Danganronpa 2: Goodbye Despair – Recensione

Danganronpa 2: Goodbye Despair è il capitolo successivo a Danganronpa: Trigger Happy Havoc, titolo di cui abbiamo avuto il piacere di parlarvi qui in occasione della nostra recensione. Giunto su Steam a due mesi di distanza dalla pubblicazione del primo, anch’esso ha subito diverse conversioni prima di essere disponibile su PC grazie al lavoro di Spike Chunsoft e Abstraction Games. Il titolo non ha tradito la formula originaria, offrendo quindi momenti di quotidianità con altri che finiscono in un pastiche di poliziesco e thriller anche un poco, se vogliamo, perturbante. Il genere di riferimento, naturalmente, è rimasto quello della visual novel e, di conseguenza, l’attività predominante sarà leggere in inglese con due alternative per l’audio (inglese e giapponese).

Danganronpa 2 :Goodbye Despair

A questo punto probabilmente vi starete chiedendo: Danganronpa 2 è da considerarsi come un seguito in tutto e per tutto? Potremmo rispondere, ma per il momento preferiamo non pronunciarci al riguardo in maniera diretta. Se volete saperne qualcosa di più date un’occhiata alla prima parte del trailer qui sotto e… aguzzate la vista! Le condizioni dateci dalla Spike Chunsoft in teoria ci darebbero carta bianca riguardo il rivelare qualsiasi svolta del primo capitolo, ma siccome riteniamo che questo tipo di informazioni non siano utili ai fini di questa recensione abbiamo preferito non rischiare di rovinare la sorpresa ai più curiosi. Leggete pure senza paura!

Primo giorno? Gita al mare!

Anche in Danganronpa 2: Goodbye Despair verremo catapultati nei panni di uno studente che non vedrà l’ora di iniziare il nuovo anno scolastico presso la Hope’s Peak Academy, ovvero Hajime Hinata. Purtroppo, però, anche questa volta perderemo i sensi non appena avremo varcato una certa soglia.

I 16 studenti, tutti promesse in un campo particolare, questa volta si troveranno in un luogo del tutto diverso dai meandri claustrofobici in cui si svolge il primo titolo, ovvero Jabberwock Island. Si tratta di un piccolo arcipelago formato da un’isola centrale circondata da cinque isole che si sbloccheranno man mano che procederemo con l’intreccio. A farci da cicerone in tutto questo non sarà Monokuma, ma Usami. Il suo aspetto ricorda quello di un coniglio, e si presenterà come nostra maestra e responsabile della gita. Ogni forma di violenza è proibita, in quanto lo scopo del viaggio è quello di fare conoscenza con gli altri in modo da costruire dei legami forti. Insomma, a quanto pare ci siamo lasciati alle spalle delitti e i processi poco ortodossi, giusto?

Danganronpa 2: Goodbye Despair
“Chi è Monomi?” Beh, diciamo che Monokuma non è solo capace di rifare i… connotati.

Come avrete già intuito dall’immagine qui sopra, Monokuma non si farà aspettare troppo prima di fare la sua apparizione, prendendo il controllo della situazione e gettando la nostra combriccola nello sconforto più totale. Da questo punto in poi, quindi, tornerà in vigore la formula che aveva reso il capitolo precedente particolare e memorabile, ovvero un ciclo di quotidianità spezzato da un omicidio da affrontare a suon di indagini e intuito in modo da identificarne l’autore e impedire che la faccia franca alle spese di tutti gli altri. Monokuma, dal canto suo e come sempre, cercherà talvolta di smuovere le acque scatenando il movente. Ah e naturalmente fuggire dall’isola è impossibile!

Turismo insostenibile

Proprio come nel titolo precedente, anche in Danganronpa 2: Goodbye Despair l’azione di gioco è divisa in due macroinsiemi di circostanze, ovvero l’esplorazione/indagini e il processo. Sono state tuttavia introdotte alcune novità, e in questo paragrafo affronteremo tutto ciò che riguarda il primo insieme.

Danganronpa 2: Goodbye Despair
L’aggiunta di questa variabile di movimento non è solo gradita, ma anche coerente con l’ambientazione.

Stiamo parlando di isole giusto? Perfetto! Al sistema di esplorazione di Danganronpa: Trigger Happy Havoc (i “diorama” interattivi e gli spazi aperti in 3D esplorabili in prima persona), infatti, hanno aggiunto una sessione di movimento bidimensionale. Camminare o correre a destra o a sinistra sarà indifferente, in quanto ci ritroveremo presto al nostro punto di partenza. Durante il nostro percorso circolare della costa entreremo in contatto con alcuni edifici o passaggi ben precisi che potremo rispettivamente visitare o percorrere al fine di raggiungere la destinazione desiderata (le isole, a questo proposito, sono collegate fra loro da ponti enormi).

