Tom Clancy's The Division – Recensione

Finalmente, dopo ben 2 anni di attesa e vari trailer Tom Clancy’s The Division è finalmente tra le nostre mani. L’attesa di questo gioco ha avuto varie fasi per molti videogiocatori, inizialmente l’euforia è stata enorme, successivamente data una scarsa comunicazione di Ubisoft il tutto si è trasformato in una perplessità complessiva sul prodotto e a peggiorare la situazione ci hanno pensato i due rinvii fatti da Ubisoft, fortunatamente però alla fine il gioco è uscito ed è già in mano a tutti gli utenti, ma alla fine il nuovo MMOTPS è riuscito ad entrarci nel cuore?

L’America nel cuore!

The Division è un MMOTPS ovvero uno sparatutto in terza persona persistentemente online, abbandoniamo dunque l’idea di poter giocare senza una connessione ad internet e avviamo il gioco, il nostro primo passo è quello di creare il nostro personaggio attraverso un editor molto scarno che ci permette semplicemente di scegliere uno tra i vari volti disponibili, capigliatura e colore degli occhi. A questo punto un tutorial ci spiegherà le basi del gioco, da qui in poi, benvenuti agenti, siete nel cuore di The Division. Il gioco ci catapulta in un’America devastata da una malattia, lo svolgimento della trama non è diretto ma sarà nostro compito trovare vari indizi e collezionabili che ci danno informazioni basilari sul passato. La trama principale è composta da circa 12 missioni che servono a migliorare il nostro personaggio e sono ben sparpagliate all’interno della mappa di gioco, inoltre l’esplorazione è ben congeniata facendoci perdere nella ricerca di collezionabili suddivisi in droni, telefoni, file ECHO e agenti scomparsi che vi porteranno al level cap fissato al 30. Insomma, perdersi per le strade di New York è molto semplice e ad aiutare la nostra immersione ci pensa una riproduzione della mappa veramente magnifica, ricca di dettagli, generosamente grande e gestita in maniera ottima con la possibilità di entrare anche in alcuni palazzi e scovare segreti all’interno, anche se, proprio negli interni, il gioco perde qualche punto, dato che alla lunga risultano un pochino monotoni. Ma resterete comunque ammaliati dalla bontà degli esterni.

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La Divisione non ci lascia mai soli.

Cavalcando un po’ l’onda di Destiny, The Division ci da la possibilità di giocare tutto il gioco in compagnia di amici oppure di sconosciuti. Il matchmaking è presente praticamente per qualsiasi attività e funziona molto bene, abbinandoci in pochi istanti in un gruppo che sta cominciando la stessa missione da noi selezionata. Nel caso in cui il matchmaking ci metta troppo tempo possiamo comunque scorrere tranquillamente per le strade di New York durante l’attesa. La gestione del gruppo è notevole, la creazione e l’unione tra amici è praticamente istantanea e c’è anche la possibilità di spostamento rapido per raggiungere un nostro amico che sta dalla parte opposta della mappa, il tutto rende l’esperienza di The Division divertentissima nel caso in cui si scelga di acquistarlo con un gruppo di amici, ma non scoraggiatevi, giocare da solo non è assolutamente un problema e riuscirete comunque ad immergervi a tutto tondo all’interno del gioco, grazie anche allo svolgimento delle missioni principali che è abbastanza lineare e anche se non avete a disposizione una chat vocale potete tranquillamente cooperare senza alcun problema. Le missioni principali sono abbastanza interessanti e varie, anche se ovviamente lo scopo è arrivare alla fine della missione uccidendo centinaia di nemici agguerriti contro di noi. Al termine di ogni missione avremo diversi premi che vanno da parti di equipaggiamento, moneta di gioco e crediti da spendere nel dipartimento. Il dipartimento è la nostra base principale  che abbiamo la possibilità di migliorare e, ad ogni potenziamento, sblocchiamo nuovi talenti e nuove abilità. La progressione di questa struttura è molto interessante e lascia qualsiasi decisione in mano al giocatore in modo da poter creare il proprio personaggio nel modo che più si preferisce. Non ci sono classi vere e proprie, bensì c’è la possibilità di specializzarsi in vari settori suddivisi in: tecnologia, sicurezza e medico. La prima è più per i giocatori “Tank” ovvero quei giocatori che preferiscono stare nelle prime linee prendendo anche parecchio danno. In medicina invece possiamo tirar fuori un personaggio curatore, molto utile nei gruppi per portare avanti la situazione e curare o rianimare i propri compagni. Ultimo, ma non per importanza, il personaggio specializzato in sicurezza ovvero il support, cioè quel personaggio utile per distrarre e attaccare dalla lunga distanza. In generale la suddivisione è ben congieniata con abilità speciali per ogni “classe” che vanno a creare personaggi sempre diversi l’uno dall’altro.

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Vedimi, Ora!

