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Recensire un titolo sviluppato da una delle poche software house italiane presenti sulla scena videoludica da parecchio tempo e che può contare all’attivo titoli del calibro di MotoGp, WRC e MXGP (tanto per citare i più recenti) è sempre un piacere. Soprattutto se l’esperienza che ci viene restituita giocando a Ride è delle più piacevoli, considerando il lavoro svolto da Milestone per affinare volta per volta i propri prodotti e tentare di superare certe problematiche tecniche e di gameplay che affliggono i titoli di questa software house, ma che, tuttavia, neanche con questo Ride sono riusciti del tutto a perfezionare.
W I CAVALLI
La struttura di gioco di Ride ricorda quella di altri esponenti più famosi del genere di corse in moto, come Tourist Trophy, emulo di Gran Turismo in versione due ruote per PS2, e MotoGp. Sarete infatti chiamati a selezionare una moto all’inizio della carriera per farvi pian piano largo nella grande quantità di eventi fino a passare dalle più addomesticabili moto stradali, alle selvagge e ingestibili moto da competizione. A proposito dell’elenco di moto, urge sin da subito fare una precisazione. A dispetto della grande quantità di mezzi disponibili, sembra che il modello di guida vada a privilegiare eccessivamente la potenza bruta del mezzo, a discapito dell’abilità del conducente. Questo comporta che la scelta della moto in Ride appare quasi come una scelta obbligata se si vuole dominare la competizione e neanche gli assetti o la regolazione dell’IA degli avversari permette di incidere in maniera netta per ribilanciare la competizione. Così scegliendo una moto modesta, a nulla varrà un assetto perfetto, l’IA dei nemici settata a livello più basso o un’abilità di guida sopraffina per permettervi di avere la meglio sugli avversari e viceversa vale il caso opposto, in cui con la moto migliore, anche con l’assetto impostato a caso e guidata da qualcuno completamente a digiuno di giochi di corse in moto si potrebbe facilmente avere la meglio sui centauri rivali.
L’IMBARAZZO DELLA SCELTA
Come accennato in precedenza, il numero di moto e contenuti presenti in Ride è veramente notevole, andando a sfiorare le 100 dueruote presenti, appartenenti alle marche più famose come Yamaha, Kawasaki, Triumph e Ducati e suddivise in categorie: Naked, Superbikes, Supersports e Historical. Se tutto ciò non fosse abbastanza, abbiamo accesso ad una sostanziosa sezione riservata a potenziamenti e modifiche di vario genere, per permetterci di personalizzare come meglio si desidera il proprio mezzo e preparare l’assetto più indicato ad ogni competizione che ci troveremo a dover affrontare. In fase di inizio del gioco, saremo anche chiamati a selezionare e personalizzare il nostro pilota alter-ego virtuale, grazie ad un modesto editor per l’aspetto fisico, ma con una più corposa personalizzazione riservata a caschi e tute. Discreta varietà anche per i tracciati, presenti in numero non elevatissimo, ma che si caratterizzano per una buona varietà nelle ambientazioni, si va infatti dai circuiti di Imola ed altri, fino a tracciati cittadini, come Milano, o in location più esotiche, come Miami o il Giappone. Infine è opportuno citare la lunga carriera che prende forma col nome di World Tour e che ci guiderà dal fondo della classifica sino ad arrivare al primo posto attraverso centinaia di eventi, suddivisi per categorie e che non si distinguono certo per originalità
VALENTINI SI NASCE
Il comportamento dei mezzi in Ride è impostabile a scelta fra tre diverse modalità, standard, semi pro e pro e la sensibilità alla guida e i vari aiuti differiscono parecchio fra una modalità e l’altra. In particolare con la modalità standard, le moto restituiscono un comportamento votato principalmente al divertimento e senza badare troppo all’aspetto simulativo o agli aiuti alla guida. Salendo verso la modalità pro invece, le cose cambiano parecchio, ritrovandoci con mezzi che facilmente si imbizzarriscono, perdono aderenza e ci fanno ritrovare in terra in men che non si dica. A questi livelli la gestione di freno e acceleratore diventa fondamentale, perché gli aiuti elettronici sono completamente disattivati e la frustrazione può intervenire in fretta per scoraggiare i meno avvezzi a questa tipologia di giochi. In ogni caso un controller come quelli Xbox (pienamente supportati) è caldamente consigliato per gestire al meglio il sistema di controllo. La modalità online appare molto semplice e priva di innovazioni degne di nota, permettendoci di avviare un campionato, oppure una gara singola e lasciandoci impostare solamente alcuni parametri di base. Da menzionare però la possibilità di selezionare la modalità split-screen per due giocatori anche per pc, feature che ormai si vede, purtroppo, sempre meno sui giochi moderni.
DOV’E’ IL SOUND?!
Tecnicamente Ride presenta alti e bassi. Il gioco ha una buona resa grafica, soprattutto su configurazioni potenti, permettendo di raggiungere i 1080p e 60fps fissi che su console non sono semplicemente possibili. Tuttavia i requisiti non sono propriamente politici e l’ottimizzazione del codice lascia molto a desiderare poiché anche su macchine discretamente potenti si notano crolli del frame rate che semplicemente non hanno motivo di esserci. Oltretutto per quanto buona appaia la realizzazione delle moto e dei modelli dei piloti, lo stesso non si può dire dei tracciati, che in più punti lasciano parecchio a desiderare per qualità delle texture e resa visiva complessiva. Inoltre neanche il sonoro brilla per realizzazione, apparendo il più delle volte inadatto per qualità e che non permetterà neanche ai puristi di riconoscere le differenze nel sound fra i vari motori delle moto. Per concludere con le animazioni, che in più frangenti appaiono legnose, come negli incidenti, e non restituiscono un buon feedback al giocatore, per non parlare dei danni, che sono invece del tutto assenti anche dopo la più rovinosa della cadute.
Ride è un titolo solido, che si lascia giocare tranquillamente e che vi consentirà di passare del tempo in serenità in compagnia di moto selvagge e percorsi esotici. Non aspettatevi la perfezione, perché come spesso accade con i titoli Milestone, anche questo sembra aver mancato il segno per poco e alcune sbavature ne comprometteranno l’esperienza di gioco.