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Avengers: Infinity War è ormai disponibile in tutti i paesi sta continuando a scalare le vette dei guadagni stellari. Il film ha messo quasi tutta la critica sulla stessa linea, che lo elogiato come il capolavoro del Marvel Cinematic Universe, ma devo dire che tutti gli elogi sono giusti a mio avviso. Fatto sta, però, che alcune cose potrebbero apparire poco chiare, anche a chi ha letto Il Guanto dell’Infinito. Capire chi è l’Ordine Nero che risponde agli ordini di Thanos è forse l’essenzialità per comprendere anche i personaggi di cui è composto, ma per farlo bisogna spostarci nel 2013 e la miniserie Infinity. Questa si pone come il ciclo finale per la serie degli Avengers e The New Avengers, iniziati con la gestione di Brian Micheal Bendis e passata in mano a Jonathan Hickman. Nel 2014 uscì anche la serie italiana composta da sei albi e altre storie inserite nelle singole testate degli eroi, ma per fortuna Panini Comics ha ristampato tutto in occasione del film già uscito e ovviamente in vista a quello prossimo a uscire.
Due team per due minacce
La miniserie Infinity ha una composizione narrativa per nulla semplice, situata su due piani spaziali, ma sullo stesso temporale. Da una parte abbiamo l’attacco dei Costruttori, una razza aliena che cerca di porre fine al mondo e di schiavizzare alcuni luoghi precisi. Per porre fine a questa minaccia (che somiglia un po’ a quella dei Razziatori in Mass Effect) gli Avengers volano verso lo spazio e si alleano con molte altre razze, alcune di queste non del tutto buono e che hanno avuto i loro trascorsi con il gruppo di eroi. Ad approfittare dell’assenza degli Avengers ci pensa Thanos, il Titano Pazzo, che viaggia alla ricerca del proprio figlio, che vive con gli Inumani. Per affrontare questa minaccia invece viene attivato il gruppo dei New Avengers, che cercheranno di affrontare una minaccia doppia. Da una parte avremo Thanos che sarà pronto a fare di tutto pur di trovare il proprio figlio e dall’altro avremo l’Ordine Nero, che alle sue dipendenze cercherà il giovane a modo loro.
L’ordine e il caos
Questa miniserie, cosi importante per l’universo Marvel stesso è descritta in modo molto minuzioso da Jonathan Hickman, che fa un lavoro da tessitore. Riesce a mettere insieme tantissimi pezzi con delle stoffe differenti creando un unico grande mosaico in cui tutto ha un senso. I personaggi coesistono insieme come sempre, ma la partecipazione macro è cosi grande da mettere insieme sia la terra che l’universo stesso. Ogni cosa funziona e a tratti sembra di vedere una vera azione bellica, anche se ovviamente con alcune reazioni poco realistiche, ma come è giusto che sia in questo caso. I dialoghi risultano essere convincenti, ma ovviamente quelli più interessanti di tutti sono i membri dell’Ordine Nero. Personaggi molto diversi tra loro che obbediscono al Titano e che sfruttano delle abilità davvero incredibili e pericolose. Hickman riesce comunque a non farci mancare niente e l’epoca post Bendis (degli Avengers) manca, ma non tanto.
Le matite sono invece a opera di alcuni autori che rendono possibile la massima immersione in quest’universo. Parlo di Mike Deodato Jr., Dustin Weaver , Jim Cheung, Jerome Opeña, che vengono coadiuvati dall’ottimo Leinil Francis Yu. L’alternarsi dei vari stili crea un bell’effetto sorpresa in alcune tavole e sopratutto da una dinamicità ad alcune scene non indifferente. Sono presenti alcune inquadrature interessanti, cosi come anche i combattimenti contro Thanos e l’Ordine. Dall’altro canto risultano convincenti anche i momenti spaziali, anche se da quel lato avrei preferito più spettacolarizzazione. Ogni personaggio comunque è stato descritto in modo preciso e incute un certo timore, sopratutto Thanos durante i momenti di rabbia.