Rise Of The Tomb Raider – Recensione

Rise-of-the-Tomb-Raider

A completare un’offerta natalizia decisamente ottima di Xbox One ci pensa Rise Of The Tomb Raider. Il nuovo gioco della Crystal Dynamics continua il percorso intrapreso con il primo reboot della serie e diventa esclusiva Microsoft per 1 anno. Riuscirà a imporsi il nuovo capitolo di Lara come una killer app? Scopritelo insieme a noi in questa recensione.

Fin dal suo annuncio il titolo ha fatto tanto discutere. Il nuovo gioco fu presentato ormai 2 anni fa all’E3 di Los Angeles. Inizialmente sembrava che il franchise fosse diventato un’esclusiva a tempo indeterminato di Microsoft, successivamente, invece, Square Enix ha chiarito tutte le questioni riguardanti il caso, ovvero il gioco sarà un’esclusiva temporale di 1 anno. La scelta di Microsoft è più che plausibile, d’altronde la concorrenza ha come mascotte principale un certo Nathan Drake che, per chi non lo sapesse, è il protagonista della saga di Uncharted. Ma effettivamente Rise Of The Tomb Raider cerca e trae ispirazione dal buon Natan? La nostra risposta è NO! Ovvio, Tomb Raider è un gioco che è davvero cambiato rispetto ai vecchi capitoli ma con la “nuova” Lara Croft ha intrapreso una strada più che giusta basandosi sulle richieste del mercato, e l’ultimo sforzo di Crystal Dynamics non fa differentemente. Infatti il gioco riprende moltissime cose dal capitolo uscito ormai 3 anni fa, ma le potenzia, le fa sue e crea un ecosistema davvero solido.

Rise of the Tomb Raider

Sono una nuova persona

Il titolo ci porta alla ricerca della città perduta che si basa su alcuni documenti lasciati dal papà di Lara. Ovviamente la nostra avventura sarà disturbata da un esercito con delle ideologie decisamente strane. Il comandante è Konstantin che finirà da subito nel taccuino dei nemici di Lara e farà il possibile per mettere le mani prima di noi sul bottino. Senza dilagare troppo sulla descrizione della storia è davvero importante soffermarci sulla sua qualità. La trama, infatti, non è sicuramente una delle più originali viste nei videogiochi, però è sicuramente un piacere vedere sia il modo in cui viene narrata e sia la caratterizzazione che viene attribuita ai vari personaggi che incontreremo durante la nostra avventura. Il modo in cui il tutto si svolge è davvero ben strutturato, con una ritmica e un mix tra esplorazione e azione che difficilmente vi porteranno mai alla noia. Anche la stessa Lara è un pilastro importantissimo della trama mostrando dei lati sentimentali e caratteriali che nel precedente capitolo erano stati un po’ abbandonati. La storia principale ci accompagnerà per circa 15 ore che però possono allungarsi a dismisura se ci perdiamo nella miriade di cose da fare.

ROTTR_Review_Screenshot (4)

Non solo un’avventuriera, sono la Croft.

Se il troppo stroppia, sappiate che qui c’è tanto e non arriva ad essere “troppo”. Oltre alla storia principale in Rise Of The Tomb Raider passerete ore ed ore ad esplorare le tante cose che si possono fare. Vi verrà naturale perdervi alla ricerca di materiali oppure all’inseguimento di un cinghiale da cacciare, il tutto è basato su una sinergia enorme tra il gameplay e la struttura delle ambientazioni. Definirlo un open world sarebbe eccessivo, però, d’altronde sarebbe riduttivo chiamarlo semplicemente un action. Il gioco, infatti, vanta di zone veramente grandi, liberamente esplorabili e ricche di cose da fare. Molto interessante è l’implementazione delle missioni secondarie, che non avranno il solo scopo di riempirci di punti esperienza ma spesso e volentieri saranno utili per sbloccare alcuni attrezzi che non sarebbero accessibili in altri modi. Ad accompagnare le nostre azioni ci sarà un buon gameplay solido che risulta essere un’ottima evoluzione del precedente capitolo. Permangono alcune lacune importanti, prime tra tutte la fase di shooting. Se da un lato è davvero interessante vedere la semplicità con cui è possibile muoversi e districarsi all’interno delle ambientazioni, è davvero un peccato vedere che le fasi in cui è necessario utilizzare le armi da fuoco il gioco perda punti e mantenga i problemi rilevati già nel precedente episodio. Certo, un difetto del genere non va a inficiare eccessivamente sul giudizio, dato che il gioco dà anche la possibilità di agire in totale anonimato e, ahimè, spesso e volentieri agire in silenzio totale non sarà così complicato a causa di un’intelligenza artificiale non proprio memorabile.

