No Man's Sky – Recensione

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Ci siamo spesso trovati protagonisti all’interno dei giochi in cui non ci sentivamo per niente tali, ma solo dei meri spettatori. Meri spettatori in uno spettacolo pre confezionato a perfezione per un’immersione molto superficiale all’interno del titolo. Anche i giochi sandbox, infatti, presentano questo problema, una strada già fabbricata. Possiamo decidere quanti bivi dovremo prendere e quale deviazioni dovremo, ma l’arrivo sarà sempre quello, creato dagli sviluppatori. Un team ha però voluto combattere questo piccolo, ma grande problema, creando un titolo in cui l’esplorazione, la solitudine e un finale non costruito ad hoc. Hello Games ha scatenato fin dai primissimi istanti l’interesse verso il pubblico con il suo No Man’s Sky, tanto ambizioso e interessante d’aver convogliato le menti dei giocatori per anni e dopo mille peripezie, rinvii su rinvii e altrettanti dubbi, abbiamo tra le mani il tanto agognato titolo.

Esplorazione spaziale

Spazio, ultima frontiera. Queste parole accompagnano gli amanti di fantascienza ormai da tantissimi anni grazie a quel capolavoro che è Star Trek. L’astronave Enterprise è alle prese con la scoperta dei nuovi popoli. Non abbiamo nominato questa serie TV per un motivo preciso: il senso del gioco. Possiamo chiaramente interpretare tutto il titolo in una veste molto più semplicistica, ma aggiungere del sano romanticismo per smorzare l’atmosfera è sempre una cosa buona. Qui ad essere il vero protagonista è proprio la voglia di esplorare e di conoscere qualcosa che il nostro intelletto non riesce nemmeno a immaginare. L’universo di No Man’s Sky è stato creato in modo procedurale e ciò vuol dire che per nessun giocatore ci sarà la stessa medesima esperienza di gioco, creando cosi quasi dei veri e propri universi paralleli in cui i giocatori potranno incontrarsi a volte in modo più o meno diretto. È comunque una possibilità cosi remota che potete anche non prenderla in considerazione, ma piuttosto potete pensare di preparare un vostro diario di bordo, una bottiglia di un liquido che più vi aggrada e tuffarvi in un mondo fatto per il viaggio solitario e pieno di magnificenza, sparatorie, esplorazione e pochissima interattività tra le specie aliene.

No Man's Sky (3)

Ci siamo preparati per il decollo; l’emozione aumenta di minuto in minuto e non cessa di scemare nemmeno quando ci libriamo in aria e iniziamo a fare quei primi passi, incerti e pieni di timore. Riusciamo a raggiungere la calma solo dopo aver capito di essere al sicuro nella nostra cabina di pilotaggio, che ci rende un po’ più soli, ma anche un po’ più protetti. Atterriamo su di un pianeta quasi disabitato su cui si abbattono delle costanti piogge acide e una temperatura molto inospitale. Passo dopo passo, metro dopo metro ci accorgiamo che non c’è molto da fare qui e tentiamo un salto iperspaziale con il motore a curvatura, imitando il capitano Kirk (ma nel vostro caso potrebbe essere Picard). Tanti sono gli altri atterraggi che facciamo e non passa molto tempo prima di incontrare delle fazioni spaziali in continua lotta tra loro.

Purtroppo non dobbiamo aspettare molto prima di incontrare quelli che sono i veri limiti del gioco, la ripetitività. No Man’s Sky essendo creato in modo procedurale, sviluppa la mappa di gioco man mano che andiamo avanti, ma il problema sono gli asset. Nonostante l’enorme quantità di questi, le loro combinazioni saranno limitate e questo si farà sentire in maniera preponderante. L’altro problema è l’assenza di una vera e propria storia. Potremo trovare tre diverse trame all’interno del titolo, questo è vero, ma saranno limitate sempre e solo a dei brevi spezzoni che a noi toccherà raccogliere e unire insieme, per avere comunque non proprio una storia da capogiro. È però anche vero che No Man’s Sky non è un gioco che basa le sue potenzialità sulla storia, ma proprio sull’esplorazione e sulla costante solitudine, che verrà interrotta solo grazie ai brevi incontri casuali.

No Man's Sky (1)

Procedurale sì o no?

