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Tra i tanti appuntamenti annuali con giochi sportivi, figura dall’ormai lontano 2004 anche il “non-sport” del wrestling. Infatti, ecco che arriva il nuovo gioco su licenza del World Wrestling Entertainment targato 2K Sports. Come per NBA 2K18, anche WWE è sicuramente uno dei titoli di punta dell’azienda statunitense, ma sarà riuscito come il suo “cugino” ad innovare e migliorare la formula che da un paio di anni a questa parte portava avanti? Partirò col dirvi che -non è solo mia opinione- l’ultimo gioco veramente godibile dedicato alla WWE è stato il titolo di quattro anni fa: WWE 2K14. I titoli che lo hanno seguito sono stati, invero, non all’altezza di tutto ciò che di buono era stato fatto in quello del 2013. C’è da dire che quest’anno, però, Yuke’s e 2K abbiano spinto di più l’acceleratore dal punto di vista pubblicitario del titolo. Vorrà dire che finalmente gli amanti del wrestling avranno il titolo dei propri sogni? O come gli anni scorsi vedremo più passi indietro che in avanti?
Welcome to SUPLEX CITY
L’ormai scomparsa modalità showcase sembra esser stata rimpiazzata completamente dalla modalità MyCareer. La modalità ci metterà nei panni di un novello wrestler, a partire dal suo debutto in NXT. Ho provato a fondo questa modalità e con diversi personaggi (un Face ed un Heel), quindi posso dire che è abbastanza “variegata” come esperienza. Infatti -eccezion fatta per i due mesi ad NXT, uguali per tutti- mi è capitato solo una volta che si ripetesse una storyline che avevo già visto giocando un’altro personaggio. Tuttavia, la regia delle storyline non è il massimo, le storie non sono risultate molto emozionanti e, oltretutto, ancora una volta, sarà possibile giocare la carriera solo nei panni di un wrestler, non di una Diva.
In ogni caso, la crescita del nostro personaggio avverrà man mano che vinceremo dei match. Questi, infatti, ci daranno dei punti attributo che potremo poi usare (purtroppo insieme ai punti VC) per migliorare le statistiche del nostro lottatore. Come abbiamo visto anche in NBA 2K18 i punti VC rappresentano un po’ una croce per il titolo. Per farvi un esempio, aumentare di un solo punto una statistica vi costerà dai 1000 punti a salire, vincere un match ve ne farà fruttare nel migliore dei casi poco meno di 300.
Parlando della modalità MyCareer e del MyPlayer, non posso esimermi dal menzionare la rinnovata e sempre migliore modalità di creazione. Quest’anno infatti le possibilità a nostra disposizione saranno ancor più articolate. Si possono modificare il viso e la corporatura in tantissimi modi, possiamo addirittura modificare nel dettaglio la dentatura del wrestler -scegliendo, per esempio, quali denti eliminare-. Nella modalità MyPlayer, però, non avremo a disposizione tutti i capi di vestiaro, capelli e barbe presente nel normale editor. Questi infatti andranno sbloccati sia con i punti VC che trovandoli nelle Loot chest acquistabili sembre tramite la valuta virtuale.
Non vi nascondo che quando si tratta di creare un personaggio mi sbizzarrisco a più non posso, quindi potrei aver passato quasi più tempo nella suite di creazione che a combattere. Quindi, posso assicurarvi che questa è la parte del gioco che più può regalare soddisfazioni. La Creation Suit, però, non si ferma qui, perché sarà possibile anche creare -come negli anni precedenti- svariate cose, come: un set di mosse; un’entrata; una cintura o un’arena. Tra le novità spicca la possibilità di creare un tipo di match personalizzato, in cui potremmo scegliere le regole del match per salvarlo e poi riutilizzarlo.
Don’t Try This At Home, School Or Anywhere
Per quanto riguarda il gameplay, croce e delizia di questa serie, la formula è rimasta per lo più invariata. Un gameplay molto solido ed articolato, apprezzabile sia dai più esperti che dai neofiti e capace di offrire un buon livello di simulazione. Le modalità di gioco sono numerosissime: dall’1v1 al 4v4; con o senza gabbia; dentro o fuori dal ring e chi più ne ha più ne metta. Tra queste, una menzione d’onore va al falls count anywhere ed il backstage brawl, che finalmente risultano essere molto più liberi, offrendo esperienze più simili a quelle che potevamo vedere in TV nell’era della ruthless aggression.
