Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds – Recensione

Questa primavera Sony aveva sganciato una vera e propria bomba atomica sotto forma di videogioco. Potenza bruta che si scagliava contro il giocatore con un impatto visivo allucinante, ma qualcosa ancora sotto tono. Horizon Zero Dawn rimane ancora qualcosa che non si vede spesso nemmeno su pc, figuriamoci su console, ma nonostante questo, il gioco si portava dietro una serie di difetti che non mi permisero di dare il massimo dei voti. Chiaramente vi esorto a leggere la mia recensione qualora non l’aveste ancora fatto e questa non nasconde alcuno spoiler. Quest’oggi però sono qui per parlarvi dell’espansione a lungo attesa e ambientata in una regione vicina a quella principale. Grazie al codice fornitoci da Sony ho potuto spolpare tutta la regione e risolvere il grande problema che affligge il popolo dei Banuk.

Winter’s Night

Una doverosa premessa che vorrei farvi è che Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds è disponibile fin da subito, ma il consiglio spassionato è quello di affrontare i nuovi pericoli solo dopo aver superato il livello 30. Quindi dovrete fare un bel po’ di ore di gioco principale principale, ma questo è solo un consiglio. Se vi sentite cosi spavaldi da riuscire a scalare una montagna gelida a mani nude e a farvi tagliare il volto dal vento gelido allora fate pure. Vi basta attivare la missione “Una Cercatrice alle Porte”, che potrete trovare in ben tre posti sulla mappa: fuori di Meridian, all’interno della fortezza di Carja e a nord del Tumolo. Fatto questo vi si aprirà tutto un nuovo mondo di gioco.

Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds
Andiamo a caccia di Babbo Natale.

La regione, chiamata “Lo Squarcio”, è una gelida distesa di montagne situate in una zona molto importante per “noi” del giorno d’oggi. All’interno di questo territorio, del quale parlerò più avanti, troveremo il villaggio della tribù dei Banuk, che vivono chiusi dal mondo, ma nonostante questo soffrono della vecchia guerra con i Carja. Gli abitanti nonostante tutto vi parleranno in modo gentile e cordiale, tranne il capotribù, Aratak. La vicenda che ci porterà a rischiare la pellaccia ha a che fare con il vulcano della zona, che nasconde un terribile segreto al suo interno e la cosa peggiore è che qualcosa rende tutte le macchine indemoniate e molto più potenti e aggressive. Vi dirò subito che la main quest vi porterà circa 7 ore di tempo, ma dipende chiaramente sia dalla vostra bravura che dalla difficoltà. Insieme alle quest secondarie avrete circa 15 ore da spendere vagando per le terre dello Squarcio.

La sceneggiatura inizialmente ammetto che non ha avuto praticamente alcun mordente. Colpa anche dei dialoghi come sempre un po’ troppo buonisti e poco maturi, ma anche della spiegazione del male che affligge questa terra cosi bella. Per fortuna dopo poco qualcosa si accende e la storia parte spedita verso un finale che dona anche quel tocco di drammaticità che mancava al gioco. Anche le quest secondarie avranno sempre il problema dei testi leggeri e scanzonati, del tutto fuori tono con l’intero mondo di gioco. Se avete timore di trovarvi prima o dopo la campagna principale del gioco, state tranquilli perché l’espansione ha una storia a se stante e quindi in nessun modo danneggia il contenuto primario. Una cosa però voglio dirla, qualcosa che non dovrebbe essere spoiler. Da The Frozen Wilds sembra chiaro che Horizon diventerà un franchise a tutti gli effetti. Aspettiamoci quindi fumetti, libri e altri giochi dedicati alle gesta della bellissima Aloy.

Horizon Zero Dawn
Anvedì che botto che fa il minicicciolo.

