Patapon Remastered – Recensione

Ritorna sulle nostre console uno dei rhythm game più divertente e originali della storia: Patapon! La ricomparsa degli abitanti della tribù dei Patapon, a dieci anni dal suo debutto su PSP, non può che dare lustro all’offerta Playstation 4, ma andiamo subito a vedere se vale la pena acquistare Patapon Remastered.

Lasciatevi stregare dal ritmo!

Cominciamo subito col togliere ogni dubbio: Patapon Remastered non aggiunge o modifica nulla rispetto all’originale, se non una risoluzione migliorata. Ci si chiede a questo punto: perché dunque acquistare un prodotto identico a dieci anni fa? La risposta è che Patapon costiuisce un piccolo capolavoro, irrinunciabile per chi ha già provato l’esperienza su PSP e vuole immergersi in un mare di ricordi, ma anche per chi non si è ancora fatto travolgere dal ritmo irresistibile della tribù dei Patapon. Fatta questa premessa, procediamo col ricapitolare tutti i punti di forza e debolezza del titolo in questione. Patapon propone un plot semplice ma efficace: vestiremo i panni di una divinità il cui compito è, fra una battuta di caccia e una battaglia contro tribù nemiche, quello di permettere ai nostri sudditi il raggiungimento della felicità. Missione dopo missione, scontro dopo scontro, sentiremo gravare sul nostro capo il peso della responsabilità di ogni singolo Patapon. Quale sarà la verità che si nasconde alla fine del tunnel? Non vi resta che tuffarvi in questa avventura musicale a suon di “PATA PATA PATA PON” per scoprirlo!

Patapon Remastered PS4

Un titolo piacevole ma impegnativo

Patapon Remastered, allo stesso modo di dieci anni fa, risulta estramamente punitivo. Non fare attenzione al ritmo da seguire per poter avanzare coi nostri Patapon porterà inevitabilmente al fallimento della missione. Fiondarsi, senza ragionare, in uno scontro con un dinosauro sputafuoco, attaccando senza alcun ritegno e, soprattutto, non condendo la strategia con fasi di difesa, porterà al game over. La fine di una missione che ci ha sottratto tante pedine a sua volta ci risucchierà in un ciclo infinito di rigenerazione e potenziamento delle nostre truppe, che condurrà il giocatore alla tanto temuta frustrazione. Fortunatamente, Patapon guida il proprio Dio con pazienza, spiegando tutte le meccaniche di gioco, permettendone l’assimilazione col giusto tempismo. Un titolo quindi impegnativo, ma che mette a disposizione tutti gli strumenti per cavarsela senza voler desiderare di lanciare la propria console dalla finestra per la rabbia, o quasi. Patapon ha infatti qualche piccolo problema di bilanciamento, a cui si poteva magari provvedere in vista di una rimasterizzazione. Nonostante ciò però, diminuire la difficoltà avrebbe tolto personalità all’intera opera.

Avanzare, attaccare, ritirarsi e ripetere!

Il gameplay di Patapon di certo non vanta grande complessità. Il nostro compito sarà di “tamburellare” la giusta sequenza di tasti del controller, in modo da istruire, in tempo reale, i nostri Patapon sul da farsi. La “combo” quadrato, quadrato, quadrato, cerchio ad esempio serve per ordinare alla tribù di avanzare, mentre cerchio, cerchio, quadrato, cerchio farà attaccare senza pietà i bersagli che si pareranno davanti all’implacabile popolo dei Patapon. Ciò che farà la differenza fra la vita e la morte è il giusto alternarsi di fasi di avanzamento, attacco e difesa. Se faremo tutto come da copione, accumulando combo su combo, i Patapon guerrieri entreranno in una sorta di “modalità frenesia”, che diminuirà i danni subiti e attiverà le abilità speciali d’attacco delle pedine.

Le formazioni di soldati da utilizzare non sono fisse e donano una certa varietà ai combattimenti, sopperendo in un certo senso a quella che potrebbe sembrare un’eccessiva semplicità del sistema di controllo. Inoltre, nonostante la presenza di soli trenta livelli, il tasso di rigiocabilità di ciascuno è altissimo, dato che ripetere le missioni sarà necessario per ottenere importanti risorse atte a creare pedine nuove e migliori. C’è da dire inoltre che i Patapon utilizzabili non si limitano a modelli predefiniti, ma è possibile equipaggiarli con più di 100 armi e accessori diversi, modificandone i parametri di danni inflitti e resistenza. Trovando materiali più rari, sarà possibile creare pedine di maggiore potenza. Da ricordare però che il pericolo di perderle tutte in seguito ad uno scontro con un feroce boss è sempre dietro l’angolo. Dunque rammentiamo al giocatore incauto che si imbarca in questa grande avventura di non perdere mai di vista il ritmo giusto e di imparare gli schemi d’attacco nemici. Così facendo, il completamento di tutte le missioni sarà quasi “automatico”.

Patapon Remastered Gameplay

Una maggiore risoluzione e niente di più

Tirando le somme, come già anticipato, oltre ad una maggiore risoluzione (portata a 1080p) la rimasterizzazione di Patapon non ha null’altro da offrire per chi sperava in una raddrizzata anche al bilanciamento. La ripetizione fino alla noia di determinate missioni sarà indispensabile in caso di sconfitta e perdita di pedine, e non possiamo farci assolutamente nulla. Nessuna modifica anche per il comparto sonoro, davvero piacevole e sempre all’altezza di ogni situazione (e ci mancherebbe, trattandosi di un rhythm game). Altra nota a sfavore della remastered è la mancanza inspiegabile dei due capitoli successivi. Magari si poteva chiedere qualche euro in più per il pacchetto completo, ma purtroppo nessuno ci ha pensato.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Patapon Remastered è una piccola perla videoludica, che qualsiasi videogiocatore degno di tal nome dovrebbe provare. E quale migliore occasione per lasciarsi travolgere dalle danze tribali di Patapon che acquistando la sua rimasterizzazione? Abbiamo di fronte un titolo accattivante, impegnativo e goliardico al punto giusto, proprio come dieci anni fa. Oltre alla risoluzione migliorata niente di nuovo offerto sul piatto rispetto all’originale, ma chi se l’è perso deve farci assolutamente un pensiero.[/stextbox]

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