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Ricordo ancora il 2003 e il manga che cambiò per sempre la vita. Un manga incredibile sotto ogni punto di vista. Si tratta ovviamente di GTO: Great Teacher Onizuka, firmato dal buon Tōru Fujisawa. Un manga che parla al pubblico in modo semplice, ma chiaro e che con il magnetismo del protagonista finisce per creare un grande legame con il lettore. Quest’oggi però non voglio parlare del manga, ma dell’anime. 43 episodi di puro godimento che grazie a Prime Video possiamo guardare e riguardare più e più volte.
Premetto che questo un rewatch a distanza di più di tredici anni e con mia gran sorpresa affermo che la qualità non è diminuita minimamente. Ho ritrovato quel adolescente che credevo d’aver perso e ho compreso d’amare ogni particolare dell’opera ideata da Fujisawa.
Non voglio dilungarmi nel raccontavi la trama di GTO perché richiede tempo, che potreste spendere guardandone una puntata.
Great Teacher Onizuka è un anime che non racconta la storia di una persona super intelligente. Il protagonista non è un calcolatore, ma è un semplice ex teppista sognatore che vorrebbe sposare una giovane studentessa. Eppure ogni episodio, ogni lezione, dà qualcosa. Un piccolo spunto di riflessione sul mondo che ci circonda, sulla vita e sui rapporti interpersonali. Un modo di vivere il mondo semplice, ma rispettoso e soprattutto senza nascondersi dietro gli altri.
C’è in effetti una frase che mi era sempre rimasta impressa in mente, tratta dal primo episodio. Onizuka dice che un uomo deve avere il coraggio di pulirsi il sedere da solo, deve avere questo coraggio. A prima vista potrebbe sembrare una frase semplice, priva di un grande significato, ma non è così. Questa frase potrebbe essere un vero e proprio mantra che obbliga la persona a prendere coscienza di se stesso e della propria vita, ma soprattutto delle proprie azioni. Perché ognuno deve essere pronto a raccogliere ciò che ha seminato, senza stare però a preoccuparsi troppo del futuro. Onizuka in tutto questo dà un grande insegnamento ai suoi spettatori e io personalmente rimasi folgorato dalla sua semplice verità. Per questo ho sempre cercato di andare avanti stando pronto a raccogliere i frutti dei miei errori e delle mie fatiche.
Onizuka nella sua semplicità dice che la scuola può essere anche divertente e non solo noiosa come molti insegnanti vorrebbero farci credere, ma c’è dell’altro. Viene mostrato il legame d’amicizia tra gli individui, il rispetto reciproco e quanto possa essere difficile vivere l’adolescenza. Esiste il grande e forte tema del bullismo e del suicidio, che viene affrontato con leggerezza sì, ma anche con una nota di triste serietà. Una piaga che purtroppo continua a esistere anche nel 2023.
In effetti, i temi trattati sono sempre attuali e quanto mai banali nel loro insieme. Un agglomerato di problemi che Onizuka risolverà in modo istintivo e senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. A volte addirittura senza accorgersene. Perché Onizuka è un vero sempliciotto che spesso si muove su di un piano totalmente opposto a una qualsiasi logica, ma finisce poi per impartire delle lezioni di vita. Quelle che fanno crescere i ragazzi della sua classe e di conseguenza anche gli spettatori dello show.
Devo ammettere che al livello grafico ci sono dei punti di bassa qualità e talvolta si notano dei veri e propri orrori (la moto mancante durante la lezione dedicata a Urumi). Eppure ci si passa sopra. Sarà forse l’effetto nostalgia o probabilmente è il mio desiderio di ritrovarmi fanciullo. Non saprei proprio, ma posso affermare senza problemi che l’estate rappresenta il periodo perfetto per la visione.
Con GTO Fujisawa ha affrontato temi impensabili, creando dei villain con un’anima. Eppure a differenza di altri manga e anime, il cattivo non sempre si redime, ma continua a vivere la sua esistenza come prima. A questo proposito pensiamo al vicedirettore. Un uomo di età avanzata che considera alcuni alunni alla stregua di spazzatura, dei rifiuti della società che non meritano nemmeno di vivere. Si tratta di un uomo odioso che si mostrerà spesso in questo modo, ma poi accadrà qualcosa. Pian piano vedremo dei piccoli frammenti della sua vita. Momenti tristi di una famiglia distaccata e di ideali ormai andati persi. A questo proposito è impossibile non pensare alla storia del girasole sentita nelle ultime puntate della serie.
In GTO vengono a galla tanti pezzi di un meccanismo marcio che pare impossibile da sistemare. E la cosa incredibile è che in realtà questo meccanismo lo possiamo vedere anche nel mondo reale. Attorno a noi avvengono le ingiustizie e spesso anche il più malvagio dei carnefici è solo un piccolo ingranaggio di un meccanismo senza il suo costruttore. Ed è qui che arriva anche il tema della libertà.
Questa meravigliosa libertà che proprio a scuola sembra non esistere più. La struttura che dovrebbe creare dei pensieri liberi finisce per ingabbiare le menti, facendole andare in una direzione prestabilita. In questo non esiste un colpevole in particolare, ma piuttosto una serie di eventi concatenanti, ma a subirne le conseguenze sono sempre gli alunni, che talvolta finiranno per perdere ogni speranza nel sistema scolastico, nei professori e non ricorderanno niente delle materie studiate. Quei giovani uomini e donne sono il futuro di una nazione, che pensa alla propria sopravvivenza su di una poltrona polverosa e Onizuka combatte contro tutto questo. Combatte con le parole e con i fatti, ma soprattutto instilla in ogni spettatore la consapevolezza che qualcosa non funziona, ma che la soluzione è ancora possibile.