The Boys: i supereroi da prendere a calci nel culo

Ci sono alcune storie che hanno creato degli stereotipi che ci portiamo tutti i giorni dietro. I supereroi intesi come uomini e donne dotati di forza, purezza e quello spirito necessario per proteggerci e non cadere in balia dei propri poteri. Però qualcuno ha detto che no, non andava bene una cosa cosi e che anche gli eroi eroi umani. Qualcuno disse quasi sicuramente che la cacca di un supereroe puzza come la nostra, ma quei pensieri furono presto dimenticati, ma non da tutti. Alcuni sceneggiatori hanno iniziato a scrivere delle storie controverse in cui gli eroi non rappresentavano necessariamente il bene, ma probabilmente il male. Watchmen ad esempio, ma è un esempio cosi lampante da non piacere quasi a nessuno. Intanto un uomo nato in quel desolato posto della terra che qualcuno chiama Irlanda del Nord, ha deciso che una serie su un prete poco religioso era troppo poco. Garth Ennis ha pensato di sconvolgere nel 2006 un po’ tutti con il suo The Boys, disegnato da Darick Robertson e che attualmente è arrivato sul piccolo schermo grazie ad Amazon con una serie tv.

The Boys

Palesemente quindi, non parlerò del fumetto, ma della serie televisiva. Anche se ammetto che dire la mia sull’opera cartacea sarebbe interessante, ma vedremo il futuro cosa riserverà a tutti noi.

La serie televisiva è capitanata da Eric Kripke, un pacato uomo statunitense che nel corso degli anni ci ha regalato serie come Supernatural e la poco fortunata Revolution. Quindi parliamo di una persona che sa il fatto suo e lo si vede dal primo episodio. La storia è ambientata in un mondo in cui i supereroi diventano delle vere e proprie star, capaci di far muovere miliardi e che ovviamente fanno anche il loro lavoro, salvare le vite. Questo non vale per tutti però, in quanto proprio all’inizio la fidanzata di Hugh “Hughie” Campbell (Jack Quaid) viene uccisa dall’eroe facente parte della lega dei Sette, che in poche parole è una parodia della famosa Justice League. Tutto ciò che riceve il povero ragazzo in cambio della morte della ragazza è un modulo di non divulgazione da firmare e un assegno. Un affronto per un essere umano, la cui vita vale meno della popolarità di un eroe, ma questo ci riporta al mondo reale e ad alcune star che fanno davvero di tutto, cavandosela con poco o niente. Per fortuna (o forse no), Hughie viene raggiunto da Billy Butcher (un ottimo Karl Urban che mi ha riportato ai tempi de Il signore Degli Anelli), che fa parte dell’organizzazione chiamata “The Boys”. Il compito di questa è semplice: eliminare la minaccia “Super”.

Inutile dire che un tale compito non semplice e serve tutto il vecchio team, più una nuova recluta, che insomma, fa paura quanto un esercito intero. Mentre come ultima cosa non molto spoilerosa posso dire che nel team dei Sette arriva Annie January / Starlight (Erin Moriarty), che inizia una relazione con Hughie, ma è inconsapevole dell’identità dei suoi amici. Insomma, un grosso problema per tutti e questo non è niente.

The Boys è quindi una serie atipica, in cui la crudezza è espressa in modo naturale, come se fosse una normalità per tutti noi. Gli eroi non si comportano come tali, ma spesso sono dei versi stronzi patentati da prendere a calci nel culo senza pensieri. Il mondo venera gli eroi, perdonandone ogni malefatta solo e unicamente perché si tratta di personaggi di successo e di grande potere. Questo porta gli umani a divinizzare delle persone che considerano i loro simili come una sorta d’insetti senza alcun valore. Questo è forse il maggior pregio della serie, che ha i suoi difetti, ma questi vengono in secondo piano.

In primo, oltre alla caratterizzazione, ci sono gli attori, che giocano in modo quasi sempre impeccabile una partita difficile, quella riguardante gli attori. Ognuno conosce il proprio ruolo e lo rispetta con grande orgoglio, ma è sempre l’eccessivo Butcher a prevalere su tutti. Impulsivo, rabbioso e vendicativo, si tratta di un protagonista non buono, ma un classico antieroe cattivo e solitario. Non gli frega davvero dei propri alleati. L’unica cosa che conta è la missione de è questo a rendere malvagi anche i The Boys. In fondo, in ogni rivolta, i capi di ambo le fazioni hanno i propri ideali e sono pronti a uccidere la propria famiglia per questi.

Il punto più debole della serie sono sicuramente gli effetti speciali. Questi sembrano usciti infatti direttamente da una produzione low budget un po’ amatoriale e talvolta ne risente la qualità generale. In un mondo di supereroi, il budget per creare alcuni effetti è vitale e purtroppo qui non siamo nel top che invece dovrebbe esserci. Dall’altra parte abbiamo anche una regia piuttosto semplice, ma per fortuna efficace, che mette in mostra i momenti importanti e questo gioca a favore della serie, insieme alla fotografia, semplice e senza fronzoli.

The Boys è quindi una serie potente, che merita la vostra visione per moltissimi motivi, ma sopratutto perché gli eroi li possiamo convertire con le star e non solo. Si tratta dell’umanità che fa più schifo dell’umanità stessa.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.