Rise of the Tomb Raider (PS4) – Recensione

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Fin dal suo primo annuncio molti fan storici hanno percepito una certa repulsione verso un prodotto storico che cambiava totalmente l’aspetto sotto i loro occhi. Questa presa di coscienza ha portato a lungo quasi a detestare il reboot della saga che vedeva protagonista la bella e prosperosa Lara Croft. Dopo l’uscita di questo riavvio, però, le cose iniziarono leggermente a vertere in un’altra direzione. Il successo di Tomb Raider ha infatti portato a creare i nuovi fan e quelli storici, molti, hanno cambiato l’opinione al riguardo, iniziando ad apprezzare i punti forti del gioco. Era lecito aspettarsi un seguito, che non tardò ad arrivare, ma inizialmente solo su Xbox One, la prima linea di casa Microsoft. Ai tempi vi abbiamo mostrato il nostro totale pensiero verso tale versione, ma oggi siamo qui per parlare del gioco uscito finalmente anche su Playstation 4. Esploriamo quindi delle lande ghiacciate e tuffiamoci in una nuovo pericolosa e spericolata avventura con Rise of the Tomb Raider.

La natura ti è amica, Lara

Dopo Tomb Raider le aspettative narrative verso in nuovo capitolo erano alte per svariati motivi e quando anno scorso ci siamo ritrovati davanti a un titolo capace di attirarci e farci immergere in un mondo totalmente nuovo, sotto molteplici punti di vista. Nell’autunno del 2016 ci ritroviamo a parlare della stessa storia, quella di Rise of the Tomb Raider, ma stavolta per la console casalinga Sony, Playstation 4. La storia è ambientata un anno dopo gli eventi del reboot e vede Lara Croft alla ricerca della leggendaria città di Kitež, costruita da un profeta siriano nel cuore della Siberia. Tale città nasconde al suo interno un potere immenso, quello della sorgente Divina, capace di regalare l’immortalità agli umani.

A tallonare la giovane e avvenente Lara Croft ci penserà un’oscura organizzazione denominata Trinità, che invierà una spedizione capitanata dal freddo e spietato Konstantine. Questi dovrà trovare la fonte dell’immortalità prima di noi, facendo scattare cosi una corsa contro il tempo. Tralasciando per un attimino la storia in sé, vorremmo soffermarci sul modo in cui i tasselli sono stati disposti. Vale la pena notare che il modo narrativo è molto semplice e si avvicina in un certo senso a quello di un classico del cinema, Indiana Jones.

Pochi preamboli, spiegazioni spicciole che racchiudono tutto il senso della storia e tanta avventura. Queste sono le chiavi del successo di Rise of the Tomb Raider e possiamo tranquillamente dire che funzionano a dovere. Non servono le parti allunga brodo che poi incasinano la storia, creando troppe incongruenze (senza volerlo, l’occhio cade su Uncharted). Tutto funziona perfettamente cosi com’è stato concepito originariamente.

Rise of the Tomb Raider

Ti scuoierò!

Quando ci si ritrova davanti a un buon prodotto dal punto di vista del gameplay, chiedere di cambiarlo al secondo capitolo è una follia. Migliorare tale capitolo è invece la via migliore, da intraprendere a tutti i costi. I ragazzi di Crystal Dynamics hanno pensato proprio a questo lato: miglioramento e ottimizzazione. Questa volta il lato survival si farà sentire in una maniera molto più incisiva sul giocatore, determinando uno dei fulcri dell’intera esperienza. Per sopravvivere Lara avrà bisogno di medicinali e di provviste necessarie per il miglioramento del nostro arsenale da combattimento. Inizialmente questo comprenderà l’arco e due tipi di frecce, ma con tempo potremo sfruttare l’ambiente circostante e costruire anche delle armi da fuoco. Cacciare gli animali sarà necessario per migliorare alcune parti della piccozza e dell’arco e rendere il tutto molto più efficiente.

Le movenze di Lara sono ora molto più realistiche, dai piedi alla testa e una grande importanza è stata data anche ai capelli, che sembrano realistici. Arrampicarsi, correre, saltare e combattere saranno un piacere idilliaco per gli occhi e le dita, perché la protagonista risponderà alla pressione dei tasti con velocità e fluidità. I combattimenti corpo a corpo sono piuttosto semplici se paragonati al fratello maggiore, Uncharted, ma sempre divertenti. Se presi da dietro o dalla vegetazione (che ci fungerà da luogo per nascondersi dai nemici) potremo eliminare il nemico in silenzio e senza grosse difficoltà. Purtroppo, però, non sarà possibile raccogliere le armi dei caduti. La scelta su come affrontare i propri nemici è tanta e starà a noi scoprire quello che più ci aggrada.

Anche in questo capitolo ritroveremo i collezionabili e le tombe, che potremo scoprire man mano avanzando nella storia. Alcuni reparti storici ci racconteranno i retroscena del passato del profeta e di alcuni avamposti antichi. Per una totale comprensione della storia vi consigliamo infatti di ascoltare ogni file.

Sempre più bella

Inutile girarci intorno, Lara Croft diventa sempre più bella di capitolo in capitolo e con Rise of the Tomb Raider ci siamo ritrovati a guardare una protagonista molto femminile, nonostante gli atteggiamenti da giovane Indiana Jones. Il dettaglio dei personaggi risulta essere gradevole sotto un qualsiasi punto di vista e il realismo delle espressioni è parecchio convincente. Peccato che lo stesso non si possa dire anche dei contorni degli ambienti. Questi talvolta risultano essere un po’ sfocati, come se non ci fosse l’alta definizione e anche la neve poteva essere sicuramente riprodotta al meglio. Questi difetti non vanno a minare però il divertimento, ma lo attenuano leggermente. Il frame rate è stabile a 30fps e non abbiamo notato cali, se non durante i primi minuti di gioco, ma solo durante le cutscene.

Il sonoro di questo nuovo capitolo si mantiene sempre sui buoni livelli e dona un’alta qualità immersiva sia con il dolby surround sia con le cuffie o gli altoparlanti della televisione. I rumori ambientali credibili talvolta possono aiutare più della vista stessa per individuare un nemico e Lara ci farà sempre compagnia con i suoi pensieri.

I contenuti

La particolarità di questa edizione per Playstation 4 di Rise of the Tomb Raider 20 Year Anniversary è che non contiene solamente il gioco, ma anche tutti i suoi contenuti extra e quindi i DLC. Tra questi vale la pena nominare quello sulla famosa strega facente parte della mitologia slava, Baba Yaga. Potremo inoltre esplorare la magione di Lara, cercando dei modi per avere il controllo sulla casa, che non apparterrà legalmente a noi. Tutti i contenuti allungheranno la longevità in una maniera davvero enorme, facendoci spendere tantissime ore di puro divertimento.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Rise of the Tomb Raider 20 Year Anniversary ci si è presentato con tutta l’eleganza e potenza della nuova Lara Croft, con un’avventura che non ci lascia molti dubbi sulla sua qualità. La narrazione semplice, ma efficacemente si mescola con il gameplay più elaborato e migliorato rispetto a Tomb Raider. Ovviamente non è un gioco privo di difetti e questi si trovano sopratutto dal punto di vista grafico, che a volte sembra dimenticare dell’esistenza dell’alta definizione.[/stextbox]

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".