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Come ogni anno, ci lasciamo alle spalle il Lucca e le sue stravaganze, fra eventi più che interessanti e organizzazione discutibile. Questa edizione del Lucca Comics & Games, per certi versi, è stato uno dei più accesi, fra danze sul palco Rai con due cosplayers parecchio arzilli di Rick and Morty e una serie di iniziative, soprattutto allo stand Netflix e agli eSports, che hanno catturato l’interesse del grande pubblico.
Problematiche imbarazzanti
Purtroppo, come ogni cosa, anche il Lucca Comics & Games ha le sue pecche, prima fra tutti l’organizzazione e la sicurezza. Seppur giustificate dalla grande mole di persone e dall’ampio spettro della fiera stessa, queste mancanze più che importanti hanno fatto faticare molto i visitatori della fiera, sia fisicamente che psicologicamente. Indicazioni veramente poco precise, addetti alla biglietteria che non fornivano le mappe in alcuni casi (oggetto di vitale importanza per un visitatore, che nella foga del momento può anche sfuggire di mente, sta allo staff equipaggiarli con il minimo indispensabile, dato il costo del biglietto). Oltre a questi fattori, la ripetuta presenza di truffatori per le strade che cercavano di accattare soldi sotto il nome di finte onlus è stato, come ogni anno, un enorme disturbo, così come i soliti venditori ambulanti molesti. Qualche agente in divisa a pattugliare e a rendere sicure le strade della fiera sicuramente non avrebbe guastato. Problematiche secondarie, come l’ingresso limitatissimo alla conferenza Dynit e la sua relativa coda sfociata in una specie di orgia, l’assenza giustificatissima del maestro Tite Kubo per motivi di salute e così via sono ovviamente fattori che possono deludere, ma che comunque hanno un loro perché.
Il grande complotto Panini
Tite Kubo, in particolare, ospite della Planet Manga, è stato contestato proprio per la sua assenza, ritenuta una manovra commerciale da parte della Planet a causa della sua assenza con pochissimo preavviso. E’ ovvio che, in qualsiasi condizione fosse, affrontare un viaggio in aereo più che lungo e unirsi agli italiani sotto la classica pioggia di Lucca non avrebbe giovato. Il complotto dietro al messaggio lasciato da Kubo, che molti pensano che non sia stato possibile crearlo con l’autore malandato, ha un’ovvia spiegazione: semplicemente, deve aver fatto uno sketch veloce del personaggio/riutilizzato un disegno già fatto aggiungendoci la scritta “Lucca” sulla felpa, allegandoci un testo fatto in italiano. D’altronde, ricopiare due righe di testo e fare un viaggio dall’altra parte del mondo sono decisamente due cose diverse. Per attaccare la Planet Manga avremo a disposizione un articolo intero, non vi preoccupate.
La vittoria dei cosplayers
Ma lasciandoci alle spalle il caos della fiera e della sua organizzazione, sono felice di introdurre i motivi per il quale questa fiera è stata forse fra le più interessanti degli ultimi anni. In primis, la qualità dei cosplay. Quest’anno sia nei giorni feriali che nei festivi i cosplayers hanno letteralmente invaso la città, creando finalmente un repertorio eterogeneo e adatto all’essenza stessa della fiera multi-tematica di Lucca. Nonostante la moda dell’anno si è rivelata essere il celebre anime/manga My Hero Academia, pubblicato dalla Star Comics e in streaming su VVVVID, il tema non è mai stato particolarmente statico, come successe nelle scorse edizioni con Harley Quinn varie, sfilate di JoJo e simili. Lucca Comics 2017 è stato una festa per ogni fan dei cosplayers di fumetti, videogiochi e anime. La bellezza stessa dei cosplayers, sia esteriore che interiore, è riuscita a sorprendermi, mostrando un’allegria generale anche sotto la pioggia del venerdì, decisamente una seccatura per molti. Per gli amanti dei travestimenti, decisamente è stata un’edizione con i fiocchi.
