Shantae and the Pirate's Curse – Recensione

Shantae and the Pirate’s Curse è il terzo capitolo di una serie che affonda le sue radici nel buon vecchio GameBoy Color nel 2002  con il titolo di “Shantae“, pubblicato da Capcom sviluppato da WayForward Technologies. Il secondo capitolo, “Shantae: Risky’s Revenge” fu sviluppato e publicato dalla WayForward Technologies nel 2010 rilasciato sulla Nintendo DSi.  Infine vi è “Shantae and the Pirate’s Curse” che uscì nel 2014 su Nintendo 3DS e Wii U, mentre la versione che tratteremo è quella da poco rilasciata per PS4.
Attualmente è in sviluppo un quarto capitolo con il titolo “Shantae: Half-Genie Hero” nato su Kickstarter.

LA STORIA DELLA GENIETTA

L’avventura inizia con un sogno di Shantae che viene interrotto dal rumore di cannoni.  Quando esce per investigare  incontra i due suoi amici Sky e Bolo e così  scopre che la città di Scuttle Town è sotto attacco: è Ammo Baron, che avendo legalmente comprato la città la sta trasformando a proprio piacimento (a cannonate). Dopo aver sconfitto Ammo, scopriremo da Risky Boots (arci-nemica della nostra protagonista) che Pirate Master (Ex capitano di Risky e oscuro  perfido tiranno che fu sigillato dai Geni di Sequin Land) sta cercando di resuscitare. Ed è qui che inizia la vera avventura ci uniremo alla nostra arci-nemica per sconfiggere un male più grande.

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Platform, in vecchio stile

Senza dilungarci oltre, parliamo di Pirate’s Curse per quello che è: un frenetico Platform vecchio stile, veloce e divertente. Come nei predecessori vestiremo i panni di Shantae, una mezza-genia la quale ora veste i panni di una semplice umana (poiché nel capito precedente aveva perso i propri poteri di Genio). Dopo un breve filmato, affronteremo il primo livello, che serve da tutorial ma tutt’altro che facile.  Dopo aver battuto il nostro primo Boss, saliremo sulla nave di Risky per andare alla prossima isola e cosi di seguito finché non avremo completato tutte le isole e risolto gli enigmi al loro interno. Lo schema  anche se molto  lineare  non penalizza affatto la giocabilità o la storia, che si rivela molto divertente, anche grazie ai dialoghi e alle scenette che si propongono di tanto in tanto.

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Come detto precedentemente  Shantae ora è umana e a parte i suoi capelli all’inizio non avremo altri poteri. Per ovviare questo problema i creatori hanno deciso di inserire in ogni stage una nuova arma o equipaggiamento (che precedentemente apparteneva a Risky). Questi oggetti unici andranno ad arricchire in nostro repertorio di mosse per poter superare i vari enigmi, le orde di nemici che ci si parranno d’avanti e raggiungere così il nostro obbiettivo.

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Ecco un’esempio di come potremo usare la nostra arma primaria, la “Frusta Mostri”.

La versione che abbiamo provato è quella per Playstation 4, il porting è davvero buono e le immagini si adattano perfettamente allo schermo senza sgranare.  Le animazioni sono fluide e ben realizzate, mentre l’audio è bello da ascoltare, anche se per chi a volte passa troppo tempo in uno stage può cominciare ad essere ripetitivo e fastidioso (come può però capitare in altri giochi dello stesso genere e non solo).

A un ragazzo di oggi vedere un gioco del genere, nel 2016, potrebbe far storcere un pò il naso, ma giocare ad un Metroidvania like come questo, fresco, veloce, è un buon passatempo che, di buon grado, ci fa passare quella mezz’oretta libera in cui vogliamo rilassarci.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]

In conclusione Shantae and the Pirate’s Curse è un titolo molto valido, non estremamente longevo ma capace di regalarci momenti di divertimento come i vecchi platform.
Semplice e simpatico ma non per questo noioso, capitolo e serie che per i cultori del genere non può mancare.[/stextbox]

Sull'autore

Valerio Esposito

Grande amante di videogame, fumetti, musica e dell'arte in generale. Dà il massimo per le sue passioni, sperando di trasformarle nel suo futuro.