Trine 4: The Nightmare Prince – Recensione

trine 4
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Recentemente ho avuto la possibilità di giocare a Trine 4, titolo realizzato dal team di sviluppo finlandese Frozenbyte che, nel corso degli anni è riuscito a conquistare i cuori di milioni di giocatori grazie ai loro titoli. Il rompicapo in uscita per Playstation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch permette al giocatore di sfidare i vari quiz ambientali proposti in chiave 2D, in un genere fantasy a tratti horror.

Un principe da salvare

Le vicende vengono raccontate tramite un narratore anonimo, il quale ci presenta i 3 protagonisti chiamati “Eroi” dalla voce esterna. Il primo che conosceremmo, o che rincontreremmo, sarà proprio il Mago Amadeus il quale sta vivendo una vita tranquilla in montagna.

Il secondo è il cavaliere Pontius intento a seguire un importante missione per il Re, mentre la ladra Zoya sta rubando alcuni oggetti per un cliente. Tutti quanti ricevono una lettera dall’accademia dei maghi, che incaricano il trio del Trine per ritrovare un principe problematico.

Il principe in questione è il figlio del Sovrano del regno, che scelse l’accademia per curare il ragazzo per alcune manifestazioni paranormali ignote. Per tanto i tre eroi avranno il compito di ritrovare il principe, e portarlo sano e salvo presso la struttura dei maghi.

Le abilità degli Eroi

Il gameplay di Trine 4 non si discosta troppo dalle meccaniche di gioco, già viste e provate nel corso della serie e ho avuto modo di giocarci su Nintendo Switch, una versione del gioco sviluppata molto bene.

Ogni personaggio può essere letteralmente switchato da uno all’altro, tramite la pressione di un tasto. Ogni eroe ha delle abilità uniche che unite fra loro, renderà un esperienza squisita e appagante nel corso dell’avventura.

Amadeus ha l’abilità di creare oggetti e spostarli a suo piacimento, permettendo al giocatore di utilizzare cubi e piattaforme per gli enigmi, e non solo potrà spostare alcuni oggetti del gioco per riutilizzarli, in base al bisogno.

Mentre Zoya è una ragazza molto agile e grazie al suo arco potrà scoccare diverse tipi di frecce da quelle infuocate, di ghiaccio e quelle normali. In base alla situazione potremmo uccidere, congelare o creare dei piccoli ponti grazie alle corde che possiede a numero infinito nelle bisacche.

Zoya ha una seconda abilità che consente al giocatore, di utilizzare il suo rampino per tirare verso di lei alcuni oggetti, oppure agganciarsi in alcuni punti del soffitto per spostarsi da una piattaforma all’altra.

Mentre Pontius essendo un cavaliere con armatura e con una bella pancia, è il carro armato del gruppo in grado di abbattere la maggior parte dei nemici, e di resistere a molti colpi subiti.

Il cavaliere ha a sua disposizione uno scudo che gli permette di riflettere alcuni raggi solari, per completare alcuni enigmi ambientali. In più ha un attacco secondario che consiste nel caricare gli avversari, con una forza micidiale da abbattere qualsiasi cosa.

Trine 4

Un ambiente ostile

Il gioco è raccontato come se fosse una fiaba,, ed è adatta a qualsiasi tipo di età del giocatore. Il mondo di gioco è estremamente colorato e in base al contesto della mappa, si avrà uno sfondo con tonalità più scure o più vivaci asseconda del contesto.

Ogni livello è diviso rispettivamente in tre mappe, le quali presenteranno diverse minacce più o meno complicate. Ci si sposterà da nemici tradizionali, da eliminare in zone poco spaziose ma che avranno molte piattaforme.

Gli enigmi ambientali sono tanti e diversi gli uni dagli altri, questo rende molto versatile affrontare il gioco in diversi modi e magari in compagnia. Ogni zona è diversa e ci si scontrerà contro alcune cascate da congelare, mentre alcune piattaforme che calpestate si abbassano subito dopo, oppure pilastri di pietra da abbattere o da spostare per poter avanzare.

Troppo pochi potenziamenti

Durante l’avventura potremmo potenziare i nostri eroi, tramite degli oggetti sparsi per le aree di gioco in diversi punti della mappa. Questi oggetti non sono altro che delle piccole bottiglie di vetro, che contengono un fluido capace di potenziare una delle varie abilità dei personaggi.

Ogni Eroe ha una piccola tabella sulla quale ci verrà mostrata, di volta in volta, le abilità da sbloccare per potenziare i protagonisti. A differenza dei capitoli precedenti dove dovevamo controllare ad occhio le bottiglie raccolte, e quelle che ci servono, all’interno del gioco avviene tutto in maniera automatica.

Ogni abilità consentirà ad ogni singolo Eroe di apprendere nuove tecniche, come ad esempio poter creare due oggetti in più per Amadeus, poter effettuare un doppio salto per Zoya oppure avere una doppia spada per Pontius.

Trine 4

Un sistema poco ortodosso

Per quanto sia interessante dal punto di vista della trama, il gioco si basa sulla collaborazione fra i 3 Eroi giocati da soli oppure in compagnia fino ad un massimo di altri 2 giocatori.

Indipendentemente se si gioca insieme ad altre persone, in coop online o in locale, bisognerà che ogni singolo Eroe possa sfruttare le sue abilità in gioco. Avendo già parlato abbondantemente delle loro abilità, eviterò di ripetermi ma ogni singolo eroe dovrà sfruttare le sue doti in determinati momenti.

Congelare l’acqua per poi inserire un cubo spostato dalla magia, sarà di vitale importanza per superare una barriera troppo alta da saltarci sopra. Così vale anche per i boss che asseconda del nemico, sarà più o meno debole contro un singolo eroe o contro tutti quanti asseconda contro chi combattiamo.

Il sistema delle impostazioni interessanti

Una delle caratteristiche che mi hanno fatto più incuriosire, è la possibilità del gioco di scegliere il doppiaggio nella nostra lingua che mancava già da due capitoli. Devo dire che le voci per ogni singolo personaggio sono adatte perfettamente, e anche i sottotitoli sono stati tradotti molto bene.

Una caratteristica del gioco è quella di agevolare, forse un po troppo, il giocatore quando si blocca in determinati punti. Infatti potremmo scegliere una voce che ci chiederà di essere aiutati dagli Eroi durante il gioco, i quali ci diranno che cosa fare ( non in maniera palese) durante un rompicapo se perdiamo molto tempo.

Potremmo scegliere il livello di difficoltà aumentando o diminuendo, la fatica nel dover affrontare i rompicapi durante le sessioni di gioco. Una funzione che ormai sta diventando la norma, per fortuna, è la possibilità di cambiare i colori anche per i daltonici nel caso in cui qualcuno ne abbia il bisogno.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.