Fin dal suo primo annuncio, No Man’s Sky divenne un modo per discutere di quella tecnologia che a parole ha un ché di magico, il mondo procedurale. Questo voleva dire essenzialmente che non c’erano delle leggi prestabilite che governavano il gioco, ma il tutto veniva generato man mano grazie ai server, alla CPU e al motore di gioco, che insieme gestivano l’intero universo, che è sempre in comune con tutti gli altri giocatori. Capiterà infatti di atterrare su un pianeta già conquistato e di trovare i scopritori delle varie razze animali che popolano il gioco. Come per l’universo in sé, anche la vegetazione e il regno animale si evolve e si modifica. Anche in questo caso però ci troviamo davanti a una sorta di assemblaggio stile LEGO. Non possiamo escludere però che in futuro arrivino delle novità sia riguardo al mondo di gioco sia a tutto ciò che lo circonda. Anche l’IA per ora ha delle pecche non piccole e finisce sempre per agire in modo abbastanza primitivo.

Qualcosa da fare

Il secondo quesito che ha attanagliato tutti i giocatori fino al giorno dell’uscita è: “Cosa bisogna fare su No Man’s Sky?”. La risposta non è cosi scontata o semplice però. La verità è che questo titolo ci da la possibilità di fare ciò che ogni appassionato di fantascienza e space opera avrebbe sempre voluto fare, esplorare l’universo. Questa è forse la premessa primaria che bisognerebbe tenere sempre in considerazione. La storia avrà un ruolo cosi marginale che capiteranno ore e ore in cui non potremo fare assolutamente niente di interessante, se non viaggiare ed esplorare. Il punto di forza del gioco è quindi anche il suo tallone d’Achille e una ventina di ore potrebbero far stancare facilmente la gran parte dei giocatori.

Per fortuna a migliorare l’esplorazione ci pensa il sistema di sopravvivenza, che ci mette sempre al centro degli eventi. Dovremo potenziare continuamente la nostra navicella per aumentarne la potenza offensiva e difensiva e per farlo useremo il caro vecchio sistema del crafting. Allo stesso modo potremo potenziare anche il nostro inventario, il vero punto debole per la nostra esplorazione. Contare continuamente lo spazio a disposizione e poi farlo con gli oggetti, sarà uno dei passatempi che faremo più spesso. Ogni materia che troveremo sarà il corrispettivo della tabella periodica di Dmitrij Ivanovič Mendeleev. Alcuni elementi come il Carbonio o il Ferro saranno reperibili un po’ ovunque, mentre altri più rari saranno più nascosti.

Verso l’infinito e oltre

Come ogni prodotto audiovisivo della branchia dei videogiochi, anche No Man’s Sky vive secondo le leggi che mettono in grande rilevanza il reparto grafico. Non possiamo non dire che si tratta di un minimalismo davvero splendido e che abbellisce tutto il gioco. Ogni figura è stata creata in modo dare l’impressione di avere a che fare con il cel shading, ma senza le bordature classiche dello stile. Le tonalità accese e talvolta acide rapiscono per la loro stupefacente semplicità e bellezza. Queste caratteristiche si porteranno per tutto il gioco e non ci daranno mai tregua, ma verranno in parte rovinate. Purtroppo i limiti di una Playstation 4 sono ormai risaputi e non vogliamo nasconderci dietro alle mura di giustificazioni. Il framerate è fissato sui 30, ma come accade sempre più spesso, questo tende ad abissarsi durante alcune delle scene più concitate. Questa caratteristica non rende purtroppo l’immedesimazione molto confortevole, ma è anche vero che quasi sempre è fissa sui 30.

Il sonoro è invece senza mezzi termini un vero e proprio gusto per le orecchie, che sentiranno molti brani eseguiti dalla band 65daysofstatic. L’unica contestazione è il numero dei brani, che sicuramente non sorprendere e ci sarebbe piaciuto vedere una colonna sonora molto più vasta per questo tipo di giochi.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]No Man’s Sky non è un gioco semplice e non è adatto a chi cerca un divertimento veloce e spensierato. Le ore che passerete a craftare saranno davvero tante e questo, insieme al sistema procedurale leggermente da migliorare potrebbe stancare anche i giocatori più duri. Lo stile grafico e la colonna sonora saranno però due grandi compagni durante tutto il viaggio e sicuramente daranno un motivo in più per esplorare i nuovi territori.[/stextbox]

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".