Syberia 3 – Recensione

C’era un periodo in cui i vicini francesi sfornarono due capitoli di una serie rimasta nel cuore di parecchi fan. Una serie che ha riavvicinato tantissimi giocatori al genere punta e clicca e ha saputo dare una ventata d’aria fresca a un genere stagnante. Microids e Benoit Sokal avevano infatti trovato la gallina dalle uova d’oro con Syberia 1,2. Titoli acclamati dalla critica e dai fan che ebbero mille trasposizioni diverse. Dal PC alla PS2 per poi approdare su PS3, Xbox, Xbox 360 e successivamente anche su Android e iOS. Chiunque poteva giocarci, su qualsiasi piattaforma e in qualsiasi modo. Tutti dovevano conoscere le gesta di Kate Walker e Hans Volanberg, personaggi che insieme all’automa Oscar, sono rimasti una parte molto viva per noi. Syberia 3 dal canto suo, era atteso per la scorsa generazione, ma poi all’improvviso tutte le voci scomparvero e ritornò il silenzio. Però finalmente abbiamo provato con mano il nuovo lavoro di Benoit Sokal (insieme a Hugo Sokal) e siamo pronti per dirvi la nostra su questo capitolo tanto atteso, ma altrettanto deludente.

Dalla Russia con amore

Premettiamo che se siete freschi e non avete mai giocato a un capitolo della serie allora il consiglio è quello di recuperare in qualche modo i primi due. Come abbiamo già detto, è possibile farlo in molteplici modi e partire con questo gioco senza aver fatto i precedenti è come buttarsi giù da un aereo avendo nello zaino non il paracadute, ma dei sassi, pentole e pesi.
Tralasciata la grande premessa e lasciati indietro coloro che devono ancora recuperare i vecchi capitoli, siamo finalmente pronti per rincontrare una vecchia amica. Kate Walker ha lasciato andare il suo caro amico Hans Volarberg, ma non sappiamo cosa è successo successivamente. Non c’è una spiegazione che porta direttamente all’inizio del terzo capitolo e possiamo solo presumere una cosa. Benoit Sokal potrebbe farci un fumetto che fungerà da prequel del nuovo capitolo, ma potrebbe non succedere mai, sarà il tempo a dircelo. La nostra amica è ridotta in fin di vita in riva a un fiume in pieno inverno, ma per fortuna una tribù Youkol la trae in salvo. È però presto per cantare vittoria (anche perché siamo al filmato introduttivo) e la giovane si risveglia in un ospedale presso la città di Valsembor. Fin dall’inizio c’è qualcosa che non quadra, a partire dal capo degli Youkol, Kurk, tenuto legato come un prigioniero e in eterna attesa di una protesi per la sua gamba tagliata.
Usciti dall’ospedale, troveremo tanti problemi che circonderanno la giovane protagonista. Un investigatore degli USA è sulle sue tracce e in contemporanea ci sono dei militari russi che vogliono sbarazzarsi dei due a modo loro. Dall’altra parte però abbiamo la tribù dei nomadi che non possono rimettersi in cammino senza la loro giovane guida, tenuta prigioniera all’interno della clinica. Tanti problemi da affrontare insomma e tante avventure da fare in un massimo di 10 ore.
Al livello narrativo, ci troviamo davanti all’ennesimo ottimo lavoro di Benoit Sokal, che con i giusti tempi e metodiche ci racconta una storia molto più vicina a noi di quanto si pensi. Il metodo narrativo è pressoché identico a quello dei precedenti due capitoli e salvo alcune sbavature testuali, sarà difficile annoiarsi. Anche le tematiche che vengono affrontate all’interno di Syberia 3 hanno un loro perché. Troviamo tantissime similitudine con il nostro mondo occidentale e con il razzismo verso il diverso, verso chi è più debole. Troviamo alcune piccole critiche verso una politica che per codardia fa delle scelte che minano da una parte i commercianti e dall’altra creano l’odio con il diverso, ma un’altra tematica di grande rilevanza è l’ambiente, che qui viene affrontato in modo semplice, ma funzionale.

