Punisher: Sentenza di Morte – Recensione

Punisher

Batman, Ghost Rider, Rorschach, Guts, fanno tutti parte di quella classe di personaggi che da sempre affascinano la collettività, e Frank Castle, aka “The Punisher” rientra in questa categoria di personaggi, ovvero quella degli Anti-eroi.  “Punisher: Sentenza di Morte”, facente parte della raccolta “I Grandi Tesori Marvel” contiene ben due storie del punisher ed entrambe incentrate sulle vicende che hanno causato la trasformazione del veterano Frank Castle nel vigilante che conosciamo come Punitore.

Punisher: Sentenza di Morte

La storia, dalla quale prende il nome l’albo, fu scritta da Gerry Conway, creatore del Punisher, ed illustrata da Tony DeZuniga  e fu originariamente pubblicata, nel 1975 su Marvel Preview 2 rivista di genere fumettistico la quale, tra l’altro ricordata per aver dato i natali a personaggi come Star-Lord e Rocket Raccoon. La storia inizia con il tentato assassinio di un certo politico, tentativo sventato dal Punitore il quale riconosce l’assassino come ex-commilitone. In virtù dei suoi ideali e in memoria dell’ex compagno d’armi il vigilante comincia a fare delle ricerche per capire e “punire” chi si nasconde dietro il tentato assassinio. Nella storia viene approfondito il passato  traumatico di Frank Castle grazie al personaggio di Dave Hamilton detective che si pone come obiettivo quello di fermare ed arrestare “The Punisher”. Lo stile molto “noir” delle illustrazioni mostra come questa storia fosse un tentativo di attirare lettori più adulti. Se da un lato lo stile di DeZuniga è molto indicato per le storie del punisher, dall’altro si nota la difficoltà del disegnatore nell’impostare alcune scene dinamiche le quali sono molto importanti per un fumetto di questo tipo ma è anche vero che bisogna contestualizzare il fumetto nel periodo in cui è uscito, nel 1975 quindi altri stili e altri lettori rispetto ad oggi.

Punisher: Conti Saldati… Conti Dovuti

La seconda storia, scritta da Archie Goodwin ed illustrata da TonyDezuniga e Rico Rival fu pubblicata  sei mesi dopo la precedente, nel primo numero della rivista Marvel Super Action e rispetto alla prima storia è molto più incentrata sulle vicende accadute in seguito al massacro della famiglia di Castle e sulla vendetta del Punitore perpetrata nei confronti dei responsabili della morte dei suoi familiari. Dal punto di vista grafico si continua sullo stile “noir” e le scene d’azione presentano dei grandi miglioramenti rispetto a “Sentenza di Morte” forse grazie alla partecipazione di Rival.

Conclusioni

Entrambe le storie rappresentano al meglio quello che è il personaggio del Punisher, un uomo con degli ideali ma che non si fa scrupoli quando si tratta di punire i criminali. Essendo state all’epoca indirizzate ad una rivista, le storie sono molto scorrevoli e per nulla pesanti  ed essendo inoltre incentrate sulle origini del personaggio la lettura è indirizzata pure a chi si avvicina per la prima volta al Punisher fumettistico, magari dopo aver visto la serie tv.

[amazon_link asins=’8891236667,B01LYE5FAX,B01JK3IGEO,8891233145,8891240451,B01LEJDCSW,B01KA1MJCA,B075BBVLHW’ template=’ProductCarousel’ store=’havocpoint-21′ marketplace=’IT’ link_id=’4a3049ef-9c77-11e8-91a4-411ff06ae06c’]

Sull'autore

Redazione