Ma vale davvero la pena camminare o farsi una corsetta? Non sarebbe meglio raggiungere il luogo in cui vogliamo andare in un batter d’occhio attraverso il caro vecchio viaggio rapido? Il gioco ve lo sconsiglia, in quanto sia interagire che procedere a piedi riempirà man mano una barra dell’esperienza permettendoci di salire di livello. Questo fattore è legato a un’altra novità di Danganronpa 2: Goodbye Despair, ovvero una gestione semplice del livello di “speranza” (Hope) e “disperazione” (Despair). Questa funzione apparentemente complessa e piena di insidie e scelte ardue in realtà è stata abilmente ridotta alla cura di un animale domestico che cambierà fattezze in base ai livelli dei due parametri. Per tenere la “disperazione” bassa non dovremo fare altro che controllare ogni tanto tramite il nostro eHandbook per ripulire la stanza dai rifiuti. In caso ci dimenticassimo di farlo, il livello di despair potrebbe salire gradualmente. Sia per eliminare un grado di sconforto che per aumentare il livello di Hope dovremmo fare una cosa molto semplice: fare al nostro Pet un regalo qualsiasi.

A proposito di regali: anche in Danganronpa 2 vi saranno le tipiche giornate in cui potremmo passare per due volte del tempo libero con uno dei nostri coetanei e, alla fine, fare loro un regalo a nostra scelta. Oltre a ricevere in cambio degli Hope Fragments da spendere per acquistare le abilità da impiegare nei processi, una volta che avremo passato il nostro tempo per cinque volte con la stessa persona sbloccheremo un’abilità unica e perfettamente coerente con la personalità del nostro compagno/a di merende (un elemento, questo, presente anche nel capitolo precedente).

Ma da dove si recuperano i potenziali “pensierini”? Novità, novità! Per questo titolo, infatti, sono presenti due modi per ottenere i potenziali doni (140 in totale) da concedere in base, naturalmente, alle personalità e passioni estremamente eterogenee di ciascuno (e, ancora una volta, le descrizioni dei doni saranno spesso altisonanti e divertenti). Le due fonti sono la Vending Machine e la MonoMono Yachine. La prima è un distributore con scelta limitata da cui potremo acquistare oggetti ben precisi. La seconda, invece, riprende il concetto del primo Danganronpa dell’ “estrazione casuale”, in cui potremo diminuire le probabilità di ricevere un doppio regalo già ottenuto semplicemente inserendo più monete, con un massimo di 100, per tentativo.

Danganronpa 2: Goodbye Despair
Anche in Danganronpa 2 saremo alle prese coi “diorama”. Potremo sempre spostare la telecamera e evidenziare tutti gli elementi interattivi in quasiasi momento.

Come ottenere i preziosi monocoins? In entrambi i titoli si ottiene una certa somma in base al punteggio ottenuto al termine di ciascun processo. Inoltre, in Danganronpa 2: Goodbye Despair dovremo anche dare la caccia ad alcune sagome nascoste di Monokuma, e ciascuna di esse ci premierà con 10 monete che potranno risultare utili soprattutto all’inizio. Questa valuta può essere anche impiegata per l’acquisto di elementi extra quali i filmati non interattivi (per poterli rivedere liberamente), i brani musicali o delle bozze concettuali del gioco.

Le indagini, infine e proprio come il capitolo precedente, corrispondono a fasi di esplorazione più guidate in modo da evitare di tralasciare indizi importanti che dovremo affrontare puntualmente in seguito a un delitto e prima del processo.

A questo punto non ci resta che passare a circostanze ben meno gaie e solari. Prego imputati, è ora di decidere chi ha ucciso chi!

La verità? E’ una spada

Come avrete già intuito, anche in Danganronpa 2: Goodbye Despair la pace non potrà durare, e quindi prima o poi saremo chiamati alla sbarra per difenderci dalle accuse e scoprire il colpevole. Anche in questo capitolo i crimini, una volta smascherati in toto, risulteranno puntualmente elaborati e mai banali, impedendo praticamente a chiunque di riuscire ad anticipare con assoluta certezza chi, surclassato dalla disperazione, ha deciso di versare il sangue altrui.

Anche per questa occorrenza sono state introdotte nuove fasi di gioco e rivisitazioni di modalità già presenti in precedenza. Elencare tutte queste novità nel dettaglio sarebbe davvero deleterio, e quindi ci limiteremo a farvi un paio di esempi significativi. Ci teniamo a dirvi, tuttavia, come il processo sia rimasto un elemento estremamente dinamico e votato alla tensione. La difficoltà in generale, inoltre, ci è parsa meglio bilanciata, in quanto anche giocandolo a livello “normale” le opzioni degli indizi da cui scegliere di volta in volta non sono mai stati meno di quattro. Per chi non lo sapesse ancora, in Danganronpa gli indizi diventano proiettili da usare per distruggere le menzogne altrui in una coreografia di telecamera e testo davvero godibile.

