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L’ambientazione Cyberpunk ha sempre suscitato molto interesse nei confronti del pubblico. Dalla letteratura al cinema, quest’ambientazione risulta spesso essere un potente mezzo per parlare di temi importanti e universali. Abbiamo visto le crisi d’identità, il razzismo, l’immigrazione, lo sfruttamento, l’arrivo delle macchine e chi più ne ha più ne metta. Ogni argomento può essere affrontato nel modo più opportuno e tanto basta.

Il videogioco di ruolo isometrico invece era una piccola chicca che avevamo negli anni 90 e che abbiamo sfruttato per un po’. Poi questo genere morì senza troppe parole o convenevoli, per rinascere durante la scorsa generazione con titoli come Wasteland 2 e 3, Divinity 2 Original Sins, Pillars of Eternity e così via. Quindi ecco che anche i ragazzi di XXXX XXX decidono di buttar fuori un titolo dalle grandi capacità narrative e che per essere un indie non solo brilla in modo eccelso, ma lo fa insegnando qualcosa alla concorrenza Tripla A.
La narrazione di The Ascent è ovviamente futuristica e prende in esempio tutte quelle tematiche descritte poco fa. Il mondo che vedremo davanti ai nostri occhi è distopico e invivibile, ma anche affascinante e colorato. Le insegne al neon illuminano le vie più oscure e mettono in mostra quelle persone che lottano per sopravvivere. Le megacorporazioni governano il mondo con un pugno di ferro e ovviamo noi siamo talmente sfigati da nascere in una città la cui corporazione è andata in bancarotta. Questo vuol dire che non regna solamente l’anarchia, ma ci sono anche tutte le altre corporazioni pronte a smembrare quanto resta della nostra casa.

Qui entriamo in gioco noi. In un modo o in un altro. Purtroppo la durata di tutta l’avventura è piuttosto limitata e dopo una decina di ore saremo già ai titoli di coda. Questo però è un fattore che ad alcuni piace, mentre ad altri proprio no.
Bisogna dire che dopo la creazione del nostro alter ego e dopo essere stati chiamati in causa, ci ritroveremo in un universo solido e ben strutturato. La componente ruolistica è stata messa un po’ da parte a favore della meccanica twin stick shooter, che ammettiamolo, non fa mai male. Si tratta di un gioco action con alcune componenti ruolistiche fatte di perk e di potenziamenti.
Potremo infatti utilizzare i classici impianti elettronici presenti in tantissime opere di questo genere. A differenza di molti altri giochi però, in The Ascent ogni impianto ci darà dei vantaggi precisi e specifici, obbligandoci a scegliere bene ciò che ci serve. Questo ovviamente porta quel tanto di ruolismo alla partita e diverte.

Il gameplay è comunque parecchio divertente e soprattutto veloce, diventando frenetico in alcuni punti. Difficilmente vi annoierete durante le esplorazioni e la ricerca delle nuove armi, vestiti e armature.
Al livello grafico, The Ascent mostra i denti e i muscoli come pochi altri titoli di questo tipo di produzione riescono a fare. Ogni singolo elemento è molto dettagliato e sullo schermo vedremo i rimasugli di una città vera e verace, capace di inghiottirti in un sol boccone. I modelli poligonali sorprendono grazie a un utilizzo non basic, ma elaborato di ogni oggetto o personaggio.
Anche la colonna sonora ha dalla sua delle buone note, che però potrebbero annoiare dopo un po’ di tempo.