Qualquadra non cosa

Un’avventura testuale su console è sempre un vero e proprio interrogativo. Da una parte abbiamo la paura di ritrovarci davanti a un gioco incapace di darci lo stesso feeling che abbiamo con il PC. Dall’altra parte persiste la classica speranza di avere tra le mani un ottimo prodotto. Questa volta possiamo dire con grande rammarico: “Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate”. Il nuovo prodotto targato Microids su console non è soltanto poco godibile, ma a tratti addirittura detestabile. Partiamo con il gameplay però.
A differenza dei precedenti giochi, per controllare Kate Walker dovremo muovere la levetta analogica (su PC bisognerà utilizzare i tasti WASD). Cosa che potrebbe anche risultare comoda per sfruttare al meglio il pad, ma qualcosa non ha funzionato nella fase dello sviluppo. Muoversi non sarà difficile, è vero, ma peccato che sia su pc che su console, potremo interagire con gli oggetti grazie all’avvicinamento ad esso. Questo vuol dire che un posto stretto e angusto, ma con tanti oggetti risulterà essere un vero e proprio corridoio di imprecazioni. Stessa cosa vale per tutte le volte in cui dovrete provare e riprovare prima di trovare l’oggetto che vi interessa. Quando saremo sull’oggetto desiderato, avremo diverse opzioni, come abbiamo visto in tanti altri punta e clicca.
L’inventario stavolta è abbastanza basilare, ma molto stiloso e semplice da usare. A questo proposito possiamo dire che la difficoltà degli enigmi non è alta e il gioco si lascia finire senza problemi. Gli unici momenti duri sono purtroppo dovuto proprio alla cattivissima gestione del gameplay.

Syberia 3

La Russia Tudoriana

Benoit Sokal ha sempre messo se stesso e la sua bravura all’interno dei suoi prodotti. Da Amerzone a Syberia, tutti hanno avuto una propria impronta tangibile. Con l’attuale saga abbiamo visto diversi stili architettonici nord europei, ma stavolta abbiamo lasciato alle spalle monumenti eterni e l’Art Nouveau. Con una certa sorpresa ci siamo trovati davanti a un miscuglio tra l’architettura steampunk (e quindi dell’epoca vittoriana) con l’architettura tudoriana (visibile in tutta Valsembor). Inutile chiedersi come mai uno stile europeo si trovi nel cuore di chissà quale sperduto posto in Russia. Ci troviamo in una fiaba moderna e dobbiamo accettare a priori certe scelte. Tanto poi che non si tratta di un tipo di architettura brutta, ma al contrario. Il tutto si sposa in maniera ottimale con la questione degli automi e di tutte le impronte lasciate dal nostro vecchio amico Hans.
Al livello meramente grafico non possiamo essere molto felici di questo Syberia 3. Ci troviamo per la prima volta nel capitolo con degli sfondi 3D e ciò che abbastanza positivo (nonostante anche i vecchi capitoli fossero in 3D tranne che per gli sfondi appunto), ma la sua qualità non ci ha convinti. Le figure e gli ambienti hanno il classico fascino dell’artista belga, ma risulta palese che si tratta di un gioco di una, se non due, generazioni fa. Il difetto vero e proprio risiede però nei continui rallentamenti del gioco. Non parliamo di sporadici cali di frame-rate, ma proprio di una continuità. Per tutto il tempo sembra di giocare esattamente a 20fps e ciò infastidisce l’occhio dopo pochissimi minuti.
Per quanto concerne la BGM (background music), non possiamo lamentarci perché oltre a riprendere le classiche sonorità della serie ci vengono dati dei brani molto tipici. Inon Zur in fondo sa quel che fa vista la sua collaborazione con la serie in generale. Le musiche si sposano in maniera egregia con gli ambienti e le atmosfere. Siamo ricaduti nel mondo creato da Benoit e non vogliamo più uscirne, ma poi sono arrivati i dialoghi. Non è presente il doppiaggio italiano, ma solo i sottotitoli. Il problema è che il labiale è sincronizzato con il francese e spesso ci troveremo con dei personaggi che parlano senza voce alcuna. Alcuni bug poi creano un effetto strano. Talvolta, premendo pausa durante un dialogo, questo continuerà tranquillamente e riprendo pausa ci troveremo con il personaggio che muove la bocca senza dire niente. Cose molto fastidiose, sopratutto visto che il doppiaggio in inglese non è assolutamente ai livelli di quello francese o russo.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Benoit Sokal ci ributta nelle fredde terre di un gioco che non abbiamo mai dimenticato. Peccato che in Syberia 3, oltre a una trama ottima, troviamo davvero poco di convincente. Graficamente siamo indietro di una o due generazioni e il gameplay fatto per console e poco funzionale sia su queste che su PC. Troppi difetti per un gioco che poteva essere un capolavoro del 2017.[/stextbox]

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.