Wolfenstein II: The New Colossus – Recensione

Ci sono alcuni titoli che inesorabilmente hanno lasciato un solco all’interno dell’industria. Pensiamo agli sparatutto e quell’inatteso capolavoro qual è Wolfenstein: The New Order, che ha letteralmente stravolto la critica internazione e i giocatori. Il design particolare era legato a una struttura shooteristica funzionale come pochi e il tutto poi veniva edulcorato dalla storia fuori dal comune. Ovviamente il tutto girava ancora attorno ai nazisti e al buon biondino capace di spaccare le teste come i Bastardi Senza Gloria (chi ha visto il film saprà, mentre tutti gli altri sono pregati di guardare il film del buon Quentin Tarantino). Un mix davvero esplosivo che in tanti hanno idolatrato come una delle nuove frontiere dello genere shooteristico. Nel 2017 i ragazzi di MachineGames hanno deciso di pubblicare il secondo capitolo, Wolfenstein II: The New Colossus, che però è stato accolto fin dall’inizio con un certo entusiasmo da parte di tutti i giocatori che hanno già provato l’esperienza del primo capitolo. Io personalmente ci ho passato un bel po’ di tempo e tra un nazista e l’altro ho fatto le mie deduzioni riguardo questo nuovo capitolo. Benvenuti quindi in questa nuova avventura di Blazkowicz.

Wolfenstein 2 The New Colossus
Wolfenstein II: The New Order riprende la storia di BJ Blazkowicz esattamente dove New Order lo aveva lasciato. Una storia che non rinuncia all’umorismo, alla crudeltà o al sangue.

Chi non salta crucco è

Parlare della storia del titolo in questione non è una cosa del tutto semplice. Certo, si potrebbe partire con la solita descrizione delle cose avvenute nella storia in modo sistematico per avere una fredda considerazione calcolata, ma non allo stesso tempo, potrebbe togliere il giusto spirito combattivo al titolo in questione. Chiaramente si tratta di un titolo ambientato dopo gli eventi accaduti nel primo capitolo, in cui abbiamo visto Terror Billy sconfiggere Willhelm “Deathshead” Strasse, rimanendo però gravemente ferito dopo lo scontro. Proprio questo incidente ci permetterà a noi, giocatori, di esplorare il subconscio del protagonista, scoprendo le sue paure, l’odio verso un padre violento e l’adorazione verso una madre che non poteva reagire ai soprusi del marito. Si tratta del destino di molti, purtroppo, che passivamente prendono le botte, diventando a loro volta violenti (avete presente il graphic novel Niente da Perdere di Jeff Lemire?), ma per Blazko è anche il motivo che non l’ha reso un mostro che insegue degli sporchi ideali fondali sulle più stupide credenze e convinzioni, ma parlando di storia, ci sarebbe da dire molto anche riguardo all’Occidente e il nazismo, ma non è il posto giusto per parlare di questi argomenti cosi tetri.

Corre l’anno 61 e le forze naziste sono tutt’altro che morte. Grazie alla pura follia della comandante Engel, le truppe si sono riorganizzate colpendo diverse zone del mondo civilizzato. Blazko nel frattempo si trova nel U-Boat rubato al buon Willhelm, ma oltre che un periodo di coma, egli ha perso totalmente l’uso delle gambe e ciò lo rende un bersaglio facile per i nemici… più o meno. Nemmeno dopo un’imboscata egli però si arrende e inizia il suo nuovo viaggio verso gli inferi, tra le truppe naziste pronte a uccidere a vista e con un capo folle più che mai. Vi posso garantire che nonostante dei momenti di comicità, si respira talvolta un’aria di pura violenza, quella che non sempre si percepisce all’interno dei media maggiori come la televisione, i fumetti o la letteratura. L’enfatizzazione di questa follia porta il giocatore a portare un odio viscerale verso Engel, sperando di strapparle le braccia in seguito ucciderla con queste come se fossero delle mazze da baseball del caro buon vecchio Negan.

Tralasciando un attimo questo concetto della cattiveria, bisogna dire che la sceneggiatura anche stavolta si è superata. Personaggi sopra le righe popolano un mondo in cui la devastazione è una cosa comune, tanto che a un certo punto sembra di stare in Fallout e non in Wolfenstein. I personaggi, però, proprio grazie alla loro estrema caratterizzazione appaiono molto più umani che in tanti altri giochi e anche le estremizzazioni saranno un piacevole colpo che ci obbligherà a sorridere dopo diverse sparatorie. Risulta poi molto interessante il modo in cui si affrontano temi importanti che ci affliggono ancor oggi, nel 2017. Tra questi ovviamente c’è il razzismo in primo luogo. La leggerezza con cui viene trattato un argomento cosi delicato ha dell’incredibile e sicuramente potrebbe insegnare qualcosa ai più giovani, ma non solo a loro.

Altro grande tema che viene snocciolato in modo lento è l’amore. Con questo termine intendo sia quello verso una donna sia per i propri genitori, ma nel caso di Blazko, solo per la madre. Veniamo a scoprire tutti i piccoli retroscena lentamente, con il contagocce e a un certo punto il temerario soldato perde completamente la sua armatura, rivelandosi per quel che è realmente. Riguardo alla durata, posso dire tranquillamente che per finirlo a normale la prima volta, serviranno più di 12 ore e non parliamo nemmeno di Mein Liebe, difficoltà che farà piovere parecchi santi sopratutto in alcune parti del gioco. Attenti infatti a ponderare bene la difficoltà la prima volta che ci giocate. Si tratta di un gioco spietato in cui gli errori si pagano in modo caro.

Wolfenstein 2 The New Colossus Gameplay
Il gameplay di Wolfenstein II: The New Colossus fa dell’azione uno dei suoi punti forti, portando il ritmo a un livello di frenesia mai visto prima nella serie.

