Hitman – Episode 2: Sapienza – Recensione

Abbandonati i riflettori dell’alta moda parigina, il nostro assassino pelato preferito parte per l’Italia, nell’immaginaria cittadina di Sapienza, sulla costiera amalfitana, per godersi un po’ di sole, un po’ di mare, e qualche omicidio a sangue freddo.

Una città viva

Questa volta alle folle di figuranti che affollano le sfilate, si è preferito dare più rilevanza all’ambientazione. Sapienza è davvero vasta e ben fatta, al punto che è un piacere girare per le sue strade e vicoli, arrivando anche alla possibilità di visitare la maggior parte delle abitazioni e dei tetti. Anche se i dialoghi principali e secondari sono completamente in inglese, è possibile origliare qualche dialogo tra personaggi non giocanti in italiano, e addirittura ascoltare la telecronaca di una partita di calcio. Anche le texture e i dettagli sono più curati, elementi che arricchiscono la già splendida grafica vista nel primo episodio. Il giocatore che apprezza i dettagli può letteralmente prendersi qualche ora per godersi la cittadina, come se fosse davvero una vacanza. Ovviamente il fattore esplorativo non è fine a se stesso, e conoscere bene la città aprirà molte occasioni al nostro 47, ma potremo anche affrontare il problema infiltrazione in modo più diretto.
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Acido e palline da golf

I bersagli questa volta sono tre, di cui uno molto particolare: un virus molto simile a quello visto in Metal Gear Solid, in grado di diffondersi rapidamente tramite soggetti sani per poi attivarsi solo quando viene infettato un preciso bersaglio; una minaccia per il mondo, che per di più rischia di rendere obsoleto il lavoro di sicario… per arrivare ad esso dovremo infiltrarci nella villa dove vivono gli altri due bersagli ed ottenere accesso al laboratorio sotterraneo dove si sviluppa il virus. Anche se il laboratorio stona un po’ con il resto dell’ambientazione, Sapienza da quasi l’impressione di contenere due diverse ambientazioni, peccato che all’eliminazione del virus sia stata data meno enfasi e meno varietà rispetto ai bersagli umani, ma capiamo che anche a 47 riuscirebbe difficile eliminare un virus strangolandolo, e per quella sessione, i game designer hanno dato più importanza all’infiltrazione, scelta comunque condivisibile.

I metodi di eliminazione sono ancora più variegati,e stavolta avremo davvero qualche buon motivo per rigiocare la missione, potremo sfruttare le turbe psichiche di uno dei bersagli per fargli avere dei crolli nervosi per poi isolarlo e farlo fuori con comodo, oppure semplicemente farlo saltare in aria con una trappola ben piazzata. Ogni sistema, quando riesce, regala delle soddisfazioni. Anche i caricamenti sono stati snelliti, e rendono più pratico ricaricare la partita dopo che qualcosa va storto. Grossa pecca è comunque l’IA dei nemici, che anche in caso di esecuzioni eclatanti e con testimoni, non si coordinano tra loro in nessun modo per stringere la sicurezza, continuando dopo una breve indagine iniziale a svolgere le loro routine, continuando addirittura a parlare del bersaglio eliminato come se fosse ancora vivo.

Pare insomma che Sapienza sia un netto miglioramento rispetto al suo predecessore e le nostre critiche sono stavolta concentrate sui problemi di IA, ma se gli sviluppatori sono riusciti a migliorare tanto il gioco a distanza di un solo episodio, allora giustifichiamo in parte la scelta della pubblicazione spezzata di questo Hitman. Aspettiamo col fiato sospeso il terzo episodio: sarà la confermazione che il gioco sta effettivamente migliorando, oppure Sapienza si rivelerà essere solo un colpo di fortuna? Staremo a vedere.

Sull'autore

Michele “Azzie"

Ho la straordinaria capacità di inventare cose che già esistono e di dire cose incredibili che diventano ovvietà pochi anni dopo. Inoltre mi piacciono i videogiochi, motivo principale per cui scrivo qui.