ROTTR_Review_Screenshot (1)

La fiducia l’ho persa tra le montagne.

Una delle più grandi e apprezzate novità è data dalle ambientazioni e la cura per le stesse è davvero ottima, riuscendo a colpire il giocatore sia per la scenografia circostante che per gli splendidi panorami. Ad aiutare la bellezza visiva ci pensa un comparto grafico eccellente con texture quasi sempre in HD e un’ottima cura nei dettagli. Unica nota dolente è un vistoso aliasing in diversi punti, probabilmente utilizzato per non scendere a troppi compressi con il framerate che si dimostra sempre ancorato ai 30 frame al secondo anche nelle situazioni più concitate. Se aggiungiamo anche la bellezza nel vedere i capelli di Lara, le espressioni facciali e tutte le nuove animazioni dedicate alla nostra eroina è davvero difficile lamentarsi della grafica del gioco, risultando davvero un ottimo lavoro svolto su Xbox One. Menzione a parte, sempre positiva, per i filmati in computer grafica che sono ben curati e sviluppati in maniera ottima e non risultano mai eccessivamente lunghi. Scelta più che giusta è quella di aver abbandonato il multiplayer focalizzandosi di più sulla rigiocabilità delle missioni che è possibile anche attraverso alcune modalità che vanno a modificare il gameplay attraverso l’utilizzo di carte collezionabili e acquistabili nel negozio con i crediti di gioco.

ROTTR_Review_Screenshot (2)

Non seppellitemi, riuscirò ad uscire.

Grande attenzione è stata data alle tombe, ovvero delle zone dove dovremmo risolvere degli enigmi per trovare il tesoro. La cura che è stata data a queste zone è notevole, infatti trovarle e completarle è sempre un piacere e difficilmente le salterete a piedi pari. Gli enigmi all’interno delle tombe non sono così complessi come alcuni giocatori si aspettano. Inoltre, l’utilizzo dell’istinto aiuta notevolmente il loro completamento. Nonostante tutto, però, il proseguo è davvero appagante e speriamo che magari ne verranno aggiunte altre nel corso dei prossimi mesi.

Interessante anche l’utilizzo del crafting: raccogliere costantemente materiali sarà utile sia per curare Lara ma anche per creare bombe o molotov che non saranno trasportabili. Sarà dunque necessario trovare una bottiglia e modificarla instantaneamente durante il combattimento. Anche le munizioni hanno la stessa sorte: le frecce e i lori potenziamenti possono essere creati con un metodo funzionale e divertente, che non risulta mai forzato.  

Menzione d’obbligo per il sonoro e doppiaggio, che risultano entrambi davvero ben fatti e curati. Il doppiaggio è totalmente in italiano e l’audio del gioco è molto fedele alla realtà.

Forse le musiche non sono proprio all’altezza del resto della produzione sonora. Ma, in finale, l’ultima fatica è azzeccata, generosa e allo stesso tempo divertente che i possessori di Xbox One dovrebbero per lo meno provare.

 

Commento

Rise Of The Tomb Raider prende il precedente capitolo, lo strizza e lo migliora in tutti i punti di vista. Le fasi esplorative sono state nettamente migliorate e ad aiutarle ci pensano delle ambientazioni mozzafiato contornate da un comparto grafico davvero bello.
Ci dispiace un pochino vedere che le fasi shooting non sono state migliorate e anche l’intelligenza artificiale non riesce mai a brillare. Ma restano dei difetti che smussano gli angoli di un titolo enorme e curato che saranno in grado di divertire tutti gli amanti del genere action. Se attualmente avete un Xbox One non ci sono scuse ragazzi: Lara è tornata, e non vede l’ora di portarvi nelle sue avventure mozzafiato.

Sull'autore

Andrea Spina

Già da piccolo mangiavo biscotti a 8 Bit, l'amore per i videogames si è espansa in me tramite il Sega Mega Drive, attualmente continuo a coltivare la mia passione principale affiancata a quella dei giochi di società.