Pac-Man 256 – Recensione

Solo il sentir nominare oggi Pac-Man, il ghiotto mangiapalline a forma di disco e privo di uno spicchio, considerato una delle icone perpetue ed emblematiche dell’intrattenimento elettronico, suscita una profonda emozione. Dal suo esordio nelle sale giochi, la creazione di Toru Iwatani ha varcato e attraversato diverse generazioni, con una miriade di produzioni che coprono un intero trentennio di storia videoludica, e di tante strizzate d’occhio in relazione a pellicole e serie televisive.

Come da prassi, Pac-Man trascina con sé una serie di aneddoti, curiosità, misteri. Tra queste, ce n’è una in particolare, quella collegata al livello 256 del primissimo e storico arcade, ritenuto l’ultimo a causa di un bug. Era un errore di programmazione che causava sullo schermo dei simboli che rendevano infattibile il proseguimento. Ecco, Bandai Namco, in collaborazione con la Hipster Whale, si erano avvalsi di quel livello misterioso per creare un titolo che gli rendesse omaggio e festeggiasse in qualche modo il 35° anniversario della rinomata serie: non era nientemeno che Pac-Man 256.

Viva i glitch

Pac-Man 256 eredita gran parte della struttura originale di Crossy Road: in questo contesto ci troveremo in un labirinto infinito che va affrontato senza perplessità, cercando di evitare i fantasmi e mangiarli in tempi predisposti. La sensazione di incertezza e di pericolo è più imponente che mai.

Certamente Pac-Man 256 concede un preciso obiettivo: sopravvivere il più a lungo possibile, racimolare sempre più punti servendosi anche delle pillole, della frutta e il relativo moltiplicatore, e di una serie di potenziamenti. Riguardo a quest’ultimo, possono essere traducibili in laser, bombe, tornado, o perfino invisibilità, che conferiscono una maggior strategia al titolo. E tutto ciò non preclude ineluttabilmente la presenza del modello freemium, il quale consente di spendere un credito dei sei disponibili, ognuno delle quali viene recuperato nel corso di diversi minuti.

Le monete non sono solamente acquistabili, al contrario è possibile raccoglierle sparse nei livelli o aderendo a diverse opportunità, tra cui guardare alcuni video pubblicitari. Completare questo numero di livelli in una botta richiede ore di gioco ininterrotte e, soprattutto, un oceano di abilità dalla nostra mano. Bisogna aggiungere, in ogni caso, che il percorso diviene a lungo andare spropositatamente complicato, senza un orizzonte in vista ma con l’obiettivo di raggiungere il punteggio più alto possibile, comune sui dispositivi mobili.
Pac-Man 256 conta su una grafica puramente isometrica, di spessore, la quale permette di dare un ampio campo di visione. I controlli di gioco sono semplici e familiari, così come i suoni e gli effetti caratteristici delle versioni originali di Pac-Man. Il titolo mantiene dunque quell’essenza arcade, senza alterarle o quantomeno snaturarle.

Commento finale

Uscito in primis su iOS e Android, tutti i consueti fantasmi si getteranno all’inseguimento del mangiapalline anche su console e PC, a un prezzo di 4,99 euro. Lungi dall’essere noioso o deludente, Pac-Man 256 è un’offerta molto suggestiva che si regge su un sistema di gioco tradizionale, esaustivo e appagante. È, senza pretese, ideale in quei momenti oziosi di una giornata.

Sull'autore

Luigi Fulchini

Studente e uno dei fondatori di HavocPoint.it. Scrive di videogiochi.