I videogiochi sono di nuovo al centro dello scandalo sulla sparatoria in Florida

Call of Duty
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Negli Stati Uniti, il 14 febbraio 2017 in Florida un ex studente  di Stoneman Douglas di Parkland ha aperto fuoco sui studenti e insegnati, provocando 17 morti e più di 14 feriti. L’ennesimo caso che si verifica negli USA e non il primo del 2018, purtroppo. Mentre l’attenzione viene messa sulla vita dell’ex studente e la sua violenta e cattiva condotta, qualcuno rema in direzione opposta.

A farlo è il governatore Kentucky, Matt Bev, che durante l’intervista al WHAS Radio ha ribadito che i videogiochi talvolta hanno un ruolo parziale perché succedano questi casi. Questo nonostante l’ormai comprovata teoria scientifica che dice il contrario (con altri due studi sulla violenza e videogiochi ritirati nel 2017).

Ovviamente bisogna interpretare bene le sue parole, che dicono in realtà che il media è indirizzato verso un pubblico adulto e che un bambino potrebbe rimanere scioccato davanti ai morti. Ribadendo infine che celebrare un massacro, anche solo videoludico è una cosa che non ha senso. Nei giochi infatti, si ricevono i punti in base a quante persone vengono uccise durante un conflitto virtuale e quindi in un certo senso “hanno desensibilizzato le persone sul valore della vita umana“.

Poi però ha aggiunto che non sono solo i videogiochi i colpevoli, ma anche la musica, programmi tv e i film (avrà dimenticato i libri e i fumetti n.d.r.) deviano completamente la mentalità dei bambini. Chiaramente in tutto questo ha omesso con cura la legalizzazione libera delle armi, il tema del bullismo (che negli USA è molto più alto rispetto all’Europa).

Viene da fare una piccola riflessione. Non sarebbe meglio pensare a come eliminare il problema del bullismo nelle scuole? In questo modo si eviterebbe la maggior parte di questi problemi (stando alle storie dei precedenti assassini squilibrati n.d.r.). Non sarebbe meglio pensare all’enorme problema delle armi, che dilagano nel paese come le caramelle (con tanto di pistole adatte ai più piccoli, che vengono portati ai poligoni a sparare senza pensarci due volte)?

Purtroppo i casi come quello del 14 febbraio sono abbastanza frequenti negli States e a pagarne le conseguenze sono i ragazzi innocenti, gli insegnanti e i loro genitori.

FONTE: SegmentNext

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".