Spara al crucco, ancora una volta

“Per dipingere un grande muro serve un grande pennello”, un modo di dire che potrebbe avere mille doppisensi al suo interno, ma che nel caso di Wolfenstein II: The New Colossus ha un senso tutto suo. Un grande FPS ha bisogno delle buone meccaniche capaci di coinvolgere i giocatori senza stancarli e senza farli dannare. Con il primo capitolo il lavoro era davvero certosino e ne è uscito un piccolo, ma grande capolavoro al livello del gameplay. I dubbi sul secondo ovviamente erano sempre presenti, ma sicuramente in forma assai ridotta rispetto al passato.In fondo, avere tra le mani una creatura cosi ben realizzata vuol dire che non servono i vari rifacimenti meccanici, ma piuttosto delle limature. Queste infatti hanno permesso a Wolfenstein II: The New Colossus di piazzarsi forse tra i migliori sparatutto del 2017, battendo nettamente tutta la concorrenza.

In sé il gioco è rimasto pressoché identico al primo, ma tutte le movenze, la corsa e cosi via sono stati puliti e migliorati, ma ovviamente il grosso è stato fatto per la parte shooteristica. Mirare ai nemici è diventato un piacere ancora più sublime e anche lo sparo risente del rinculo che rende difficile il secondo sparo. Purtroppo c’è da dire che l’unico problema sta nei nemici che colpendoci tolgono un po’ di vita, ma vuoi per la tuta, vuoi per lo sviluppo, i colpi non si fanno sentire minimamente. Quindi se vi trovate all’interno di una sparatoria, state sicuri che i colpi nemici non destabilizzeranno il vostro mirino, ma allo stesso tempo non vi faranno nemmeno capire che effettivamente i proiettili stanno andando a segno. Le armi come anche nel primo capitolo sono molteplici e permettono un approccio molto libero all’azione che ci si presenterà. Grazie alle modifiche che potremo effettuare poi, non sarà difficile creare la propria arma perfetta per ogni occasione. Nel mio caso era sempre il buon fucile d’assalto che con il mirino si trasformava letteralmente in uno capace di staccare la testa anche al più duro dei nemici in pochi istanti. Come nel primo, anche qui potremo impugnare anche due armi alla volta, ma con grande sorpresa, queste non per forza delle cose dovranno essere della stessa tipologia.

Un’altra comodità da non sottovalutare perché con un mitra e un fucile a colpo singolo è possibile abbattere qualsiasi nemico senza grossi problemi. Ciò permette inoltre degli spostamenti veloci e due modalità di fuoco senza eccezioni. Bisogna dire poi che l’approccio diretto non è sempre preferibile. Cioè, sì, ma prima sarebbe meglio annientare i generali prima di passare al setaccio i soldati normali. Questo perché i generali innescano l’allarme che vi farà sudare come all’interno di una sauna, ma per fortuna i proiettili spesso e volentieri non saranno un problema perché i proiettili saranno presenti a ogni angolo. Insomma, gli approcci sono tanti, come anche i punti d’appoggio per potere fare fuoco senza preoccupazioni.

Wolfenstein 2
La versione console è tremendamente ottima. Visivamente e tecnicamente, il gioco è magnifico, soprattutto nell’illuminazione e negli effetti delle armi.

The New Colossus

Con la progressione grafica in continuo sviluppo non è raro trovare alcuni titoli di rara bellezza. Altre volte è possibile invece trovare qualcosa che sembra essere uscito direttamente dall’epoca precedente e purtroppo non è esattamente una cosa cosi rara. Per fortuna con il titolo in questione ho visto una veste grafica di fattura immensa. Sia i modelli poligonali dei personaggi che delle ambientazioni lascia semplicemente senza parole inizialmente. Avendo giocato il gioco su una Playstation 4 Standard posso affermare con certezza che talvolta è possibile superare dei limiti prefissati dagli analisti e dalle altre software house e i ragazzi di MachineGames ne sono la diretta dimostrazione. Proviamo poi a unire questa veste con i 60 fps al secondo stabili in praticamente tutti i momenti e avremo qualcosa che potrebbe essere addirittura futuristico. Gli effetti di luce sono stati studiati in modo eccellente, dandoci l’idea di essere in un mondo realistico. Altresì bisogna fare i complimenti per gli effetti particellari, che esplodono sullo schermo con una prepotenza unica.

Parlando un attimino dei vari collezionabili da trovare, posso nominare i vari diari e le lettere che ci fanno capire meglio il background generale del gioco e in seguito ci sono le carte vintage con dei personaggi, ma come in The New Order, anche qui è possibile collezionare i vinili musicali. Si tratta dei classici brani rock e non rifatti completamente in lingua tedesca (ricordate House of the Rising Sun?). Ovviamente essendo un sequel, in alcuni punti sentiremo anche i brani del primo capitolo, entrando cosi in nostalgia tme. Al livello musicale in generale ci troviamo davanti a un titolo di grande impatto e lo è anche il doppiaggio. Purtroppo ho notato in alcuni punti una certa dissincronia dell’audio e le immagini, ma nulla di grave (nonostante sia comunque un difetto).

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]I ragazzi di MachineGames hanno tirato fuori un gioco davvero interessante quest’anno. Wolfenstein II: The New Colossus è uno sparatutto duro e puro che al livello difficile mostra i denti anche ai giocatori più hardcore. La storia vede nuovamente il buon Terror Billy scontrarsi contro un intero esercito di crucchi e non mancano dei momenti serissimi votati alla drammaticità. Ovviamente anche la comicità trova un proprio spazio all’interno della storia e alla fine la fa da padrona un gameplay veloce e frenetico.[/stextbox]

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.