Danganronpa 2: Goodbye Despair

Una delle novità che secondo noi rappresenta un’evoluzione interessante riguarda il dibattito “di base”, ovvero quel contesto in cui in Danganronpa:Trigger Happy Havoc bisognava distruggere la parte di testo colorata di giallo con l’indizio corrispondente (o anche con un’altra dichiarazione gialla “assimilata”). In Danganronpa 2 non dovremo solo contraddire, ma dovremo anche decidere quando saremo d’accordo con qualcuno, sostenendo la sua tesi e mettendo in ombra le altre presentate. Il gioco mette in chiaro quali frasi sono potenzialmente contraddittorie e quali invece potrebbero essere potenzialmente giuste semplicemente evidenziando queste ultime col colore blu (naturalmente dovrete stare attenti a quale truth bullet sceglierete).

Un’altra circostanza che è stata rinnovata è il minigioco dell’impiccato, in cui il protagonista Hajime Hinata cercherà nella propria memoria la parola (o le parole) esatte per poter sbloccare la situazione. Rispetto al primo capitolo pensiamo che questa modalità sia stata resa un po’ troppo complessa, in quanto in caso non foste in grado di capire al volo le lettere necessarie potreste trovare il fatto di gestire la situazione un poco frustrante.

Una novità assoluta, invece, sarà il momento in cui uno dei nostri coetanei attaccherà apertamente una nostra affermazione, costringendoci a difenderla a colpi di lama (in senso metaforico naturalmente!). Avremo dalla nostra un numero limitato di indizi che si trasformeranno, per il momento, in spade dai colpi limitati e che dovremo indirizzare al momento e nella direzione giusta al fine di distruggere le frasi dell’altro. Una volta fatto ciò con questo successo, Hajime ribatterà alle accuse dando a intendere, al tempo stesso, l’indizio chiave da impiegare in maniera da farci scegliere la “spada” giusta per poter distruggere la parte del discorso errata. Ci sarebbe anche un altro minigioco del tutto inedito, ma se vi dicessimo tutto che gusto ci sarebbè?

Signore e signori della giuria, abbiamo dibattuto a lungo e riteniamo di avere tutti gli elementi necessari per chiudere il dibattito, quindi ecco a voi il nostro

Verdetto

Danganronpa 2: Goodbye Despair si è dimostrato un successore all’altezza del precedente? Dal punto di vista narrativo e dei delitti la risposta è sì, ma al tempo stesso abbiamo avuto la sensazione che qualcosa fosse come fuori posto. Il nuovo contesto “marittimo”, più aperto, allegro e anche vario (ogni isola sarà diversa dalle altre) è un ambiente totalmente diverso rispetto all’episodio precedente.

La sensazione di claustrofobia e di pericolo incombente è andata quindi un poco scemando, e, inoltre, questa differenza si è ripercossa anche sui nostri coetanei. Essi, infatti, ci sono risultati sia esteticamente che caratterialmente più fuori dal comune rispetto a Danganronpa: Trigger Happy Havoc (quasi caricaturali in alcuni casi), impedendo di fatto di stabilire un clima di tensione alla pari del suo predecessore. Abbiamo notato, inoltre, la presenza di alcuni momenti un poco “piccanti” e, per quanto questa aggiunta sia innegabilmente autoironica, non se ne era sentito il bisogno nel capitolo precedente.

In alcuni casi durante i processi (ma raramente) abbiamo trovato delle difficoltà nel capire la scelta giusta da fare, tanto da darci l’impressione che stessimo più cercando di capire cosa volessero gli sviluppatori da noi piuttosto che intuire l’azione corretta attraverso il raziocinio. Nelle fasi in cui abbiamo dovuto selezionare un’area particolare di uno scenario (anche questo è un minigioco inedito), inoltre, l’assenza della possibilità di capire i confini grafici dell’interazione tra le varie possibilità ci è parsa abbastanza grave.

Imparare i nomi dei nostri compagni di classe ci è risultato più arduo del solito, in quanto l’interfaccia dei dialoghi ci presenterà il nome del nostro interlocutore (con l’eccezione dei processi) in verticale e con le lettere girate di novanta gradi verso destra.

In conclusione, ci sentiamo di consigliare Danganronpa 2: Goodbye Despair a tutti coloro che desiderino portare avanti la vicenda del primo episodio (ecco, ora ve lo diciamo!) e che sono rimasti stregati dal primo. Consigliamo nuovamente e calorosamente di giocare Danganronpa: Trigger Happy Havoc, e, allo stesso tempo, vi sconsigliamo nella maniera più assoluta di mettere le mani su questo episodio prima di aver fatto altrimenti!

P.s.: la colonna sonora è sempre uscita dal pugno di Masafumi Takada, e annovera sia brani presenti nel primo (talvolta rivisitati) che nuovi di zecca.

Sull'autore

Gabriele Gemignani

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