Cold Song

Qualcuno avrà notato che i nomi dei capitoli rispecchiano non solo l’atmosfera del gioco, ma sono anche dei brani dell’album del 2009 di Sting, If on a Winter’s Night…. Sembra stupido, ma a tratti la sensazione dei brani si rispecchia all’interno del gioco. Le bianche distese di neve, adagiate sull’erba troppo gelata per elevarsi verso un sole che a tratti regala dei momenti di estasi, sono l’ambiente del gioco che ho apprezzato dal primo all’ultimo secondo. Per entrare nel “mood” del freddo sicuramente mi ha aiutato il graphic novel di Jeff Lemire, Niente da Perdere, di cui vi parlerò sulle nostre pagine digitali, ma anche le esperienze personali. La ricostruzione degli ambienti invernali sono splendidamente abbaglianti, nonostante la bassa presenza di luce talvolta.

Ogni sensazione andrebbe estrapolata dal gioco e poi assorbita. Il “crunch” dei piedi che affondano nella soffice neve, lasciando intravedere l’erba ancora viva, i fiocchi di neve che pesantemente e incessantemente cadono sul terreno e anche quel vento, che di tanto in tanto, distoglie dalla vista tutto il panorama e ci congela senza alcuna pietà; senza alcun rimorso. Graficamente come avrete capito, questo contenuto espansivo ha della stoffa da vendere. Come sempre, Horizon si riconferma una vera perla che probabilmente non vedremo su console per un po’ di tempo. I dettagli sono stati curati in ogni loro punto fino al minimo particolare. Sia le conformazioni rocciose che gli alberi, se messi sotto una giusta luce, potrebbero sembrare reali. I personaggi sono stati migliorati in quanto alle espressioni facciali, garantendoci un ulteriore immedesimazione all’interno del frizzante mondo di gioco. Oltre a questo bisogna dire che anche il campionario musicale è stato ampliato e stavolta la scelta è caduta verso una colonna sonora tendente al fantasy, che ci sta, ma non sempre.

I ragazzi di Guerrilla Games hanno pensato in grande con The Frozen Wilds e oltre alla trama sono presenti delle piccole, ma molto piacevoli novità. In primis bisogna dire che grazie ai Banuk sarà possibile utilizzare tre nuove arma che ci permetteranno ad esempio di lanciare le fiamme o i fulmini. La cosa più interessante sta però nei nuovi nemici. Tre macchine nuove che potranno mettere a repentaglio la vostra sopravvivenza. Anche stavolta l’ispirazione è chiaramente quella animalesca, anche se il Mastino è “leggermente” più grande del normale, è in grado di combattere sia a lunga distanza che nello scontro ravvicinato. Altresì troviamo anche delle creature come il Gelartigli, che saranno molto più difficili da mandare giù, ma anche molto più piacevoli e non parliamo del boss finale. Ammetto che qualche difficoltà in quel punto l’ho incontrata. Oltre alle tre macchine citate poc’anzi c’è anche la Torre di Controllo. Si tratta di un grosso tentacolo che sporge dal terreno e a ritmo regolare emana delle nanomacchine che riparano le macchine nel circondario. Dovremo quindi o abbatterle oppure utilizzare un OverRide per renderle inermi. Tutto questo vi permetterà di andare oltre il limite del livello 50 e arrivare al massimo al 60.

Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds
Aloy ha sempre quel fascino un po’ naif.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds è un’espansione che ha tutto il potenziale per divertire i giocatori per circa 15 ore. Il lavoro svolto dai ragazzi di Guerrilla Games ha dell’eccezionale sia dal lato grafico che quello meramente narrativo. Purtroppo ci sono ancora dei problemi nei dialoghi, che sembra troppo infantili, ma il tempo per migliorarsi c’è. La zona dello Squarcio è una vera meraviglia per gli occhi e grazie al suo clima ghiacciato sarà facile perdersi all’interno. Al costo di 19,99 euro vedrete allungare il vostro divertimento per almeno 15 ore.[/stextbox]

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.