A completare l’offerta riguardante la personalizzazione ci pensa l’equipaggiamento che si suddivide come da tradizione in pezzi più importanti e pezzi più comuni, il drop dei pezzi è unico, quindi non ci sono problemi di correre verso il nostro item per paura che ci venga rubato. L’epicità del pezzo appena preso viene mostrata dal colore con cui è scritto il nome dell’item che può essere grigio per il più semplice da trovare, verde per i pezzi comuni, blu per i pezzi rari, viola per i pezzi molto rari e giallo per i pezzi di alta gamma. Possiamo anche crearci da soli il nostro equipaggiamento utilizzando le varie materie prime trovabili all’interno della mappa, una possibilità che però fino al livello 30 non si sfrutta molto dato che il nostro equipaggiamento è in continua evoluzione. Anche le armi hanno un’importanza fondamentale, ogni arma può avere degli slot mod che implicano la possibilità di modificarne le caratteristiche andando a migliorare le varie sezioni che più ci aggradano. Il settore balistico in The Division un po’ si perde, il feedback delle armi non è sempre al top e nonostante ci siano molte pistole o mitragliette a disposizione, vi sembrerà quasi sempre di impugnare la stessa arma, le uniche che riescono a differenziarsi sono quelle a corto raggio, come i fucili a pompa, le restanti riescono a dare una differenza pad alla mano solo sul fronte tecnico come la dimensione del caricatore, il rinculo e il tempo di ricarica.

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A duello!

Una delle varie parti calde del gioco è formata dalla zona nera, ovvero una parte di mappa dedicata al PVP e PVE nello stesso luogo. La zona nera ha vari accessi, che ci catapultano in zone contaminate piene di altri giocatori, non ci sono modalità vere e proprie ma tutti possono sparare a tutti diventando automaticamente traditori e piazzandosi dunque una taglia sulla testa. La zona nera ha un livello diverso da quello del personaggio, dunque al primo ingresso ci troveremo con un livello pari a zero. Aumentare di livello però non è un problema, e le varie zone sono strutturate appositamente per aumentare gradualmente. Il drop qui è totalmente diverso, abbiamo la possibilità di prendere nuovi item in continuazione che però non saranno subito di nostra proprietà. Per farli totalmente nostri dobbiamo arrivare fino ai punti di estrazione dove si fa una richiesta, e dopo 90 secondi arriva un elicottero che porta via il nostro bottino, è proprio durante questo minuto e mezzo che si ha continuamente l’ansia che qualcuno accanto a noi faccia fuoco uccidendoci e eliminando così il nostro tanto amato bottino ma è proprio durante l’attesa che ci rendiamo conto anche di una mancanza importante di una modalità PVP più “classica”, dato che quasi sempre durante l’attesa dell’estrazione, tutti i giocatori si nascondono e nessuno diventa aggressivo rischiando immediatamente il linciaggio. Possiamo dunque confermare che l’inserimento del PVP in questo modo è sicuramente molto sfizioso ma non riesce a spostare il gioco verso una reale competitività tipica di molti MMO, restiamo però fiduciosi su eventuali aggiunte future. Anche il raggiungimento del livello 30, sia del livello base ma anche del livello nella zona nera, ha ancora bisogno di aggiunte, poiché attualmente è soltanto basato sulla ripetizione di missioni primarie già fatte ma con personaggi di livello 32. Un buono stimolo a continuare ma che difficilmente vi terrà impegnati per mesi come sarebbe lecito aspettarsi.

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L’ordigno ha la sua parte

Ed eccoci arrivati alla nostra analisi tecnica di The Division, la versione da noi provata è quella per Xbox One, che visivamente ha sicuramente un buon colpo d’occhio, complice anche la quantità di oggetti che fanno da contorno ad una mappa già bellissima di suo, c’è però da dire che le texture non sono eccezionali e, spesso e volentieri ci è capitato di avere qualche ritardo sul caricamento delle zone. A sua difesa però il titolo non ha caricamenti se non quello iniziale, anche l’alternanza tra ambienti chiusi e aperti avviene senza alcun problema e, nonostante tutto ha un frame-rate molto ma molto stabile fissato a 30. Le luci e le ombre sono molto ben fatte, con dei riflessi su tutte le superfici davvero notevoli, inoltre l’alternanza tra giorno e notte garantisce delle viste davvero mozzafiato permettendoci dunque di promuovere il titolo senza alcun problema. Anche il comparto sonoro è di ottima fattura, con il doppiaggio totale in italiano, i rumori ambientali sono ben ricostruiti anche se la cura per il suono delle armi poteva essere maggiore, di musiche ne abbiamo poche ma nel complesso non possiamo sicuramente lamentarci.

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Commento

The Division è un progetto ambizioso che per ora ha sfornato una base davvero ottima, resta da vedere il supporto futuro di Ubisoft per il titolo. La fiducia c’è e anche gli utenti si aspettano molto, è necessario limare quelle imperfezioni date da una mancanza reale di PVP e l’inserimento di una componente cooperativa più immersiva e degna di nota. L’attesa dei primi raid è tanta e per ora la mancanza si sente molto, resta comunque un titolo che in compagnia sa divertire davvero tanto, in aggiunta a una mappa davvero ottima il titolo Ubisoft ci ha molto convinti, e ricordatevi: Non abbiamo regole, Non abbiamo limiti. Noi siamo la divisione!

Sull'autore

Andrea Spina

Già da piccolo mangiavo biscotti a 8 Bit, l'amore per i videogames si è espansa in me tramite il Sega Mega Drive, attualmente continuo a coltivare la mia passione principale affiancata a quella dei giochi di società.