Un anno di Nintendo Switch, tra luci e ombre

Nintendo Switch

L’avventura Nintendo con la sua nuova console, la Nintendo Switch, è arrivata a compiere un anno. Tra premi, lodi, soldi e soprattutto titoli spettacolari, cerchiamo di pensare in retrospettiva a cosa la grande N abbia sbagliato e su cosa abbia assolutamente distrutto la concorrenza nel corso del primo anno della sua macchina.

Il resoconto sul primo anno di Switch sarà sicuramente positivo, lo metto subito in chiaro. La console ha dei problemi, alcuni anche gravi, ma Nintendo ha tirato fuori le munizioni pesanti per lanciare la sua nuova console fissa. La parola d’ordine per descrivere il successo di Switch è: “rivoluzione”. Nintendo ha deciso di rivoluzionare il mercato in ogni possibile standard, architettando dapprima una console che puntasse ad un target sia di bassa età grazie al motion control, sia a un target strettamente adulto. Questo perché, che piaccia o meno, anche noi cresciamo e diventiamo adulti, e vuoi per problemi di condivisione della TV in caso di convivenza o altro, il tempo si stringe. Ma Switch è studiata per questo tipo di videogiocatore, che essendo un portatile che offre un’esperienza di gioco molto vicina alla home console è perfetta per chi vuole dedicare un’oretta al gioco durante il viaggio in bus, o anche nella pausa pranzo.

Oltre al target di mercato non possiamo parlare di Nintendo senza parlare dei suoi videogiochi storici, e dove si applica la parola rivoluzione nelle esclusive Nintendo Switch uscite ad ora? Beh, basterebbe prendere in mano una qualsiasi delle grosse esclusive Switch per capire a cosa mi riferisco. Ogni singolo gioco prova, e in un paio di casi riesce, a riscrivere un genere: The Legend of Zelda Breath of the Wild ottiene un risultato impensabile, rendendo ogni angolo di una mappa enorme interessante, Super Mario Odyssey alza l’asticella del platform non evolvendone il game design come fecero i Mario Galaxy, ma cambiandone la formula, Arms prova invece a dar una vista differente sul genere picchiaduro.

Partendo dai giochi possiamo entrare nei dettagli di cosa Nintendo ha sbagliato con il primo anno di Nintendo Switch. Il primo errore notabile lo si può trovare con Splatoon 2. Il titolo è ottimo e divertente quanto il primo, ma è limitato da una mancanza fondamentale della console, la chat vocale. Il metodo da usare per utilizzarla è talmente scomodo che l’alternativa Discord è molto più appetibile. Inoltre sempre in campo online, la scelta di puntare su Arms come e-sport di combattimento è discutibile. Non che sia sbagliato sperimentare, ma con Super Smash Bros lasciato a marcire su WiiU Nintendo avrebbe un’alternativa più sicura e anche più apprezzata dai fan. Col gioco in arrivo nel corso del 2018 questa mancanza potrebbe essere ovviata, ma fino ad allora l’azienda risulterà priva di un vero competitivo da e-sport, visto anche la qualità non eccelsa di Pokken Tournament.

Quindi se la sezione singleplayer ha visto l’arrivo di 3 tra i migliori titoli degli ultimi 10 anni, il multiplayer ha ancora molta strada da fare. Ironicamente sono i club di terze parti che c’hanno visto lungo e han sfruttato meglio le potenzialità multiplayer di Switch, nello specifico EA facendo tornare FIFA su console Nintendo e Psyonix con Rocket League. Una nota positiva, oltre alle scontate lodi a Mario Odyssey e Zelda,  che lascio da parte per non essere stucchevole, è anche il supporto delle terze parti. Doom, Skyrim o un L.A.Noire sono titoli che magari non faranno gridare al miracolo,ma che le rispettive aziende hanno deciso di portare sulla nuova console, per testare il mercato. I risultati sono stati positivi, sempre più aziende vogliono la loro fetta di mercato su Switch, l’esempio più lampante è Dark Souls Remastered, che in questo processo farà probabilmente da spartiacque, portando dati importantissimi per confermare o meno le potenzialità delle terze parte sull’ammiraglia Nintendo.

Insomma, il primo anno di Nintendo Switch è passato alla storia grazie ai due capolavori uscitici sopra, ma dietro c’è stato molto di più, con altri meriti ma anche diversi smacchi, che si spera possano essere superati nel corso del secondo e del terzo anno. Nonostante tutto, la cosa più importante per tutto il mondo videoludico, che possediate o vi piaccia Switch o no, è che Nintendo è tornata più forte che mai, e questo non può che essere un fattore positivo per la nostra industria.

Sull'autore

Alessandro Tosoni