L’aggiunta più rilevante è senza dubbio il nuovo sistema di trasporto. Sarà possibile, infatti sollevare l’avversario tramite la pressione del tasto R1/RB più una direzione sulla levetta analogica desta (sopra, sotto, destra, sinistra). Così facendo ci ritroveremo in una tra le quattro prese presenti: Powerbomb, Fireman’s Carry, Cradle o Over The Shoulder. Le prese sono diverse tra loro, ma non abbastanza da far preferire una piùttosto che un’altra, ma in ogni caso aiutano a dare una spettacolarità più accentuata del solito.
Un’altra aggiunta importante riguarda i match con 8 wrestler presenti sul quadrato. Ricordiamo, infatti, che fino a WWE 2K17 il limite massimo di wrestler presenti insieme all’interno del ring era di 6 uomini. Tuttavia, il “peso” di questi due elementi in più si fa sentire eccome, e non in positivo. Infatti, i cali di frame rate saranno evidenti, ed in un gioco come questo, dove il tempismo per il contrattacco è fondamentale, tutto questo è inaccettabile.
Fiore all’occhiello di WWE 2K18, invece, è -ancora una volta- la modalità WWE Universe, che con l’immenso roster e tutte le possibilità di personalizzazione che offre è ancora una volta un’esperienza unica per ogni giocatore.
Per quanto riguarda la modalità online, invece, l’aggiunta della modalità Road To Glory è una scelta azzeccatissima. La modalità si configura come una sorta di “spin off” della carriera in cui, sempre col nostro personaggio, affronteremo i MyPlayer di altri giocatori. Vincendo (o anche perdendo) questi match, otterremo delle stelline, raggiunto il numero massimo di stelline poi verremo “classificati” nei Pay Per View mensili. Oltre questo, poi, c’è la classica modalità online in cui si potranno sfidare amici e non in una qualsiasi modalità di gioco e scegliendo qualsiasi wrestler. Il problema della modalità online resta, però, quello dei server che spesso rovinano l’esperienza causando sconfitta e frustrazione.
You Can’t See Me
Passiamo adesso a quella che è un’altra delle grandi novità apportate da questo nuovo titolo, ovvero, il nuovo motore grafico. I passi avanti fatti rispetto al predecessore sono abbastanza evidenti, i wrestler saranno ancora più realistici. Tuttavia, questo vale soprattutto per le star più famose: se da un lato lottatori del calibro di John Cena, Roman Reigns o Seth Rollins sono trasportati quasi alla perfezione, dall’altro non possiamo dire lo stesso per i wrestler meno famosi e soprattutto le Divas che, ancora una volta, non saranno per niente all’altezza degli atleti maschili. Inoltre, sono state anche modificate le animazioni facciali, si potrebbe dire quasi “introdotte”, dato che nei titoli precedenti questa meccanica sembrava essere quasi assente.
Queste saranno presenti soprattutto nella modalità carriera, anche se -per ora- restano un elemento del tutto accessorio. A volte, inoltre, le espressioni sono anche molto esagerate o fuori contesto. Quindi posso dire che la meccanica si trova in uno stato ancora embrionale. La folla invece ha trovato un ennesimo miglioramento, quest’anno sembra più viva e variegata che mai. Proprio dalla folla voglio introdurvi il comparto audio: il tifo, infatti, sarà così realistico da farvi sentire per davvero in un’arena. Al tavolo dei commentatori, poi, quest’anno si siederanno Cory Greaves, Micheal Cole e Byron Saxton ed anche questi tre faranno la loro parte nel rendere l’esperienza più realistica. Se poi, a tutto questo, si aggiunge il suono dei colpi che vanno a segno e dei corpi che colpiscono il tappeto il piatto è servito. All’orecchio giocare a WWE 2K18 sarà quasi la stessa cosa che guardare un episodio di Raw o Smackdown Live.
[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]L’esperienza offerta da WWE 2K18 è sicuramente migliore degli ultimi tre titoli della serie, ma non la migliore in assoluto. Le novità apportate al gameplay vanno a limare quest’ultimo che diventa di anno in anno sempre migliore. Arrivati a questo punto WWE sembra esser diventato un simulatore di combattimento alla portata di tutti, semplice ma allo stesso tempo complesso. Anche quest’anno la modalità migliore da giocare per i fan del wrestling resta, senza dubbio alcuno, il WWE Universe. Tecnicamente il titolo è migliorato rispetto al passato, il nuovo motore grafico riesce a farsi valere, così come ci riesce il comparto audio più realistico che mai. Il gioco tuttavia presenta ancora numerosi bug e glitch che, anche se non rovinano completamente l’esperienza di gioco, risultano in ogni caso fastidiosi da mandare giù. In ogni caso, però, se cercate un buon picchiaduro diverso dal solito vi consiglio di dare una possibilità a questo titolo perché potrebbe sorprendervi.[/stextbox]