Le cose più strane agli eventi più normali
Gli eventi, nonostante il brutto tempo, si sono rivelati divertenti e sorprendenti, con alcuni piccoli imprevisti, come i due cosplayers di Rick and Morty che si sono introdotti in un evento cosplay per darsi a danze strambe ed equivoche (incredibilmente tenendo fede ai personaggi), e una varietà tale da colpire le corde di vari tipi di persona. Spettacoli musicali giapponesi, cover band e altri cantanti ospiti hanno certamente rallegrato la fiera, ricevendo però un loro spazio che non andasse a disturbare gli altri stand. L’emozione verso lo stand Netflix era papabile, vista la presenza degli attori di una delle loro serie di punta, Stranger Things, e degli eventi legati ad essa. Un po’ deludenti la roulette della J-POP, con premi un po’ poveri (tra i quali una variant di Kakegurui) e la pesca della Star Comics, dalla quale però sono usciti anche troppo in fretta dei vincitori.
Il fiuto negli affari, un’abilità immancabile
In quanto agli acquisti, è stata l’edizione forse più soddisfacente degli ultimi cinque anni. Nonostante agli stand degli editori e nei dintorni raramente facessero sconti significanti, nei padiglioni delle fumetterie e altri negozietti era molto facile trovare fumetti manga e non scontati a metà prezzo, due euro o direttamente a un euro. Io stesso mi sono recuperato sette volumi di Beck: Mongolian Chop Squad a 8 euro. Decisamente un grosso cambiamento rispetto all’anno scorso, drasticamente ridotto in quando a sconti e a offerte. Oltre agli stand e ai padiglioni, al Lucca Comics non è raro trovare dei negozianti che, prendendo in affitto altri tipi di negozi, esibiscono dentro la loro merce. Tali negozi sono stati la punta di diamante per i collezionisti di action figures e altre cianfrusaglie, offrendo prodotti per lo più originali e a buon prezzo. Stessa cosa non si può dire della Japan Town, che oltre ai prezzi folli sulle figures originali non era raro trovare dei recast (ovvero action figures non ufficiali, spesso di scarsissima fattura) spacciate per originali, allo stesso prezzo della versione autentica. Al lato dei padiglioni principali, mi ha fatto piacere vedere le classiche bancarelle giapponesi stracolme di oggetti di uso quotidiano inerenti alla cultura asiatica.
Gli ospiti, gli editori e Yoshimizu
La presenza degli ospiti e le iniziative rivolte all’incontro con i fan sono state decisamente un’ottima mossa da parte della fiera, presentando al pubblico grandi autori, spesso ignorati dalla massa, come Taiyo Matsumoto, autore di Sunny e Ping Pong. La difficoltà nell’incontrare le celebrità è sicuramente un difetto evitabile, soprattutto per i giornalisti che devono penare non poco per avere la possibilità di avvicinarsi senza una prenotazione più che tempestiva. Per quanto mi riguarda, ho avuto il piacere di incrociare allo stand BAO Eldo Yoshimizu, autore di Ryuko e persona decisamente simpatica, che ci ha dedicato una foto con smorfia. L’assenza dell’interprete nei paraggi ci ha proibito di avere una discussione seria, soprattutto a causa del casino del sabato pomeriggio, ma è stata comunque una bella esperienza.
Videogames come sport
Date le ultime notizie sul fronte e-sports, mi è sembrato doveroso fare un salto all’area a loro dedicata, dove vi era un avvincente incontro internazionale fra Chyper, noto giocatore di Quake e un altro player straniero che hanno fatto veramente spettacolo grazie alle loro doti e ai loro riflessi. Una partita avvincente e dai risvolti interessanti, sicuramente degna di essere vista per il talento di entrambi i giocatori. All’interno della fiera è stato possibile provare anche alcuni giochi di prossima uscita come Code Vein, Sword Art Online: Fatal Bullet e Pokken Tournament agli stand Bandai e Everyeye.
In definitiva: bene, ma non benissimo.
Poteva sicuramente essere un’edizione migliore semplicemente con una sorveglianza più elevata e rigida e un’organizzazione meno approssimata.