The Walking Dead: A New Frontier – Episodio 4 – Thicker than Water

Creare anticipazione per l’episodio finale di una serie non è facile, e questo vale per tutti i media, siano essi telefilm, che film veri e propri, che ovviamente videogiochi. Ci siamo calati ancora una volta nei panni di Javi nel quarto episodio della terza stagione, “Thicker Than Water, per scoprire come lo scenario di New Frontier si evolverà prima della fine imminente.

Una curva verso il basso

L’episodio è sottotono da tutti i punti di vista. Molti dei personaggi secondari non sono stati ben approfonditi negli ultimi tre episodi, e sembra che gli sceneggiatori cerchino in fretta e furia di dar loro più profondità giusto un attimo prima della conclusione, per farci affezionare di più a loro e rendere le scelte future più difficili per il giocatore. Il risultato è un minestrone di lunghi dialoghi che sembrano non portare a nulla, e che meno che mai ci daranno l’impressione di poterne cambiare gli esiti. Il fatto che i lati peggiori del carattere di alcuni personaggi vengano fuori pochi minuti prima di avere il loro impatto sulla storia rende l’alchimia della storia e dei suoi protagonisti semplicemente poco credibile e poco godibile Thicker than Water.

Cartoni animati

La situazione di Javi e compagni è tragica, almeno sulla carta. Sono intrappolati in una città che li vede come assassini e traditori, governati da una psicopatica, un medico tossicodipendente ed un idiota incapace, non possono scappare perché circondati da un gregge di zombi, e non sono neppure decentemente armati. Le soluzioni a questi drammatici problemi sono però sempre dietro l’angolo: non abbiamo pistole? Andiamo nell’armeria sfondando la porta con un estintore! Siamo ricercati? Speriamo che i passanti non ci notino se camminiamo tranquillamente all’aria aperta! Siamo imprigionati? Forziamo la grata con il tubo del lavandino e usciamo senza che nessuno ci noti! Thicker than Water sembra un cartone animato, ma più gore con (pochi) zombi. E parlando di cartoni animati, anche l’antagonista principale della stagione sembra essersi improvvisamente rincretinita, prendendo decisione degne, appunto, dei pomeriggi di Bim Bum Bam; un cattivo che si crede molto più furbo di quanto non sia, con una malvagità bieca, insensata, ingiustificata e soprattutto controproducente.

Il sangue non è acqua

Clementine è sempre il miglior personaggio, ma la sua presenza non basta a colmare le lacune del resto della compagnia. Javi come protagonista continua a funzionare, David si vede poco e niente, ed Ava è l’unica altra al di sopra della sufficienza, mentre sembra che tutti gli altri prendano decisioni a caso. Particolarmente deludente è il lungo, troppo lungo, dialogo con Kate, soprattutto alla luce degli eventi che concludono l’episodio. La conclusione, nonostante sia sopra le righe sotto molti punti di vista, getta le basi per l’episodio finale, che si prospetta molto più incentrato sull’azione di Thicker than Water, grazie ad una cliché abbiamo visto decine di volte in The Walking Dead, in tutte le sue declinazioni, siano esse giochi, fumetti o serie tv.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Un episodio sottotono può capitare, ed almeno uno degli spunti con cui si conclude Thicker than Water, ci ha fatto davvero venire voglia di scoprire che impatto ci sarà a due delle scelte cruciali che abbiamo preso nel corso dell’episodio. Siamo abbastanza sicuri che Thicker than Water equivalga ad una lunga preparazione di un pasto complicato, prima che questo sia servito e mangiato. Siamo sicuri che ne varrà comunque la pena. A New Frontier si è dimostrato finora diversissimo dalla brutta parentesi Michonne, e confidiamo che gli sceneggiatori non abbiano ancora giocato le loro carte migliori. Vi diamo comunque appuntamento alla prossima recensione per scoprire se ci abbiamo azzeccato.[/stextbox]

Sull'autore

Michele “Azzie"

Ho la straordinaria capacità di inventare cose che già esistono e di dire cose incredibili che diventano ovvietà pochi anni dopo. Inoltre mi piacciono i videogiochi, motivo principale per cui scrivo qui.