a distanza molto elevata a dir poco svantaggioso, visto che il nemico avrà tempo di vedere la freccia arrivare ed agire di conseguenza, come è anche svantaggioso sulla corta distanza, visto il tempo di caricamento della freccia. Con un po’ di fortuna ed un pizzico di abilità, l’arco può diventare una buona arma destabilizzante, eccellente nel medio raggio e in grado di scuotere il gameplay alla base, aggiungendo un’ulteriore sfida sia per chi lo impugna, sia per chi si difende.

Meglio male accompagnati

La modalità arcade dura il giusto. Una volta completato i primi semplicissimi livelli si passerà a sfide tematiche, incentrate su un’arma specifica, giusto per abituarci e scaldarci. Le sfide successive saranno di difficoltà crescente, ed il cambio di scenario aggiungerà un tocco, e ripeto, solo un tocco, di varietà allo scontro. Cimentandoci nel multigiocatore online, dovremo innanzitutto affrontare il problema di trovare un avversario, visto che i server non sono esattamente stracolmi. Scegliendo la modalità in multigiocatore libera, potremo attivare dei cheats per dare a Nidhogg 2 interessanti variazione sul tema, una su tutte, la modalità boomerang sulle armi lanciate, con effetti esilaranti sulle frecce; provare per credere. Scegliendo invece la modalità online classificata, ovviamente non ci sarà data questa possibilità.

Il miglior modo per giocare a Nidhogg 2, esattamente come per il predecessore, è infine il multiplayer in locale, da giocare rigorosamente con una persona dello stesso livello, e resistendo all’impulso di allenarsi in assenza dell’altro, in modo da garantire incontri sempre bilanciati e sempre divertenti. Se riuscite a mantenere questa impostazione di gioco, Nidhogg 2 sarà per voi un gioco longevo e divertente, in tutti gli altri casi, sia che giochiate online o offline, vi assicuriamo che vi verrà molto presto a noia.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Nidhogg 2 è un ottimo gioco passatempo, facile da imparare e difficile da padroneggiare, in grado con la sua semplicità di essere spietato il giusto per una serata tra amici, ed anche adatto ad una lunga serie di scontri tra conviventi.[/stextbox]

Sull'autore

Michele “Azzie"

Ho la straordinaria capacità di inventare cose che già esistono e di dire cose incredibili che diventano ovvietà pochi anni dopo. Inoltre mi piacciono i videogiochi, motivo principale per cui scrivo qui.